la riflessione
Allarme morti sul lavoro in Puglia, serve subito un piano straordinario
Dall’inizio dell’anno 575 persone hanno perso la vita mentre lavoravano. Nonostante appelli, promesse, protocolli e commemorazioni, la strage silenziosa nei luoghi di lavoro continua
I dati Inail relativi ai primi nove mesi del 2025 continuano ad essere preoccupanti, ed impongono una riflessione profonda e un’azione immediata. Dall’inizio dell’anno 575 persone hanno perso la vita mentre lavoravano. Parliamo di storie e famiglie spezzate. E il numero è persino più alto rispetto ai 567 morti registrati nello stesso periodo del 2024. Nonostante appelli, promesse, protocolli e commemorazioni, la strage silenziosa nei luoghi di lavoro continua.
La Puglia, purtroppo, continua a trovarsi in «zona rossa», tra le prime regioni per numero di morti sul lavoro: una condizione che impone un salto di qualità nelle politiche di prevenzione e tutela delle lavoratrici e dei lavoratori.
Nel periodo gennaio-settembre 2025, si registra un aumento degli infortuni mortali in Puglia. In particolare, si evidenzia un incremento rispetto allo stesso periodo del 2024 per quanto riguarda gli infortuni in occasione di lavoro (da 35 a 43), escludendo quelli in itinere.
Non possiamo accettare che si continui a morire sul lavoro. Ogni singolo decesso è una sconfitta per tutti. È evidente che le misure di prevenzione attuali non sono sufficienti e che serve un cambio di passo radicale, in particolare formativo, informativo e culturale.
Anche le denunce di malattie professionali in Puglia registrano un incremento significativo. I casi sono aumentati di 1.538 unità, passando da 6.617 nel periodo gennaio–settembre 2024 a 8.155 nello stesso periodo del 2025: una crescita del 23,24%, nettamente superiore alla media nazionale, che si è attestata sul 9,72% (da 65.333 a 71.682 denunce).
In questo contesto, è fondamentale che il prossimo governo regionale, collochi la salute e la sicurezza sul lavoro tra i temi principali della sua agenda. Non possiamo discutere di queste problematiche solo in seguito a tragedie oppure quando gli eventi di cronaca richiamano l’attenzione dell’opinione pubblica.
La Cisl Puglia chiede con forza l’avvio di un piano straordinario regionale per la sicurezza sul lavoro, attraverso un rafforzamento dei controlli e delle ispezioni nei luoghi di lavoro, con particolare attenzione ai settori maggiormente esposti al rischio.
Più formazione continua e obbligatoria per tutte le lavoratrici e i lavoratori e imprenditori, in particolare ai nuovi. Maggiori azioni strutturate nelle scuole, finalizzate alla prevenzione degli infortuni e realizzate in modo capillare, coinvolgendo istituzioni territoriali, Inail, organizzazioni sindacali e professionali. Attrarre investimenti in tecnologie innovative per migliorare la sicurezza e la salute negli ambienti di lavoro; riconoscere ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) un ruolo realmente attivo all’interno dei luoghi di lavoro.
Va previsto, infine, l’istituzione di un Osservatorio permanente coordinato dalla Regione Puglia sugli incidenti sul lavoro, con il coinvolgimento delle parti sociali e dell’Inail, con il compito di monitorare costantemente la situazione, analizzare i dati e definire percorsi congiunti di prevenzione da declinare sui diversi territori.
Un ambiente di lavoro sicuro e sano contribuisce anche garantire un lavoro motivato e soddisfacente. Le normative sulla sicurezza sul lavoro sono sempre più stringenti ma occorre garantire che vengano rispettate, contribuendo a promuovere fin dai banchi di scuola una cultura della legalità e della responsabilità.
L’impegno attivo del governo regionale in questo senso, può aumentare la consapevolezza pubblica riguardo ai rischi presenti in alcuni settori, promuovendo pratiche di lavoro più sicure e strategie di prevenzione efficaci. Inoltre, serve a favorire il dialogo tra istituzioni, sindacati e imprese, essenziale per identificare i problemi e sviluppare soluzioni condivise.
La sicurezza sul lavoro deve diventare una priorità assoluta per tutti. Non possiamo più permetterci di piangere altri morti. È il momento di agire, insieme e subito: istituzioni, imprese, lavoratrici, lavoratori, giovani e cittadinanza.