politica
Quanti fiumi di teorie, alla destra pugliese serve un’autoanalisi
Il mondo là fuori cambia velocemente, e con lui anche le nostre certezze. E mentre succede tutto questo, da noi si torna sempre al solito copione: «Io c’ero, tu no»
Forse, invece di lanciarci in analisi politiche lunghe e complicate, alla destra pugliese servirebbe semplicemente fermarsi un attimo e guardarsi dentro. Forse è davvero giunto il momento di smettere di correre in tondo e iniziare a camminare con una direzione. Niente di troppo elaborato, solo un momento per capire davvero «dove siamo e dove vogliamo andare».
Oggi siamo tutti bombardati da un’infinità di stimoli: notizie, immagini, video, post, slogan… tutto e il contrario di tutto. Ma invece di arricchirci, questa valanga di contenuti ci sta svuotando. È come se fossimo ingolfati, culturalmente e politicamente. E poi, in periodo pre-elettorale - che qui da noi sembra non finire mai - il rumore aumenta ancora di più: parole su parole, ma pochi fatti, poca chiarezza, zero visione. Si sente il bisogno di silenzio, di una pausa. Un momento per riflettere davvero, per fare ordine.
Il mondo là fuori cambia velocemente, e con lui anche le nostre certezze. E mentre succede tutto questo, da noi si torna sempre al solito copione: «Io c’ero, tu no», «Io ho fatto la militanza vera, gli altri si sono nascosti».
Ma a cosa serve, davvero, questo rinfacciarsi continuo? Certamente, poi, in periodo pre-elettorale - e da noi è un continuo - la «situazione» diventa assolutamente insostenibile, perché non si cerca di chiarire percorsi o centrare obiettivi, ma è solo un susseguirsi di parole su parole. Un collage del nulla, mentre servirebbe la ricerca di un sano silenzio, un momento di riflessione, con il desiderio di guardarsi dentro.
Il mondo è in subbuglio, con un persistente rimescolamento di quelle certezze che avevano costruito il nostro stesso essere. L’eccesso impoverisce, diventa dannoso, specie poi quando si comincia la tiritera: «Io ho combattuto, tanti di voi no. Io ho fatto la guardia al famoso bidone di benzina, e molti si sono defilati»… e questo proprio quando si cerca di aggregare e di trovare qualcuno o qualcuna che possa guidare una coalizione per la confezione di un governo, sia comunale che regionale.
A parte queste «baruffe chiozzotte», si dovrebbe costruire qualcosa di solido - una coalizione, un progetto, una guida. Forse è il caso di evitare gli errori della sinistra e riparlare correttamente di democrazia dell’alternanza. È più utile provare a fare qualcosa di diverso. Chiedersi: chi può davvero rappresentare la grande destra pugliese in Regione? Chi può rappresentare la proposta giusta per tradurre sul territorio il lavoro enorme che sta portando avanti Giorgia Meloni a livello nazionale? Perché quel lavoro non vascolarizza e irrora il territorio: arriva solo un’eco lontana. Serve qualcuno che sappia leggere il presente e immaginare il futuro. Ma prima di tutto, serve voglia di ascoltarsi e ripartire a mente priva di scorie dannose!