il problema

Dalla conoscenza al meta-welfare, ecco il nuovo divario

Antonio Derinaldis

Come garantire l’accesso alla connettività per tutti? Come navigare nel sovraccarico informativo?

«Più volte ho proposto un principio che è indispensabile per costruire l’amicizia sociale: l’unità è superiore al conflitto. Non significa puntare al sincretismo, né all’assorbimento di uno nell’altro, ma alla risoluzione su di un piano superiore che conserva in se’ le preziose potenzialità delle polarità in contrasto». Così scriveva Papa Francesco nella Lettera Enciclica Fratelli Tutti.

La storia muta, le persone cambiano, si oltrepassa la partecipazione contemplata per approdare alla partecipazione attiva, quella che J. Maritain con vigore chiamava la dottrina dell’umanesimo dell’impegno.

La società della conoscenza dinanzi alle sfide attuali ha l’opportunità di cogliere l’occasione, di ascoltare il novus, la persona «iper-nuova» che riflette quotidianamente sul vento di cambiamento che ci sta travolgendo. La terza missione della conoscenza che abbiamo conosciuto, si indirizza verso la «quarta missione». Ben presto contribuirà «a unire» tutti gli elementi per orientarci verso il superamento delle disuguaglianze sociali nelle loro diverse forme. Ma il «nuovo» è già laboratorio, già innovazione sociale. «Nella nostra galassia ci sono quattrocento miliardi di stelle, e nell’universo ci sono più di cento miliardi di galassie. Pensare di essere unici è molto improbabile» (Margherita Hack) . La sfida del futuro è e rimane la «nueva edification» di una società a misura di persone per tutte le età.

L’Agenda 2030 ONU sullo sviluppo sostenibile è il pilastro centrale: one planet, one people. Dobbiamo cambiare i linguaggi, centralizzare le creatività, interfacciare le emozioni. L’interfaccia della conoscenza e nuovi modelli di sviluppo dei saperi tra dimensione umana e dimensione meta-virtuale digitale diventa «altro». Altro dal sé. Macchine virtuali, reti neurali artificiali previste, umanistica cibernetica, spiegazione semantica, frames vettoriali, scripts, visori meta-quest e tanto ancora sono già entrati nella vita quotidiana.

Dice sempre Giovanni Scarafile: «Come garantire l’accesso alla connettività per tutti? Come navigare nel sovraccarico informativo? L’apprendimento e la conoscenza digitale ha ampliato le voci e le realtà che dobbiamo considerare in spirito inclusivo». E allora da queste premesse la domanda è: è già in atto la «singolarità»? C’è un «poli-verso» da combinare, esplorare e generare? Da un lato le riflessioni sono su temi come i molti problemi della coscienza, sul rapporto tra coscienza fenomenica e altro da noi; sui significati e sulle comprensioni di relazione tra la mente e il corpo; sulla possibile presenza del «digital inter-face human machine» e intelligenze organoidi. Dall’altro la mistica della singolarità si annuncia con i suoi profeti, con le previsioni in competizione e la costruzione dell’emulazione del cervello.

L’umanesimo digitale, figlia della filosofia sociale, diventa «promt-logia» rendendo «circolare» la conoscenza e il sapere quale sviluppo e volano della comunità globale. Qui si genera un nuovo modello interconnesso di sviluppo come dice Scarafile: «Unire persone e luoghi attraverso le reti di connettività e svelare la ricchezza delle visioni del mondo». Sempre a patto che l’algoretica prevalga, che la persona umana governi l’algocrazia e che il «meta-welfare» sia di prossimità superando le disuguaglianze sociali del digital divide, del learning divide e del new divide ancora da esplorare ma già presente nel profondo «tra noi”».

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