L'analisi
Quella politica dei pavidi tra i rampolli dei clan e i civismi in salsa barese
Mettere in correlazione il risveglio dei rampolli dei clan baresi con le dinamiche della politica e dell’amministrazione comunale sarebbe un errore e rischierebbe di sconfinare nella demagogia fine a se stessa
Mettere in correlazione il risveglio dei rampolli dei clan baresi con le dinamiche della politica e dell’amministrazione comunale sarebbe un errore e rischierebbe di sconfinare nella demagogia fine a se stessa. Ma colpisce il contrasto tra gli efferati avvenimenti di questi giorni, con l’uccisione di una 19enne da parte di un figlioccio della «Gomorra alla barese», con le spallucce della politica che, addirittura, prova a distrarre su eventuali, improbabili fuochi amministrativi causati dallo scioglimento del Comune di Bari, assediato e condizionato sulle aziende municipalizzate - stando a quanto emerso dall’inchiesta Codice Interno - proprio da quei clan che lasciano i rampolli a sfidarsi liberamente fuori dalle discoteche.
Nei giorni in cui, infatti, una ragazza che pare non c’entrasse nulla viene colpita mortalmente e la Commissione antimafia del Viminale deposita la sua relazione secretata sull’inchiesta relativa allo scambio di voti che ha investito Bari a causa di quei clan, il centrodestra - uscito sconfitto dalle urne - ha pensato bene di «addolcire la pillola» auspicando una riforma delle normative che attengono allo scioglimento per mafia delle pubbliche amministrazioni. Un principio forse giusto, se pensiamo alle tante amministrazioni elette e bloccate da indagini finite nel nulla. Ma, che dire: un tempismo perfetto.
Stride ancor di più leggere le intemerate del capogruppo dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri - il quale non ne risparmia una alla Procura di Bari rea di aver «assolto» il sindaco uscente Decaro e la sua amministrazione dai reati emersi dell’inchiesta insieme alle scelte assessorili nella Regione del sodale Emiliano - con le dichiarazioni del segretario regionale azzurro D’Attis, che invece si premura di allertare tutti sulla necessità di rivedere le normative sullo scioglimento dei Comuni. Delle due l’una: o l’intento era spingere ad un commissariamento di Bari (evento che non accade per moral suasion della politica ma per rigorose procedure statali) o era l’esatto opposto: scongiurare una nuova catastrofe del centrodestra alle possibili, prossime urne baresi post-scioglimento. In entrambe le eventualità, un tempismo perfetto.
La storia non la si fa con le moral suasion: il neo-sindaco Vito Leccese ha stravinto sul centrodestra 70 a 30 e il partito di Gasparri e D’Attis ha ormai percentuali di consenso da prefisso telefonico a Bari. Che il centrodestra abbia vissuto il calvario dell’inchiesta peggio del centrosinistra, ben più travolto del primo dal fango dello scambio di voti (tra i Cataldo registi delle urne e gli assessori comunali o regionali, dai Pisicchio alle Maurodinoia), è cosa nota. Eppure, mentre a sinistra il sindaco uscente celebrato alle urne con mezzo milione di consensi oggi fa serenamente politica a Bruxelles (Decaro) e nulla sa dei Palermiti che condizionavano le assunzioni nelle sue municipalizzate; mentre il presidente della regione Emiliano va avanti nell’ultimo anno di legislatura proseguendo nei campi larghi che lasciano ampie fette di potere alle liste civiche trasversali e, come dimostrato dall’inchiesta, spesso attraversate dai clan; mentre la città si risveglia dai torpori estivi con una innocente 19enne a terra per rese di conti tra i ragazzi di quei clan; mentre il Viminale si accinge a chiudere il dossier sul caso Bari. Ecco, mentre va in scena tutto questo, il centrodestra trova il suo tempismo perfetto: non è che dobbiamo rivedere la legge sullo scioglimento dei Comuni?
Brutta cosa la pavidità. Brutto quando la risposta ai Palermiti, ai figliocci dei clan rivali, alla violenza in libertà non arriva proprio dalla politica, cioè dagli organismi intermedi (associazioni, partiti) che, invece, pochi mesi orsono si sperticavano in dichiarazioni anti-criminalità e consumavano le suole delle scarpe nei quartieri periferici promettendo la rivoluzione a Bari. Brutto quando gli slogan sulla legalità (con tanto di «patti» e assessorati o deleghe annessi) arrivino solo durante la campagna elettorale, prima che la gente comune venga a votarti. Poi, le «giuste cause» della sinistra e i manifesti per la «città più sicura» della destra svaniscono come un battito di ciglia.
Mettere sotto il tappeto la polvere stratificata delle infiltrazioni criminali pur di rifuggire dalla amara realtà di una città ancora pressata dai clan, con i figli che spadroneggiano al posto dei padri incarcerati, è il segno più qualificante di una politica che allontana i cittadini dalle urne. E la prova che questa politica non si è per nulla liberata dal «civismo» dietro il quale si maschera il «trasformismo» finito nella inchiesta arriva dalle tragicomiche vicende che stanno accadendo nella neonata amministrazione Leccese, con quell’impasse in cui si è trovato il Consiglio comunale (e il consiglio metropolitano) nelle poltrone da assegnare, rigorosamente finite - o in procinto di finire - ai campioni di quei movimenti civici (Sud al Centro) che la Procura ha provato a fermare.
Bari, a dirla a chiare lettere ai politici professionisti delle periferie in campagna elettorale è ancora infestata dai clan, se ci sono i discendenti a spadroneggiare con le pistole. E la politica barese, a dirla a chiare lettere ai professionisti della «legalità», è ancora infestata dai trasversalismi vestiti da civismo che occupano i seggi della pubblica amministrazione. Finito il tempo delle «giuste cause», delle campagne per la legalità, della sinistra rivoluzionaria e della destra legalitaria che si contendevano le poltrone dell’Aula Dalfino, l’eredità lasciata dalle elezioni è Michele Lavopa, reo-confesso killer per strada forgiato dalla Gomorra in salsa barese. E un Comune dove la distribuzione da manuale Cencelli, come un gioco dell’oca, riporta i seggi da ssegnare sempre là dove Sandrino era stato fermato. D’Attis se n’è accorto?