L'analisi

Giuli, il pensiero solare e quella sinistra esperta solo di meme

Onofrio Romano

È curiosa questa inversione di ruoli: da sempre, sono le forze della reazione a farsi beffe degli intellettuali e degli eloqui forbiti

È curiosa questa inversione di ruoli: da sempre, sono le forze della reazione a farsi beffe degli intellettuali e degli eloqui forbiti. «Noi siamo contro i concettualismi verbosi, contro gli intellettualismi molli e snervanti. L’uomo nuovo del fascismo si distingue per la sua volontà e azione», tuonava Benito Mussolini. Tutte le forme di autoritarismo populista sono nate da una preventiva bonifica culturale. Si resta, dunque, di stucco di fronte al fuoco di fila dei «progressisti» contro le (presunte) bizzarrie retoriche del Ministro Giuli: «Posso dire che siamo qui per riaffermare la centralità di quel che si può chiamare pensiero solare - ha scandito il Nostro alla Buchmesse francofortese -, il punto d’incontro tra la rigidità delle ideologie, della battaglia delle idee, che si discioglie nella luce meridiana dello spirito mediterraneo».

Apriti cielo! Redattori di grandi giornali e produttori di meme in servizio permanente sui social si sono scatenati per censurare la nuova uscita del titolare della cultura, colpevole di cripticità (Repubblica), ermetismo (Corriere della Sera), fumosità (Open). Giudizi che servono solo a preparare il terreno per la vera rivelazione: quelle parole contengono un chiaro inno al fascismo e proprio per questo il ministro le cela dietro una patina di oscurità. «Il discorso di Giuli sul “pensiero solare” richiama l’ideologia neofascista di Evola», sentenzia sul Domani online Andrea Colamedici, direttore ad un tempo del «Festival del pensare contemporaneo» di Piacenza e del Carnevale di Putignano (un collegamento ci sarà senz’altro). Di più, «attinge a piene mani, e consapevolmente - secondo Carlo Greppi - al pensiero e al vocabolario di Julius Evola, fascista e teorico del razzismo; di quel brodo informe, peraltro, si nutrì lo stragismo nero negli anni Settanta», nientedimeno.

«Giuli si lancia in un’arditissima e confusa apologia di Julius Evola e del suo “pensiero solare”, quello stesso Evola intellettuale di riferimento suo (non ne ha mai fatto mistero) e dell’ultradestra italiana e post-fascista», conferma Lorenzo Tosa. «Ci aspettiamo la cabala e il pitagoresimo», ironizza Nadia Urbinati, politologa della Columbia University. Per non citare le numerose perle prodotte, sulla stessa falsariga, dal popolo dei social.

Ebbene, questa volta la «sinistra collettiva» è cascata su una gigantesca buccia di banana. Le parole di Giuli, infatti, sono una citazione quasi testuale di un passo de L’uomo in rivolta di quel noto «fascista» (sic!) di Albert Camus: «Questo contrappeso, questo spirito che misura la vita, è il medesimo che anima la lunga tradizione di quello che si può chiamare pensiero solare, nel quale, dai Greci in poi, la natura è sempre stata equilibrata al divenire. La storia della prima Internazionale, in cui il socialismo tedesco lotta senza posa contro il pensiero libertario dei Francesi e degli Spagnoli, degli Italiani, è la storia delle lotte tra ideologia tedesca e spirito mediterraneo».

La cosa è aggravata dal fatto che, all’evidenza, Giuli non ha attinto il passo direttamente dall’opera di Camus, ma da quell’altro famigerato fascista, ben noto alle nostre latitudini, di nome Franco Cassano, che cita il brano e lo inquadra nella tematizzazione de Il pensiero meridiano.

Ora, si può anche ammettere che l’operazione di Giuli sia strumentale al conseguimento di altre finalità, ma proprio per questo una sinistra seria, invece che ironizzare e stigmatizzare le parole del ministro, avrebbe dovuto incalzarlo e inchiodarlo al loro senso. Come si concilia lo spirito mediterraneo con la deportazione degli immigrati in Albania? Che cosa sta facendo il governo per porre fine alla mattanza in Palestina e trovare una mediazione politica? Dov’è la stemperante luce meridiana se poi ci si conforma alla rigidità ideologica e bellica sostenuta da Ue e Nato in Ucraina? Ma una sinistra senza bussola, che non riconosce più i propri punti di riferimento intellettuali, facendoli rivoltare nella tomba, è spacciata in partenza e di fronte all’impresa egemonica lanciata dalla destra può solo ingannare il tempo con i meme.

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