IL COMMENTO

«E allora ti stronco» l’arma estorsiva delle recensioni online

Francesca Borri

Perché la recensione è un’arma, ormai. Un mezzo di estorsione e ritorsione.

«Non avevamo idea che in Italia la colazione fosse solo caffè e brioche: è stato un trauma», hanno scritto due belgi. «Ma per il resto tutto magnifico». Non avevano idea di tante cose, in realtà. Sono venuti in Toscana per Rosignano Solvay. Le spiagge bianche. Chiamate così non perché somigliano ai Caraibi, come credono i turisti: ma per gli sversamenti in mare della fabbrica di fronte. Che produce bicarbonato. Mi hanno guardato persi. Ma in alternativa, c’è sempre Firenze, ho detto. Mi hanno risposto: «What’s Firenze?»

E comunque, il trauma è stato piuttosto quello della barista in piazza. Aggredita perché non aveva eggs and bacon.

In un paesino di mille anime sparse.

Tre anni fa, ho aperto un B&B tra le colline di Pisa, di cui è originario mio padre. Che qui ha mille ricordi delle sue estati da piccolo. Che i miei ricordi, però, non sarebbero stati altrettanto bucolici, mi è stato chiaro già dalla prima prenotazione, l’intera casa, per l’intero agosto: due irlandesi che si erano dimenticati di dire che avevano una figlia di undici mesi, in una casa in cui i bambini non sono ammessi - che detta così, è un po’ rude, ma è a tutela dei bambini, non della casa, che è tutta spigoli, scalini, oggetti in vetro e ferro, e tutto a vista, perché tutto, dai tappeti alle bici ai bicchieri, arriva da un mio reportage, tutto ha una storia: ed è scelta per questo. All’una di notte, Ciara mi ha intimato di svuotarla: e sostituire tutto con truciolato Ikea e piatti di plastica. Giurandomi l’ergastolo se sua figlia si fosse anche solo graffiata. Da allora, i turisti si sono dimenticati di tutto: uno che aveva sette gatti, un altro che aveva due rottweiler, un altro ancora che aveva un pitone. Ma mi ha rassicurato subito: no, il pitone non morde.

In effetti, ho controllato su Google. Strangola.

E quindi Airbnb gli ha dato ragione. Aveva diritto a starsene con il suo pitone.

E i tre croati che si sono dimenticati che in realtà erano 16? Che poi, è un classico: prenotano per tre, e appena vai via ti sgattaiolano dentro altri trenta. Il tipo si è piazzato sul divano e ha detto: «E ora come mi sposti da qui?»

Dicendo, come tutti: «Provaci. E ti stronco la reputazione».

«Provaci. E avrai 1 di recensione».

Perché la recensione è un’arma, ormai. Un mezzo di estorsione e ritorsione.

E così, ora invece di organizzarmi per il Niger sono impaludata con Natasa, che è venuta da Londra per un concerto di Andrea Bocelli, prenotando tre camere, e alle 2 del mattino ha inviato un WhatsApp per dire che era buio, era lontano: e che dormivano in auto - erano a 9 chilometri da qui. Il giorno dopo, pretendendo il rimborso di una tariffa non rimborsabile, ha iniziato a tempestarmi di telefonate, dicendo che era una influencer, di mestiere, che aveva scoperto chi ero, e altro che Siria, altro che Iraq, truffavo i turisti, e lasciavo all’addiaccio tra gli orsi e i lupi tre straniere sole, pezzente, ripeteva, dirò a tutti cosa sei davvero, e poi, al solito: 1 di recensione, e ha demolito la media - in zona siamo tutti oltre il 9. Ma Booking le ha dato ragione. Tutti hanno diritto a esprimere la propria opinione.

Ma quale opinione, se non è mai stata qui? E per sua scelta?

La comodità dell’opinione senza la scomodità del pensiero.

Non si ha diritto alla recensione in un caso solo: se si viene rimborsati. E quindi avere una tariffa non rimborsabile sostanzialmente non ha senso. Paghi commissioni maggiori, e in più, ti esponi alla vendetta della Natasa di turno.

E senza la non rimborsabile, nove su dieci cancellano o non si presentano. Letteralmente. Nove su dieci.

Ed è così che alla fine ti ritrovi quello che incide il proprio nome sul Colosseo. Quello che sfascia una statua per scattarsi un selfie, quello che si tuffa nella fontana di Trevi. Quello che va via da Alberobello con un pezzo di trullo. Nonostante le commissioni da rapina, che sommate alle tasse, ti sottraggono già oltre metà delle entrate, i vari Booking e Airbnb non ti tutelano minimamente. Come se uno fosse ospite della zia. Non esistono regole. Paghi: e hai diritto a tutto. Due milanesi hanno prenotato una camera sola, e poi uno si è accampato in giardino, tre tedeschi per colazione hanno inteso anche l’aperitivo e i sandwich per il mare, per due settimane, due finlandesi hanno ordinato cappuccino, lasagne e cotoletta, e davanti al conto, hanno protestato sdegnati che non è vero che la colazione è inclusa nel prezzo, uno spagnolo ha contestato che la mansarda ha le scale, e uno slovacco che la casa è ancora in costruzione, perché ha il soffitto a travi e travicelli, e dunque, sostiene, è pericolosa: manca la muratura. E hanno avuto ragione. Sempre.

«Non sono la sua cameriera. Sono una giornalista», ho risposto a una svizzera che mi ha scritto: «Ho perso il treno. Passa a prendermi» - per la quarta volta in due giorni. «Chiunque tu sia, ora sei al mio servizio», ha ribattuto. Come se fossi compresa nella tariffa.

Tutti cercano la Toscana autentica. E poi stanno di guardia alla BMW fino all’alba perché scoprono che non c’è un sistema di sorveglianza, e no, le finestre non hanno grate, la porta non è blindata, e anzi, non è neppure chiusa, perché qui ci conosciamo tutti, e nessuno ha la piscina perché siamo quattro case intorno alle terme, più le cascate nei boschi, e la Versilia, naturalmente, e né nessuno ha l’aria condizionata, perché la sera sono 20 gradi anche adesso: e restano sconcertati. Il Bar Sport, invece della cucina fusion. La sagra della lepre invece dell’outlet di Gucci. Ma come, nessuno vende souvenir? E ora? Non ci sono che colline, ha scritto uno. Colline e silenzio. Madonna che ansia.

Intanto duello con Booking perché mi elimini l’1 di Natasa. Ho la media più bassa dei dintorni, ora, e vogliono tutti lo sconto: «Altrimenti ti stronco la reputazione». Manco avessero trovato un topo in frigo. Duella con Booking anche l’hotel in fondo alla strada. Bocciato da un’altra inglese. «Non è specificato che per le terme esterne si paga il biglietto», ha scritto. E le terme sono interne. Quelle esterne sono di un altro.

Privacy Policy Cookie Policy