il commento

Il supplente in consiglio, gran finale di una regione precipitata nel disastro

Bepi Martellotta

Il Consiglio regionale non è (o non dovrebbe essere) come la scuola, dove se ti manca un docente per sostituirlo c’è il supplente di turno da chiamare avendone conquistato diritto in una graduatoria

Il Consiglio regionale non è (o non dovrebbe essere) come la scuola, dove se ti manca un docente per sostituirlo c’è il supplente di turno da chiamare avendone conquistato diritto in una graduatoria. È un organo dello Stato, con poteri legislativi, dove dovrebbero sedersi e avere diritto di voto solo consiglieri regionali eletti. Questo, almeno, ci dice la Costituzione. Appare dunque davvero bizzarra l’iniziativa di prevedere, per la prossima legislatura, il subentro dei primi dei non eletti sugli scranni di via Gentile nel caso in cui qualcuno dei consiglieri eletti venga chiamato a svolgere ruoli di governo nella prossima giunta regionale.

L’obiettivo è chiaro: dopo 5 anni di legislatura nella quale è quasi sempre mancato il numero legale utile a garantire l’approvazione dei provvedimenti approdati in aula, rimediare con una legge «preventiva» per assicurare i numeri, tutelerebbe l’attività legislativa del prossimo Consiglio dal precipizio in cui è sprofondato quello in corso, rivelatosi assai carente o futile in questi 5 anni. Ma lo strumento è davvero incredibile, per non dire incostituzionale. Chi, a urne chiuse, non viene eletto dai pugliesi al rango di legislatore, lo assume ugualmente perché chi è stato eletto viene chiamato a svolgere ruoli esecutivi, tali addirittura da impedirgli di svolgere il ruolo di legislatore nell’assise. È come se i ministri eletti in Parlamento venissero esonerati dal ruolo di parlamentare per far spazio a chi non ce l’ha fatta nella tornata elettorale. Una bestialità, al netto della questione sui «costi della politica» per i quali si potrebbe con un accorgimento trovare l’invarianza. Con un aggravante: sarebbe sufficiente modificare lo Statuto, oggi vincolato alla nomina di due soli assessori «esterni» (cioè non eletti) per assicurare al prossimo governo di poter attingere oltre quel numero nella nomina di assessori tecnici senza modificare i numeri del consiglio regionale, tra l’altro «salvato» da una normativa nazionale a 50 componenti laddove doveva scendere a 40 eletti in virtù della popolazione rappresentata.

Pare che tale proposta di legge sia venuta in testa a qualche esponente di centrosinistra: difficile dire chi sia, visto che è partito il fuggi fuggi generale - un po’ come accaduto col Trattamento di fine mandato, il vitalizio da cui ora si smarcano tutti salvo averlo infilato più volte nelle votazioni in aula - e nessuno osa assumersene la paternità. Eppure lo spettro aleggia e potrebbe manifestarsi a breve, visto che la proposta dovrebbe essere infilata come emendamento al Bilancio di previsione che il Consiglio vigente, proprio per le carenze di cui sopra, non è riuscito ad approvare sinora, col risultato che il prossimo governo (si voterà il 23 e 24 novembre) dovrebbe insediarsi a fine anno, partire e poi procedere per mesi nel 2026 con la spesa in dodicesimi (a cinghia stretta) in attesa che venga approvata la manovra finanziaria.

C’è un’ulteriore aggravante nel proposito legislativo affiorato da cui tutti, ora, sembrano smarcarsi. Il tema è diventato già oggetto di trattativa nella composizione delle liste per l’imminente campagna delle Regionali. In pratica, se vieni cooptato in una lista «difficile», dove cioè i primi 4 sanno di potercela fare e il quinto è a rischio, ti fai convincere a cimentarti ugualmente con le urne come quinto: «Non ti preoccupare, male che va entri come supplente». Il tutto in una prospettiva che - a sentire i sondaggi - prevede un governo di centrosinistra in netto vantaggio rispetto all’opposizione, visto che il candidato governatore Decaro viene dato con 30-40 punti percentuali di vantaggio sulla coalizione avversaria. Roba da far dormire chiunque su 7 cuscini, invece di preoccuparsi di garantire governabilità in aula alla maggioranza che sarà eletta in Puglia.

Ecco, cari pugliesi che andate a votare già turandovi il naso e siete rimasti in pochi: sappiate che c’è pure il rischio che la vostra crocetta vada su qualcuno che non ce la farà a varcare la porta della massima assemblea legislativa pugliese, ma potrà rientrarci dalla finestra come supplente e così decidere sulle teste di tutta la regione, da non eletto, legiferando a nome di tutti. Se questa legislatura di via Gentile, per come è andata sinora, verrà ricordata per aver toccato il fondo, questa è davvero la ciliegina che mancava alla torta di un disastro politico-istituzionale che non ha precedenti.

Privacy Policy Cookie Policy