economia

Bcc, una storia lunga 60 anni : «Il Sud? Trattenga i “cervelli”»

Marisa Ingrosso

Al convegno la prima uscita del governatore di Bankitalia Panetta

ROMA - Radici antiche e nuove generazioni sono i due binari ideali su cui si sono mossi i lavori del convegno nazionale in onore dei primi 60 anni di vita del Gruppo Bcc Iccrea e aperto dalle parole del suo presidente, Giuseppe Maino.
Intitolato «Il Gruppo Bancario Cooperativo: le opportunità e le sfide di un nuovo modello bancario», l’incontro ha avuto il privilegio di accogliere il neogovernatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, alla sua prima uscita pubblica.

Prima di lui sia Alessandro Azzi (presidente Fondazione Tertio Millennio ETS) sia il presidente di Federcasse Augusto Dell’Erba, hanno ripercorso le tappe salienti di questa dozzina di lustri di vita di Iccrea. «Oggi – ha ricordato Dell’Erba, che è anche alla guida della Cassa rurale e artigiana di castellana Grotte) - è opportuno ricordare che questi risultati sono anche conseguenza di una intuizione “profetica” delle origini e di una evoluzione coerente nel tempo» che hanno portato «il Gruppo bancario cooperativo ad essere uno tra i maggiori gruppi creditizi italiani. La sua solidità è stata certificata dalla Banca Centrale Europea in esito al severo stress test che ha riguardato le maggiori banche dell’Eurozona». Di quel frangente, cioè Esame comprensivo (Comprehensive Assessment) e Stress Test da parte di Bruxelles, proprio Panetta fu testimone o, meglio, protagonista come membro italiano in Bce-Banca centrale europea. E oggi, da governatore della Banca d’Italia, nella sua relazione Panetta ha evidenziato sia gli aspetti positivi («La disinflazione è una buona notizia») sia quelli critici del nostro Paese, anche in relazione al Mezzogiorno. «Il peso del debito - ha detto - opprime l’economia italiana da troppi anni. Dobbiamo liberarcene evitando gli errori del passato, agendo sia sul fronte della finanza pubblica sia su quello della crescita. Si tratta di un compito non facile, da affrontare tenendo presente l’esigenza di proseguire l’impegno per il rilancio dell’economia del Mezzogiorno».

Per il governatore, inoltre, la produttività (più che stentorea negli ultimi 20 anni) è una priorità. E, a causa del calo demografico, non basterà impiegare più giovani e donne per un vero recupero. «Il divario tra le imprese alla frontiera tecnologica e produttiva e le altre è un problema comune a più paesi, ma è accentuato in Italia. Da noi i tassi di adozione della tecnologia e la produttività sono nettamente più elevati sia per le imprese grandi e operanti da più tempo rispetto a quelle piccole e giovani, sia per le aziende del Centro-Nord rispetto a quelle del Mezzogiorno. È quindi necessario ampliare la platea delle aziende innovative e dinamiche, favorendo al tempo stesso la diffusione della tecnologia tra le imprese».
Tra i relatori intervenuti, anche il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini che ha sottolineato il valore dell’«economia sociale».

Ma, guardando al futuro, come si colloca il Sud nell’orizzonte del Gruppo Bcc Iccrea? A margine dell’incontro, il direttore generale Mauro Pastore ha spiegato alla Gazzetta: «Al credito cooperativo credo si possa riconoscere di essere tra i gruppi più presenti in assoluto. Abbiamo quasi 40 banche nel Mezzogiorno e, quindi, dobbiamo valorizzare le famiglie e le imprese meritevoli del Meridione affinché possano avere la possibilità di esprimersi e di fare in modo che l’economia rimanga nel Sud e che non veda i migliori cervelli spostarsi verso il Nord o verso Paesi diversi dall’Italia». Sul palco, qui alla Fiera di Roma, con la moderazione della giornalista Laura Serafini, si sono alternati anche alcuni imprenditori che hanno portato la propria testimonianza. Tra loro si segnala l’applaudito intervento della pugliese Giusi Amodio, responsabile amministrazione e finanza di Ifac, brillante azienda di Acquaviva delle Fonti e tra le principali realtà di progettazione e produzione di furgoni frigoriferi in Italia.

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