La riflessione

Dai giovani agli anziani la grande sfida del welfare cittadino

Francesco Caroli

Le politiche di welfare delle città assumono un ruolo cruciale per la tenuta dell’equilibrio generale di una comunità

Le città sono da sempre i luoghi dove si svolge la vita delle persone. Qui nascono i problemi quotidiani che scaturiscono dalle scelte politiche regionali, nazionali e, addirittura, geopolitiche. Ma, e per fortuna, le città sono anche il luogo dove nascono le soluzioni pratiche, le evoluzioni e i cambiamenti che permettono alla nostra società di progredire.

In quest’ottica le politiche di welfare delle città, ormai non più riconducibili solo ed esclusivamente ad uno specifico assessorato, assumono un ruolo cruciale per la tenuta dell’equilibrio generale di una comunità. Questa centralità e importanza del «sistema di welfare cittadino» si scontra, tuttavia, da una parte con la scarsità di strumenti di intervento e risorse, dall’altra con il potenziale esplosivo di sfide immense. Interessante a tal proposito è stato il tentativo di Lamberto Bertolé, Beppe Sala e del Comune di Milano di mettere in fila tali elementi per aprire una discussione pubblica su queste importanti sfide, in occasione del Forum del Welfare 2024, che riguardano la comunità di ogni luogo nella dimensione collettiva ma, anche, quella individuale di ciascuno.

Le sfide riguardano, però, tutte le città italiane e non solo. Desta sempre più preoccupazione la situazione del disagio dei nostri adolescenti. Siamo di fronte, infatti, ad un bisogno che sta cambiando: il tema della salute mentale e del benessere psicologico riguarda un numero crescente di ragazze e ragazzi. Il disagio giovanile produce solitudine e isolamento e si riflette anche sulla coesione sociale nei quartieri. Sul tema della disabilità le novità legislative del progetto di vita delle persone attribuiscono importanti competenze e responsabilità ai Comuni che dovranno essere sostenuti con adeguati trasferimenti di risorse necessari per garantire all’ente di svolgere efficacemente il suo ruolo di prossimità.

Sul fronte dell’invecchiamento i trend sociodemografici parlano chiaro: la popolazione continua a invecchiare, aumentano le persone sole e con malattie croniche, le reti famigliari si assottigliano. Le attuali soluzioni per l’autonomia abitativa e il sostegno alla non autosufficienza mostrano limiti di sostenibilità economica e di adeguatezza rispetto ai nuovi bisogni. Servono risposte innovative, centrate su integrazione sociosanitaria e welfare territoriale, senior housing diffuso, invecchiamento attivo e approccio intergenerazionale.

A tal proposito, l’immigrazione potrebbe rappresentare un’opportunità. Il nostro Paese invece continua ad affrontarla solo come un’emergenza e una criticità, senza davvero scioglierne i nodi e coglierne le potenzialità. Ad oggi il quadro normativo nazionale genera illegalità e non aiuta a gestire razionalmente il fenomeno. Tanti sono gli ambiti lavorativi in crisi di mano d’opera e tra questi c’è sicuramente il lavoro sociale. L’aumento della domanda sociale e la diminuzione delle risorse pubbliche disponibili incidono non solo sulla qualità del lavoro sociale, che già tanto ha pagato in questi anni, ma sulla stessa capacità del nostro sistema di garantire il capitale umano che «fa» il welfare. Oggi più che mai, la coesistenza tra diversi interessi pone la necessità di un confronto e di un’assunzione di responsabilità condivisa da parte di tutti gli attori coinvolti.

Superare la frammentazione, anche, del welfare locale è, inoltre, fondamentale per incidere sulle disuguaglianze crescenti: consolidare le reti sociali è la strada maestra per raggiungere persone e nuclei che altrimenti rimarrebbero invisibili al sistema. Le misure locali contro la povertà minorile e la grave marginalità, per il diritto all’abitare e l’accesso alimentare sono tasselli fondamentali, che tuttavia incidono efficacemente solo se accompagnate da politiche nazionali di sostegno al reddito e garanzia di un salario minimo. Alcune tendenze che si sono manifestate negli ultimi anni, infatti, sono diventate strutturali e come tali vanno affrontate.

I Comuni, insomma, affrontano ogni giorno sfide sociali sempre più complesse che incidono nella vita di ciascuno. Per questo, il loro fondamentale ruolo ha una dimensione politica che deve essere riconosciuta e valorizzata. La consapevolezza di tutto questo è fondamentale per apportare gli opportuni accorgimenti: servono strumenti e finanziamenti ai Comuni, altrimenti anche quelli più virtuosi molto presto faranno fatica a costruire soluzioni efficaci. Annotiamolo, è utile quando si parla di autonomia...delle regioni.

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