L'analisi
Caro Pd, la rinascita passa dal recupero delle radici socialiste
L’Italia non può fare a meno di una Sinistra unita e ricompattata con una forte ispirazione socialista
Il 25 settembre sarà ricordato come la Caporetto del Centrosinistra in Italia? Conterà poco, se il 2023 segnerà la ricostruzione-riunificazione della Sinistra italiana e di tutte le componenti moderate e progressiste del Paese, nel nome dei valori fondanti del Socialismo storico: lotta alle disuguaglianze e all’ingiustizia sociale, difesa del lavoro e dei lavoratori, occupazione dignitosa e stabile per le donne e i giovani, solidarietà civile, ora più che mai tutela dell’ambiente e della salute, salvaguardia dei deboli.
Ho letto con interesse gli interventi ospitati martedì 27 dicembre dalla Gazzetta del Mezzogiorno, del giuslavorista Enzo Augusto e del cassazionista e parlamentare del Pd Alberto Losacco, entrambi militanti nel Centrosinistra e uomini di legge, sebbene di generazioni differenti.
Nel suo contributo, l’avv. Augusto ha illustrato con semplicità lineare l’obiettivo dell’iniziativa che stiamo portando avanti con un gruppo di amici di varia estrazione della Sinistra, il comitato promotore «Per il Socialismo», che sta promuovendo in Puglia un dibattito aperto sulla nuova identità della Sinistra italiana. Con la sua riflessione, ha offerto una lettura di quello che abbiamo fatto e che intendiamo realizzare, in vista anche dell’appuntamento congressuale del Pd, al quale vogliamo lanciare una sfida, una provocazione: il recupero delle radici socialiste. «Un partito di Sinistra o di Centrosinistra non può fare a meno dei valori del Socialismo, deve anzi porli alla base della ricostituzione».
Riguardo al congresso del Pd, non abbiamo alcun interesse alla scelta dei candidati alla segreteria, siamo invece fortemente impegnati a sollecitare quanti hanno a cuore le sorti della Sinistra italiana a riflettere sui temi e i valori radicati nell’esperienza del Socialismo italiano ed europeo. Come trascurare il ruolo del nostro Socialismo nella modernizzazione del Paese: l’antifascismo, la scuola dell’obbligo, lo Statuto dei Lavoratori, le battaglie civili, divorzio, aborto, emancipazione? E come ignorare che rappresenta la principale corrente politica della Sinistra in Europa, con numerosi governi in carica a guida soprattutto socialdemocratica nel continente?
Per questo, ritengo che un Pd come quello auspicato dal sen. Losacco non risponda alle attese della Sinistra italiana, perché nella sua «rigenerazione» strutturale, accanto al cattolicesimo democratico e alla vocazione liberale, manca l’elemento essenziale per un’aggregazione progressista e riformista, manca il recupero e il rilancio della cultura socialista.
C’è fermento a Sinistra e serve unità, per evitare che le anime finiscano per disarticolarsi in frammenti difficili da ricomporre. Altri mondi della Sinistra italiana sono in azione, come il PSI, che ha annunciato la convocazione a febbraio degli Stati Generali del Socialismo e chiamerà ad una riflessione collettiva associazioni, federazioni, movimenti, liste civiche d’ispirazione riformista, socialista, progressista, mondo della cultura e singoli militanti.
L’Italia non può fare a meno di una Sinistra unita e ricompattata con una forte ispirazione socialista, che sappia rappresentare, riorganizzare, unificare, rifondare il variegato mondo del Centrosinistra, per ripartire e scrivere nuove pagine del Socialismo del terzo millennio. Il futuro della nostra gente ha bisogno di politiche moderne, efficaci, di grande apertura sociale, che affrontino i ritardi e le differenze, politiche impregnate di quei valori riformisti, democratici, progressisti, le uniche capaci di sconfiggere il conservatorismo del governo di Destra, che sta già vacillando alla prima legge di bilancio e inoltre di bloccare l’arrogante e opprimente qualunquismo dei trasformisti di professione.
Per una nuova Sinistra, è indispensabile ritrovare le radici e i valori socialisti. Pertanto ritengo ormai maturi i tempi per affidare ai libri la cronaca politica e giudiziaria degli anni Novanta del Novecento e ridare dignità ad una storia nobile, condannata in Italia ad una damnatio memoriae senza remissione.
È l’ora di rivendicare che il Socialismo è nato nell’Ottocento per costruire società civili eque, giuste, di cittadine e cittadini uguali, per diffondere la pace tra gli Stati democratici autodeterminati dai popoli, retti da Costituzioni efficaci nel graduare i doveri e riconoscere pari diritti umani, sociali, economici, giuridici, difendere il lavoro, l'ambiente, i fragili, i deboli. Ed oggi, il percorso democratico e riformista richiede l’annullamento dei disagi e dei ritardi nell’istruzione (la digitalizzazione), più lavoro (soprattutto femminile e giovanile, anche per fermare la fuga dei cervelli dal Meridione), più attenzione al Sud, equilibrio tra i territori del Paese e unità (al bando l’autonomia differenziata, che favorisce soltanto le regioni del Nord e penalizza pesantemente il Mezzogiorno d’Italia).
C’è spazio per ritrovarsi in un terreno di dialogo e di confronto, con l’obiettivo di una ricucitura non raffazzonata ma basata sulla condivisione di valori non antichi ma immortali, ripartendo innanzitutto dalle tante disuguaglianze, nel mondo del lavoro, di genere, territoriali, di sviluppo, di reddito. Un lungo elenco, ma deve restare soprattutto l’obiettivo necessario dei programmi di un nuovo soggetto unitario di Sinistra, che nasca da una riappropriazione aperta e convinta dei valori fondanti del Socialismo.