L'analisi

Da Conte a Renzi la fine annunciata del campo largo

Biagio Marzo

Siamo sull’orlo di una guerra, che si sta allargando a macchia d’olio, i politici italiani non guardano il conflitto russo-ucraino e quello in Medio Oriente, ma litigano sulle elezioni in Liguria, Umbria e in Emilia Romagna

Siamo sull’orlo di una guerra, che si sta allargando a macchia d’olio, i politici italiani non guardano il conflitto russo-ucraino e quello in Medio Oriente, ma litigano sulle elezioni in Liguria, Umbria e in Emilia Romagna. Per avere un quadro completo, Conte litiga con Renzi e, viceversa, Tajani con Salvini. Beninteso, sono scontri «ravvicinati di terzo tipo», diversi tra loro.

Per Giuseppe Conte non esiste più il campo largo, per colpa della presenza di Matteo Renzi, ma, a ben pensarci, non è mai esistito, sono stati soltanto Goffredo Bettini la mente e Nicola Zingaretti il braccio che lo alimentavano. Conte non ha creduto tant’è che parlava di capo giusto. Sia l’uno e sia l’altro non aveva un suo ubi consistam, nel senso di progetto e di alleanze.

Conte, ultimamente, ha fatto sfoggio di una politica di forte e di violento contrasto nei confronti di Matteo Renzi, indesiderato in una alleanza in cui è compresa tutta l’opposizione. Ad avviso del leader 5s, Renzi farebbe perdere voti, per cui ha posto l’aut l’aut : o M5s o Iv. Tra Conte e Renzi non c’è stato mai un feeling, a maggior ragione da quanto questi fece cadere il governo guidato da quegli, agevolando l’ingresso di Mario Draghi a Palazzo Chigi. Sennonché, Conte ha accentuato la conventio ad excludendum a Renzi, da quando questi ha lanciato la candidatura di Elly Schlein alla presidenza del consiglio. Da qui, si è aperto lo scontro al calor bianco tra i due ex premier. Diciamola tutta, l’ex premier 5s ha messo una sorta di ipoteca su Palazzo Chigi e non sopporta che altri, in questo caso la leader Dem, abbiano il suo medesimo obiettivo. Sicché, la politica contiana è divenuta una variabile impazzita all’interno dell’opposizione. Ha messo il veto all’ingresso di Iv nella coalizione che sostiene la candidatura di Andrea Orlando alla presidenza della Liguria. Non si è fermato qui. Dalla Liguria è passato all’Emilia Romagna, mentre sull’Umbria nulla quaestio, visto Iv si è camuffata da lista civica.

In una escalation di improperi, Conte ha ribadito che non può stare insieme a Renzi a ciò questi ha risposto che resta, costi quel che costi, nella coalizione del candidato dell’Emilia e Romagna, Michele De Pascale. Anche perché, l’ex presidente Bonaccini ha usufruito l’appoggio di Iv con i suoi tre consiglieri regionali di cui uno assessore. Insomma, stava nella maggioranza Bonaccini e vuole restare nella coalizione De Pascale. Ironia della vita politica, nella giunta Bonaccini e in quella della sua erede facente funzioni, Irene Priolo, il M5s è stato all’opposizione.

Tutto questo indebolisce Schlein ed è grasso che cola per Meloni. Siccome, la leader del Pd non vuole entrare nella mischia, schierandosi con l’uno o con l’altro, ha spostato il tiro politico, ribadendo che l’opposizione deve battere la destra. Al che, Conte non c’è stato a non avere una risposta sul caso Renzi ed è sbottato sull’inesistenza del campo largo.

Alle viste della Costituente 5S, Conte ha scelto la tattica di alzare la polemica contro il Partito democratico, dato che Beppe Grillo l’aveva accusato di svolgere un ruolo subalterno nei confronti di Elly Schlein. Oltretutto, ha scelto una linea ambigua sulla politica estera e ha preso la bandiera pacifista sul conflitto russo-ucraino, aspettando la vittoria alla Casa Bianca di Donald Trump. Di cui, va ricordato l’appoggio a «Giuseppi», in occasione della riconferma del Conte 2.

Sottovalutare Giuseppe Conte si commetterebbe un serio errore politico. Vale la pena avvolgere il nastro. Bettini teorizzò la formula del campo largo, la cui cuspide avrebbe dovuto essere Conte. Bettini non era solo nel portare avanti la proposta Conte a Palazzo Chigi, ma aveva, anche, l’endorsement di Luigi Bersani e di tutto Articolo 1. Ultimamente, il M5s fa parte, a Strasburgo, della Sinistra europea, «The Left», di cui la Sinistra italiana di Nichi Vendola e Nicola Fratoianni ha voce in capitolo, in questo gruppo europarlamentare . I Verdi di Bonelli sono alleati di Sinistra italiana di Fratoianni sono confluiti in Avs. Tutto torna. E Conte si trova in una botte di ferro, senza chiodi. In politica estera - come detto - è amico di Trump; il pacifismo contiano è buono per tutti gli usi, compreso quello di Putin. Ai tempi del Covid, Conte invitò i russi, in Italia, e inviarono persino medici e infermieri che invece di combatte il virus andavano in giro fotografando e raccogliendo dati militari. Persino, la Cina è vicina. Nel panorama italiano. una parte consistente del Pd e di Avs non dispiacerebbe Conte. Essendo un devoto di Padre Pio alcuni cattolici lo seguirebbero, religiosamente. Guarda caso, tutti avversari di Matteo Renzi. Non contando Carlo Calenda.

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