La Fiera
La Campionaria, opportunità vera e irrinunciabile per le aziende del Mezzogiorno
Nel 2019, 23 appuntamenti e quasi 700mila persone a Bari
È proprio inutile parlare dell’importanza strategica di una fiera per la comunità circostante, quale potente attrattore turistico e fonte di competenze ed occupazione?
Negli ultimi decenni la Fiera del Levante ha vissuto momenti travagliati e alcuni anni fa la Camera di Commercio di Bari, che ho l’onore di presiedere, ha deciso di investire in questo ente per non disperdere un patrimonio che ancora tanto può dare alla Puglia. Lo ha fatto in partnership con FiereBologna, uno dei player più importanti del settore fieristico nazionale. Da lì è nato un nuovo corso, su una infrastruttura che, era ed è evidente ha tutti, mostra i segni del tempo.
Non è stato semplicemente acquisito un marchio, c’era una vecchia nave a vela da varare nuovamente, senza avere il tempo e il modo di farla sostare in cantiere a lungo.
Oggi la caravella non ha ancora tutte le vele spiegate è forse imbarca ogni tanto in filo di acqua, ma ora la nave è tornata a solcare i pur agitati mari.
Come Camera di commercio, come operatori economici, ci crediamo. Crediamo che la Fiera abbia ancora molto da dare. E ci credono ancor di più gli imprenditori: migliaia di espositori che investono le sempre scarse e più preziose risorse (soldi e tempo) puntando sulla Fiera del Levante e sulle sue kermesse. Non enti di beneficenza, imprese che tornano di anno in anno ad esporre a Bari, in Puglia.
C’è, contestualmente, tra un certo numero di baresi, un convincimento sotteso, un assioma ormai ricorrente: la Fiera del Levante non attrae più. “Non serve”. È vero? Prendiamo in esame i numeri del 2019. L’ultimo anno in cui la Nuova Fiera del Levante ha potuto operare a pieni giri, prima che la pandemia ci togliesse aria e luce.
23 appuntamenti, 130mila partecipanti ad eventi e mostre, altre 42mila persone giunte in fiera per convegni e congressi nazionali - da quello della CGIL a quello dei Testimoni di Geova - altri 220mila visitatori che hanno preso parte a mostre e fiere specializzate a cui si aggiungono i 300mila aficionados che hanno riempito i viali della Campionaria di settembre. Poco meno di 700mila persone, più del doppio della popolazione del capoluogo di regione.
Andando alle prime rassegne di quest’anno, solo lo scorso marzo le due specializzate “Levante Prof” e “Business Tourism Management – Buy Puglia” hanno totalizzato 50mila visitatori ed oltre 600 espositori, oltre a qualche centinaio di buyer. Poco? 50mila persone a marzo - non a luglio-agosto - hanno “consumato pugliese”, con tutti i benefici per la rete imprenditoriale dell’accoglienza.
Sono ormati tantissime le rassegne, le fiere e i grandi congressi che vedono la fiera impegnata ormai ogni anno, dalle mostre canine alle fiere della meccatronica e dell’innovazione in enologia, fino alla specializzata del wedding. Rassegne che ogni anno attraggono e trattengono in Puglia centinaia di migliaia di persone per più giorni (e notti), con evidenti benefici per ristoratori, albergatori, commercianti ed artigiani. E per i loro dipendenti.
Parafrasando quanto scritto da Luigi Triggiani: “quanto vale tutto questo?”, nella piena consapevolezza che la Fiera del Levante possa fare ancora meglio, mi chiedo: quali strumenti più efficaci, meno costosi, abbiamo a disposizione davvero per fare del buon marketing territoriale?
Abbiamo sicuramene commesso degli errori: uno è quello di aver trascurato di comunicare puntualmente ai pugliesi che la fiera porta business, attrae turisti che altrimenti non verrebbero in Puglia, obbliga tutta la comunità a crescere. È’, questo, un errore commesso nel tentativo, spero riuscito, di concentrarci sul nostro core business: realizzare nuovi, spesso piccoli eventi, e farli crescere, e crescere insieme a loro. Secondo un piano che non ha scorciatoie, con ritorni nel medio lungo periodo. Un programma che con le pur limitate risorse della Nuova Fiera del Levante si sta attuando senza clamore, selezionando temi e manifestazioni d’interesse che vanno dal locale all’internazionale e procedendo in verticale, con il supporto, ormai indispensabile a questi livelli competitivi, di competenti risorse esterne per l’organizzazione.
I pugliesi vogliano perdonare questa disattenzione; ci hanno sempre riservato fiducia, anche nei momenti più difficili. Questa è la migliore delle occasioni per ringraziarli e per dir loro che, nelle difficoltà, stiamo costruendo una Fiera nuova, uno strumento più potente e incisivo al servizio della comunità. Presto gli effetti di queste scelte saranno ancor più visibili.