Il ritratto

Schlein come il «Che»: viva la pasionaria Pd che porta aria fresca

Rosario Antonio Polizzi

Già però la candidatura della neo deputata fa intravedere i mutamenti dello scenario nel mondo dei Democratici infatti la Schlein donna giovane e forte: «C’è ancora un motivo di credere nel Pd e sta nell’entusiasmo e nella passione di chi lo cambierà» e come base non è male

Si può quindi dire «tanto tuonò che piovve» e anche qui come a Ischia sta venendo giù la montagna con tante dimissioni minacciate ed altri smottamenti sempre con coinvolgimento dei vertici. Non c’è dubbio che l’ambient del PD è ormai totalmente cambiato da sperare di vincere adesso ci si aspetta almeno di diventare il primo partito di opposizione uscendo da quel «pasticcio» di lingue politiche che è diventato quella formazione erede della coniugazione-evoluzione della Dc e del Pci.

Non c’è dubbio che una bella botta di attenzione politica e organizzativa l’ha data, e poi ne vedremo l’evoluzione e la resa politica, la candidatura alla Segreteria Nazionale di Elly Schlein deputata e già vice Presidente della Regione Emilia-Romogna quindi preziosa presenza al governo regionale con Stefano Bonaccini che ha dato la sua disponibilità per la stessa Segreteria Nazionale. Già però la candidatura della neo deputata fa intravedere i mutamenti dello scenario nel mondo dei Democratici infatti la Schlein donna giovane e forte: «C’è ancora un motivo di credere nel Pd e sta nell’entusiasmo e nella passione di chi lo cambierà» e come base non è male.

È evidente che questa presenza porta una boccata di ossigeno in un ambiente decisamente politicamente asfittico. In effetti sentendola esporre il suo impegno fa pensare ad una vera «rivoluzionaria» foriera di un internazionalismo proletario, sempre ribadendo che «è tempo di attenuare le nostre divergenze e di porci tutti al servizio della lotta». Appare chiaro non espressione di un federatore ma di un catalizzatore di processi di cambiamento avvicinandola alla figura di un Che Guevara pronta a disimpegnarsi dalle così dette figure rappresentative che dica con forza chi si è, cosa e chi si vuol rappresentare concentrata ad inaugurare un nuovo percorso coinvolgente i territori e i loro personaggi rappresentativi.

Con questi compagni di viaggio raccontare cosa si vuol fare almeno nel medio termine di cinque anni o al massimo nei dieci anni. Niente più espressioni di correnti, niente più accordi di vertice ma interlocuzione costante con la base divenuta essa stessa potere operativo. Avanti con punti fermi, per esempio emergenza climatica e lavoro.

Ma le alleanze? La Schlein risponde le vedremo dopo, quando tutto è costruito anche se gli orientamenti appaiono già nella natura delle cose. E la sua provenienza borghese? Anche Che Guevara era un medico non si può nascere tutti Di Vittorio. Bella sfida per un Partito in terapia intensiva. Riuscirà questa operazione di innesto però con trattamento anti rigetto? Ai posteri l’ardua sentenza.

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