L'idea

Il pronto soccorso dell'anima, un aiuto nei disastri

Nunzio Smacchia

Naturalmente le prestazioni psicologiche in questo delicato campo richiedono una formazione specifica e una preparazione finalizzata con particolari metodologie e personalità adeguate

La sciagura causata dall’imperizia, dall’incuria e dalla disattenzione umana, come quella accaduta nelle Marche, in quel di Senigallia, spesso provoca la morte di molte vite umane, ma non di rado anche tante persone escono indenni da queste disgrazie. Quei spaventosi momenti di terrore i sopravvissuti se li porteranno scolpiti negli occhi, rinchiusi in una memoria di tragedia che nulla potrà mai cancellare. Quegli attimi di devastante fatalità, derivanti da calamità naturale, segneranno la loro psiche e i ricordi rimarranno come macigni inamovibili dai loro sguardi e dalle loro coscienze.

Nulla più sarà come prima, non solo per i rimasti in vita, ma anche per tutti i loro familiari. È di recente costituzione una rete di soccorsi formata da psicologi, psicoterapeuti e assistenti sociali appartenenti a organizzazioni di volontariato che prestano assistenza a gente traumatizzata dagli incidenti naturali e non. Sono professionisti altamente qualificati che prestano la loro opera con interventi di recupero e di sostegno psicologico e offrono il loro contributo tecnico alle persone uscite salve da questi avvenimenti disastrosi, ai loro congiunti e anche agli stessi soccorritori. È un lavoro meritorio che si apprezza non solo nell’immediatezza degli eventi traumatici, ma anche successivamente; é nel tempo che si vedono i risultati positivi di questo tipo di trattamento, che aiuta a riprendere una vita normale, a superare quelle immagini drammatiche e a lenire il dolore che si è provato per le persone decedute.

Naturalmente le prestazioni psicologiche in questo delicato campo richiedono una formazione specifica e una preparazione finalizzata con particolari metodologie e personalità adeguate. Non si tratta più di offrire apporti psicologici di tipo tradizionale, relativi al trauma in sé, ma di cure psicosociali che mirano a preservare una normalità, a dare una continuità alla quotidianità e a uscire da situazioni estremamente negative; questa categoria di validi esperti deve adottare metodi diversi da quelli tipici e valorizzare aiuti con un approccio particolare. Il loro è un lavoro poco appariscente, oscuro, ma di grande utilità e positività, prestato a favore anche di chi apparentemente non sembra aver bisogno di supporti psicologici.

La specificità dello psicologo dell’emergenza e della protezione civile è quella di lavorare in sintonia con gli enti territoriali, per controllare la gestione emotiva dell’imprevisto e predisporre un programma d’intervento terapeutico di natura clinica e culturale. Gli scopi di questa nuova disciplina non riguardano solo il recupero psichico, cognitivo e comportamentale conseguente alle situazioni di shock, ma anche quello di dare delle risposte alla popolazione coinvolta negli eventi drammatici; l’intento, inoltre, è restituire un benessere fisico e psichico alla gente distrutta dai fatti critici e alle persone diventate vulnerabili o incapaci di controllare le loro reazioni emotive al momento della catastrofe, e anche in seguito. S’intende per fatalità traumatica ciò che all’improvviso fa perdere il controllo, che crea la percezione di pericolo al di fuori della norma e che necessita di un notevole sforzo per una ricomposizione psicologica ed eliminare il senso d’impotenza e di abbattimento che si crea in seguito all’evento drammatico verificatosi. Quando accadono disastri spaventosi, come quello avvenuto nell’anconetano, la «vittimologia» é stratificata, è legata indissolubilmente alla catastrofe e interessa i parenti, le persone care, gli amici, il personale che fornisce assistenza, la comunità dei luoghi implicati nel disastro, coloro che indirettamente reagiscono emotivamente alla notizia e, infine, i soggetti che si sentono «miracolati», quelli che avrebbero potuto essere vittime a loro volta. All’indomani del fatto impressionante, la gamma delle sensazioni che si avverte é molto varia: si va dal sentirsi fragili e deboli, dalla mestizia al senso di colpa, dalla vergogna alla disperazione. Per il superamento di questi sentimenti spiacevoli si passa da problemi nervosi o fisici. L’intervento necessario è paragonabile a un Pronto Soccorso dell’anima, che attua la «normalizzazione» delle reazioni emotive.

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