IL COMMENTO
Le eroiche ucraine in un conflitto in cui manca l'ascolto
Il pensiero va a Papa Giovanni Paolo II: «La superiorità della donna la cui identità è quella di donare amore»
Negli ultimi giorni il pensiero va spesso alle donne ucraine, alle eroiche donne ucraine. Guardiamo in televisione i loro volti tristi, rigati di lacrime, ma composti. Sono costrette a migrare per salvare le loro creature dalla furia omicida della guerra. E sono costrette a lasciare i loro uomini impegnati nel conflitto senza alcuna certezza di ritrovarli vivi. Migrano senza sapere bene dove andranno e per quanto tempo. A volte sono coperte da grandi scialli con i quali coprono anche i loro figli più piccoli. E i bimbi attoniti, infreddoliti e impauriti si guardano attorno interrogativamente, smarriti. Sono queste donne espressione di quell’umano che si colloca insieme alla non violenza, all’etica della pietas, alla grandezza della carità. E all’impegno della donna di far vivere nella società un nuovo modello culturale che si attui secondo i valori della comunione, del dialogo, della collaborazione. L’essere in sé e per sé della donna è anche essere per l’altro e le donne ucraine lo stanno dimostrando con la compostezza che nasce pure dalla considerazione di una situazione tragicamente incerta e oscura.
Il pensiero va anche alla Lettera apostolica Mulieris Dignitatem (1988) di Giovanni Paolo II in cui il Pontefice esprime la superiorità della donna la cui identità è quella di donare amore. Il senso dell’accoglienza, della tenerezza, della dedizione, della dignità della donna può indurle ad immettere dinamiche di amore in questo tempo funesto. La maternità, che costituisce il fulcro del senso della differenza, non va ristretta solo all’ambito fisiologico, ma si allarga ad una maternità simbolica, culturale, etica, politica e spirituale. La donna potrebbe/dovrebbe essere più presente nella sfera pubblica per svolgere un ruolo attivo. Più collaborative, più capaci di ascoltare gli altri, più pronte al sacrificio nel servizio alla famiglia e alla comunità, le donne porterebbero forse nella politica quel supplemento di anima quanto mai utile al raggiungimento degli obiettivi della pace e della comprensione tra i popoli. In definitiva, l’idea di puntare su una maggiore presenza delle donne nella sfera pubblica è coerente con un’idea espansiva e fortemente politica della rappresentanza democratica.