Difendo l’Occidente e le democrazie, altro che «nuovo ordine»

lino patruno

È la democrazia parlamentare ad essere in crisi. In crisi per gli stessi pregi che le abbiamo sempre riconosciuto

Certo, noi occidentali facciamo schifo. E fanno schifo le nostre democrazie. Vediamo anche la Francia, che non riesce a tenere più in piedi un governo. Ora ne fa un sesto in meno di due anni. Ma anche il Giappone, il cui governo è caduto in questi giorni. E il governo spagnolo sempre appeso a un voto con i giudici che sono sulle tracce della moglie del premier cui hanno arrestato l’uomo più vicino. E la Germania dove il primo partito è quello degli anti-antinazisti. E l’Inghilterra dove è quello dei neo-nazionalisti di Farage. E poi, diciamo i governi. Siamo noi cittadini che li mettiamo in quelle condizioni, non andando neanche a votare. E così lasciando spazio ai nemici della democrazia che ne approfittano grazie a quelle libertà nelle quali tanto credono da essere pronti a cancellarle.

Ma vedi anche l’America, sempre definita la più grande democrazia del mondo. L’America tanto convinta di sé stessa da avere in Costituzione il diritto alla felicità. Ma America che ha scelto di proposito Trump per dare un colpo alla sua democrazia, avendo appreso in campagna elettorale ciò che poi avrebbe fatto. Trump tra disinformazione e bugie. Trump che licenzia chiunque non la pensi come lui. Trump che manda l’esercito in grandi città come Los Angeles, Washington e Chicago per imporre il suo potere su sindaci non allineati più che ripristinare un ordine. Trump un cui solo eccesso sarebbe costato il posto a un qualsiasi predecessore. Trump che si circonda di fedelissimi la cui competenza è più improbabile di un gatto che abbai. Trump che impone dazi a chiunque al mondo non ne accetti ordini mutevoli dal martedì al mercoledì. Trump che si vanta dicendo che chiunque vorrebbe leccargli il c. E Trump ogni cui decisione porta più un arricchimento per sé stesso che per il Paese.

È la democrazia parlamentare ad essere in crisi. In crisi per gli stessi pregi che le abbiamo sempre riconosciuto. La sua lentezza che è capacità di maturare un pensiero rispetto alla velocità dei dittatori che non ne cercano uno tranne il proprio. La sua necessità di compromesso fra le aspettative della società che è considerata inconcludenza nel tempo del tutto veloce. Il suo rispetto per tutti a cominciare dagli ultimi che è considerato uno spreco inutile. La sua garanzia di libertà di parola, azione, riunione, manifestazione considerate vecchi arnesi da chi ritiene che lo spazio per tutti sia un lusso inaccettabile. La sua necessità di risposta a ogni domanda considerata superata dai populismi tanto prodighi di promesse quanto pronti a non rispettarle. Soprattutto la sua più grande conquista europea, quello stato sociale che volendo e dovendo a tutti provvedere finisce per non farcela a tenere i conti. Sanità, scuola, sicurezza sono i punti deboli delle democrazie che li vantavano come punti di forza. Il liberismo ha schiantato chiunque ritenesse che, più che solo produrre, fosse necessario anche distribuire. E distribuire con equità.

Ma se gli stessi critici della democrazia si affermano è grazie alla democrazia che glielo consente prima che ne sia da loro stessi eliminata. Così il tempo dell’incertezza, il tempo delle crisi economiche che arricchiscono i ricchi e impoveriscono i poveri, il tempo delle guerre sotto casa, il tempo delle tecnologie che sembrano minacciare di sostituirci, il tempo delle diseguaglianze, il tempo del futuro che non è più quello di una volta portano le democrazie a una conseguenza mai sufficientemente allarmata: le democrazie non fanno più figli. Così oggi ci sono al mondo più regimi autoritari che regimi democratici. L’uomo solo che ci toglie libertà promettendo di risolverci problemi che aggrava invece di risolvere. Così oggi al mondo si afferma un Nuovo Ordine in contrapposizione all’Occidente.

Basta vedere la fotografia di gruppo dei protagonisti del Nuovo Ordine in occasione del Giorno della Vittoria a Pechino. Quelli dei Sud del mondo che tacciano l’Occidente di colonialismo ai loro danni. Spesso a ragione ma non come se l’Occidente fosse solo questo. Un dittatore a vita come il cinese Xi che si presenta come uomo della pace esibendo armi mostruose che un giorno vorranno prendere Taiwan. Che predica la giustizia e in casa perseguita gli uiguri e i tibetani oltre al ferreo controllo sociale sui cittadini, mentre in Africa (e non solo) fa il colonialista non il filantropo. Uno come Putin che ammazza o suicida oppositori e giornalisti ed esprime il suo pacifismo aggredendo l’Ucraina. Un torturatore come l’impresentabile nordcoreano Kim Jong-un fiero delle sue fosse comuni. Un persecutore di donne e maniaco di impiccagioni come il presidente iraniano Pezeshkian. Il capo della sanguinaria giunta militare birmana. Più personaggini vari tra Egitto, Argentina, Bielorussia che stanno alla democrazia come lo zucchero sta al diabete.

È possibile che l’Occidente sia il peggiore dei posti possibili. Ma vedendo la foto dell’alternativa proposta, si può dire il peggiore esclusi tutti gli altri. Il Nuovo Ordine è un Vecchio Ordine cui le democrazie hanno (purtroppo) conferito vita e speranza.

Privacy Policy Cookie Policy