L'analisi

Persi tempo e soldi ma la xylella non è inarrestabile

Enzo Lavarra

I dati riferiti dal Direttore del Comitato fito sanitario della Regione dicono con evidenza che l’avanzata della Xylella non è irresistibile.

I dati riferiti dal Direttore del Comitato fito sanitario della Regione dicono con evidenza che l’avanzata della Xylella non è irresistibile. L’obbiettivo, ad oggi, è il rallentamento e contenimento del contagio del vettore «sputacchina» nella corsa a Nord della Puglia . Basta un numero indicato dal dott. Infantino a confermare la fiducia in questa possibilità: dal monitoraggio in corso 1 su 1000 piante risulta infetta. Nel passato erano 30/40 con effetto propagazione devastante.

Questo intanto vuol dire che c’è una svolta nella politica della Regione. C’è un piano pluriennale fino al 2025. Cosi da avere visione prospettica. C’è maggior impiego di personale nel monitoraggio, maggiori controlli per l’applicazione delle buone pratiche agronomiche in primavera, interventi di eradicazione che i laboratori richiedono come necessari. E sostegno per i risarcimenti e per le sperimentazioni della tecnica del sovrainnesto delle cultivar tolleranti (leccino e favolosa).

Questo si deve ad alcuni fattori di fondo. Il primo è nella scelta dell’Assessorato e dei suoi Uffici di chiamare alla collaborazione i maggiori centri di ricerca pugliesi. Questi, nella disastrosa e irresponsabile gestione della legislatura regionale precedente, erano indicati come «untori» dal fanatismo negazionista e da qualche ambiente istituzionale (Verrà il tempo per chiederne conto davanti agli elettori). Oggi sono la punta di diamante della ricerca europea.

In cantiere vi sono obiettivi di costruire poli di ricerca integrata in campo. Con relative risorse finanziarie. E sono già in corso sia sperimentazioni in campo per aumentare il numero delle cultivar tolleranti (anche con incroci con i cosiddetti semenzali) sia per nuovi metodi di contrasto alla sputacchina. Come in un progetto fra Ciheam, Università di Bari, Foggia, Torino, Padova; a cui collabora il Cnr di Bari. Sì, la scienza pugliese è punta di diamante anche rispetto al Mediterraneo.

Mutamenti climatici e intensità degli scambi commerciali stanno generando invasione di specie aliene e patogeni di quarantena in tutto il Mediterraneo. Xylella è in Libano. Con Ciheam in prima fila, dunque, i nostri ricercatori sono la sponda scientifica per salvare l’agricoltura di quei Paesi. Già stressati da siccità e carestie , anche come conseguenza del deficit di approvvigionammo di fertilizzanti e grano per la guerra in Ucraina (un’altra ragione per dire stop alla escalation militare e sì al negoziato).

Questi riferimenti tuttavia non devono far abbassare la guardia . Dicono che esistono ancora 40 milioni di olivi da salvare e alcuni milioni di plurisecolari. Le condizioni fondamentali sono la consapevolezza che tutta la società pugliese deve intendere la Xylella alla stregua del Covid e che sulla stessa lunghezza d’onda agiscano da guida le istituzioni di Governo. Anci e Regione devono aprire un negoziato, se non una vertenza, con governo nazionale e Unione Europea. La dimensione e la frantumazione della proprietà aziendale non consentono di addossare ai soli agricoltori il costo delle misure, né nelle singole aziende vi è perizia tecnica adeguata. I risarcimenti son parziali e tardivi. Occorrono maggiori risorse finanziarie e assistenza tecnica della sfera pubblica. Solo alcuni degli esempi di cose da modificare. La Pac eroga risorse per l’inerbimento e dunque può scoraggiare il diserbo. È una debacle per la lotta alla sputacchina.

Ancora. La Piana dei Monumentali è iscritta nel Registro Nazionale dei Paesaggi rurali storici. Ma quali risorse automatiche aggiuntive deve portare questa iscrizione per non risultare solo l’ennesima etichetta senza beneficio concreto per gli olivicoltori della Piana? Sì, nulla sarà come prima (abbiamo perso 10 anni e 15-20 milioni di alberi; con grave impatto produttivo, paesaggistico; con rischio per il settore turistico ). Tuttavia l’impegno straordinaria di istituzioni , associanismo economico e cittadinanza può ancora salvare l’olivicoltura pugliese .

Privacy Policy Cookie Policy