L'analisi
La giusta educazione può proteggere le bimbe dagli abusi
Quando sono presenti carenze di affetto, di rispetto e di valorizzazione della soggettività, il minore non sviluppa la capacità di individuarsi e di percepirsi come persona, autodeterminandosi, ma al contrario vive in una perenne sensazione di dipendenza e paura, di colpa e di vergogna
«Avevo paura che se ne andasse e che non mi volesse più bene». Chi pronuncia queste parole è una delle ragazzine abusate dall’imprenditore di 55 anni della provincia di Bari, ex compagno della madre, in preda ai propri istinti e soggetto a devianze sessuali - dagli atti -, impedito dalla capacità di distinguere una persona da un oggetto.
La ragazza quattordicenne, non era riuscita a definire in modo chiaro quali fossero i confini dell’effusione affettiva richiesta, aveva la percezione di qualcosa che non andasse, ma non era capace di decifrare e distinguere i gesti di amore ricevuti, come regali, attenzioni, complimenti e le richieste di baci e di approcci fisici, in un crescendo che rendeva quasi normale concedere parti sempre crescenti del proprio corpo. Poi a scuola parlando di violenze sulle donne e di bambini violentati, ha capito che quello succedeva non era giusto.
Quando sono presenti carenze di affetto, di rispetto e di valorizzazione della soggettività, il minore non sviluppa la capacità di individuarsi e di percepirsi come persona, autodeterminandosi, ma al contrario vive in una perenne sensazione di dipendenza e paura, di colpa e di vergogna.
Gran parte dell’educazione delle bambine, più che quella dei bambini, viene orientata all’obbedienza, alla mansuetudine, alla bontà, alla bellezza, alla acquiescenza, tanto da elogiarle come brave bambine, quindi meritevoli di amore, protezione e attenzione. Un affetto condizionato e funzionale alla capacità di rispondere alle richieste esterne, piuttosto che alla capacità di sviluppare la sensibilità verso le richieste interne, le sensazioni, le emozioni e le percezioni personali, legittimandole e valutandole personalmente.
Poco amore, assenza di riferimenti forti e scarsa consapevolezza di sé, espongono bambine e bambini a possibili abusi psicologici, fisici e sessuali. L’amore, la stima di sé, la fiducia in sé stessi, lo sviluppo di identità e personalità, sono gli antidoti alle violenze e permettono anche ai minori di riconoscere situazioni confusive, manipolative, di gestirle o segnalarle, nel rispetto dei propri confini personali.