L'analisi

Il Governo dimostri coraggio e vincoli le risorse per gli anziani

Antonio Perruggini, Manager Socio Sanitario

Occorre una determinata azione che dimostri di voler demolire la «politica dello scarto» denunciata da Papa Francesco

Dove sta andando il mondo degli anziani e soprattutto quale è il destino di quelli non autosufficienti? È una domanda «noiosa» che viene posta da anni ad ogni livello istituzionale ma che rimane sistematicamente senza risposta o meglio qualche risposta c’è ma è inevitabilmente legata alle ridotte capacità economiche dello Stato e delle regioni dimostrando una molto contenuta capacità di visione che deve essere invece anche organizzativa, strutturale e tecnologica e non solo finanziaria. Sembra siano passati decenni dalla tragedia provocata dalla pandemia quando centinaia di migliaia di anziani sono stati spazzati via e sotterrati in tutta fretta senza neppure un saluto dei familiari. Invece è passato solo pochissimo tempo e da quella strage non abbiamo ricavato alcun insegnamento, alcuna proposta alternativa delle istituzioni.

Ci aspettavamo doverosi rimedi, eravamo certi che vi sarebbero state nuove indicazioni normative, nuove sensibilità istituzionali, nuove visioni di rispetto per la vita delle persone, invece assistiamo al nulla come a cristallizzare quel maledetto concetto di inutilità a cui sembra destinato la persona anziana una volta che esce dal sistema produttivo. È doloroso constatare tutto questo, addirittura vergognoso. In Italia una persona anziana che vive a Trento non usufruisce degli stessi servizi della stessa persona che vive a Caltanisetta. Lo stesso dicasi per un anziano di Bologna e uno di Bari, uno di Firenze e uno di Potenza e così via. Potremmo continuare all’infinito in un paragone reso folle dalla parcellizzazione delle norme e dei regolamenti diversi in ogni regione di Italia e dalla autonomia dei bilanci autonomi delle regioni che a loro piacimento destinano le risorse a seconda delle loro visioni, spesso inefficaci. Allora è arrivato il momento ove con urgenza il Governo nazionale dia indicazioni perentorie alle regioni vincolando le risorse previste per la non autosufficienza e i servizi per gli anziani (assistenza domiciliare in primis) demolendo una volta per tutte quella discrezionalità che oggi fa decidere a un governante regionale quanto di quella somma va destinata agli anziani e quanto di quella somma invece viene veicolata verso altre poste di bilancio con le motivazioni più disparate semmai pure legittime sotto un aspetto normativo ma scientemente pianificate per sostenere altri settori della sanità più convenienti alla loro visione o peggio a clientele e convenienze di consenso elettorale.

Ci vuole coraggio, ci vuole una determinata azione del Governo nazionale che dimostri di voler demolire la «politica dello scarto» denunciata da Papa Francesco così come occorre che le regioni, a partire dalla Puglia che vive criticità di sistema più complesse delle altre, pongano il problema dell’assistenza alla persona anziana tra le loro priorità di programma dimostrando con i fatti e non con le lamentele di non essere complici di un sistema che fino a oggi ha fallito puntando su creatività, competenza, etica e soprattutto verso una nuova visione che sappia finalmente gestire il settore senza alibi ma con rispetto verso coloro a cui dobbiamo il benessere di oggi che non può essere limitato al momento in cui si conclude il ruolo produttivo donato allo Stato, quello stesso Stato che poi si dimentica delle persone associandole a un problema e non a una risorsa a cui tutti dovremmo essere riconoscenti.

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