la riflessione

Una lapide per ricordare Antonio Cuccovillo imprenditore lungimirante

L’imprenditore ha dato il nome all’Istituto Tecnico Superiore per la meccatronica del capoluogo pugliese

In una fase in cui gli ITS-Istituti Tecnici Superiori stanno sempre di più manifestando in Italia e nel Mezzogiorno la loro importanza ai fini di una formazione di qualità per giovani da inserire in mercati del lavoro che ricercano figure immediatamente impiegabili in fabbriche a tecnologia avanzata, ci è parso opportuno ricordare la figura cui è dedicato l’ITS operante a Bari non solo nel settore della meccatronica, ma anche in altri comparti.

Antonio Cuccovillo, l’imprenditore che ha dato il nome all’Istituto Tecnico Superiore per la meccatronica istituito nel capoluogo regionale e operante con crescente successo da molti anni anche con attività formative in altre province pugliesi, è stato una personalità molto stimata nella business community non solo in città ma anche a livello nazionale nel comparto di appartenenza. Lo scrivente ha collaborato a lungo con lui professionalmente e lo ricorda con immutato affetto.

Conseguita la laurea in Economia e Commercio nell’Ateneo barese, Cuccovillo, affiancato dal fratello, assunse la guida delle Officine omonime fondate dal padre con sede in via Napoli a Bari, che si erano venute specializzando come subfornitrici di qualità nel settore ferroviario, lavorando per aziende di Gruppi come l’Ansaldo, Firema ed altre di rilievo anche internazionale.

Produzioni quelle dell’azienda molto qualificate perché destinate ad essere parti integranti di vetture adibite in prevalenza al trasporto passeggeri, e pertanto sottoposte a severi controlli di qualità da parte della grande committenza: un’attitudine, quella della società e di chi la dirigeva al costante perseguimento della qualità, che Antonio Cuccovillo avrebbe poi trasmesso soprattutto alle piccole e medie imprese della sezione meccanica della Confindustria di Bari che sarebbe stato chiamato a guidare come Presidente per alcuni anni.

Una carica assolta con autorevolezza al vertice della sezione - che è stata, ed è tuttora, una delle maggiori associazioni confindustriali della provincia per numero di società iscritte e loro fatturati - che rivelò una apprezzata virtù civile di Cuccovillo, consistita nel suo spendersi sempre con generosa continuità al servizio della business community locale, di cui è stato stimato componente, giungendo a ricoprire anche la carica di Vicepresidente della stessa Confindustria barese.

Una volontà di impegnarsi, oltre che nella guida della sua azienda, anche in attività di rappresentanza attiva delle altre imprese organizzate nell’Associazione che lo avrebbe portato poi al fianco di Francesco Divella, il prestigioso imprenditore del settore pastario di Rutigliano, quando questi venne chiamato a guidare come Presidente la Fiera del Levante, Ente nel cui Consiglio di amministrazione Cuccovillo ricoprì la carica di Vicepresidente.

Furono anni quelli in cui, all’interno della Campionaria di settembre, vennero organizzate in vasti stand presenze di gruppi di piccole e medie industrie meccaniche del Barese, spesso collegate in produzioni di filiera: «Pianeta metalmeccanica» era lo slogan che ne riassumeva l’insieme molto numeroso, supportato anche da filmati appositamente realizzati per l’occasione, le cui immagini informavano con ricchezza di particolari i tanti visitatori degli stand sulle attività e le produzioni delle imprese presenti.

Ma, pur essendo iscritto e dirigente della sezione meccanica della Confindustria di Bari, Cuccovillo - comprendendo già all’inizio degli anni ’90 la necessità di allargare all’intera regione le collaborazioni fra le imprese del comparto, sottoposto a crescenti stress competitivi in tutte le aree pugliesi - si impegnò in prima persona proprio a partire dal 1990 nella costituzione del COMEX, Consorzio metalmeccanico all’esportazione, nato con la finalità, da un lato, di favorire le vendite all’estero delle aziende associate e, dall’altro, di presentare a grandi committenti italiani ed esteri le imprese aderenti al consorzio, collegate in filiere produttive integrate. Aggregare all’epoca in organismi consortili Pmi abituate - allora come oggi del resto - a radicati comportamenti individualistici, non risultò affatto facile, ma la scommessa venne vinta grazie non solo alla determinazione di Cuccovillo ma anche alla lungimiranza di alcuni imprenditori di seconda generazione.

Chi scrive venne chiamato a guidare per tre anni il Comitato scientifico dell’organismo consortile, cui aderirono oltre 50 piccole e medie industrie meccaniche, prevalentemente impiantistiche e di subfornitura, non solo di Bari e provincia, ma anche del Foggiano e di Taranto.

E le iniziative promozionali del COMEX culminarono in due eventi organizzati l’uno a Bari nel 1991, e l’altro l’anno dopo sul Gargano a Vieste, dedicati il primo alle potenzialità del mercato impiantistico meridionale - che proprio in quel periodo vedeva la costruzione del grande stabilimento della Fiat a San Nicola di Melfi in Basilicata, in cui venne impegnata anche qualche azienda del COMEX - e l’altro, invece, finalizzato ad esplorare le dinamiche dei mercati esteri.

A tali affollatissimi eventi assicurarono presenza ed interventi non solo imprenditori, manager, dirigenti di banche, docenti universitari e funzionari di Enti e società pubbliche, ma anche, soprattutto nell’incontro di Bari, top manager del Gruppo Fiat che i dirigenti del COMEX avevano chiesto ed ottenuto di incontrare a Torino a Corso Marconi nell’autunno del ‘90. In quella occasione dal vertice del consorzio venne consegnato ai dirigenti della Fiat un ricco file in cofanetto con tutte le schede tecniche delle imprese associate, e si registrò così il convinto plauso del management torinese che riconobbe come fosse la prima volta che gli venivano presentate in forme organizzate e associative le capacità realizzative di un gruppo di Pmi pugliesi quando, invece, in passato dal Mezzogiorno si erano presentate all’ufficio acquisti della Fiat molte Pmi quasi sempre in ordine sparso, e pertanto poco esplicativo delle reali capacità realizzative delle singole imprese.

All’estero invece il COMEX operò in qualche Paese dell’Africa occidentale subsahariana come ad esempio il Benin.

Antonio Cuccovillo dunque è stato non solo un imprenditore dinamico e consapevole delle sfide sempre più dure imposte dai crescenti processi di internazionalizzazione alle nostre imprese - frequenti infatti erano i suoi viaggi in Germania, ove aveva intensificato i contatti con committenti del settore ferroviario - ma anche attivo protagonista della vita economica barese e pugliese. Pertanto è stata doverosa a suo tempo l’intestazione alla sua memoria del prestigioso Istituto Tecnico Superiore guidato autorevolmente dalla professoressa Scattarelli, e che oggi è un fiore all’occhiello del sistema formativo pugliese, meridionale e nazionale.

È auspicabile allora, ad avviso dello scrivente, che nell’Istituto dedicato alla memoria dell’imprenditore venga scoperta quanto prima una lapide che ricordi ai tanti giovani che lo frequentano una personalità ricca di cultura aziendale e di passione civile: virtù oggi e per l’avvenire più che mai necessarie per le nostre giovani generazioni.

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