Economia
Caro vita e stipendi troppo bassi in Puglia cresce l’indebitamento
Lavoro e rincari: oltre il 50% dei lavoratori attende un incremento del salario
Sempre più famiglie in Puglia si trovano a vivere situazioni di indebitamento oltre a lamentare un generale peggioramento della propria situazione economica, determinata dalla crescita dell'inflazione, dalla perdita della capacità di spesa e dagli ancora elevati costi energetici. Ma, purtroppo, nonostante il caro vita galoppante, i salari per molti restano fermi.
Secondo un recente studio condotto da «Adp research Institute» (l’istituto che ornisce il report mensile sull’occupazione al Governo Usa) sui datori di lavoro e i dipendenti di quattro importanti aree geografiche (Nord America, Europa, America Latina e Asia-Pacifico), quasi la metà dei lavoratori pugliesi (48%) pensa di essere sottopagato. Non solo. Le aspettative dei lavoratori pugliesi riguardo all’aumento dei salari per il prossimoanno sono salite in maniera decisa: secondo l’indagine, infatti, oltre la metà dei lavoratori pugliesi (51,1%) prevede di ottenere un aumento di stipendio nei prossimi 12 mesi, con un incremento medio pari al 6,6%.
Questo nonostante lo scorso anno in Puglia il 44,4% dei dipendenti abbia ottenuto un incremento medio dello stipendio pari al 5,6%. Tuttavia, le aspettative per l’anno in corso traggono giustificazione dai dati Istat, secondo cui nel 2022 i prezzi al consumo sono cresciuti nel Mezzogiorno dell’8,2%, implicando quindi una riduzione dei salari reali.
A ciò si aggiunge il fatto che, secondo il 41% dei lavoratori pugliesi, le aziende non hanno adottato nessuna iniziativa a sostegno dei dipendenti, per consentirgli di affrontare il complesso periodo economico.
Il report, condotto su oltre 32mila lavoratori in 17 Paesi, circa 2000 in Italia, analizza la percezione che i dipendenti hanno dell’attuale mondo del lavoro e di ciò che si aspettano e sperano di ottenere dal proprio datore di lavoro in futuro.
«Il riconoscimento di un aumento salariale è un tema di grande rilevanza. Qualsiasi somma sia stata concessa ai lavoratori in passato, è improbabile che freni le nuove richieste di un aumento. Con l’impennata del costo della vita - ha commentato Marcela Uribe, general manager Adp del sud Europa - i lavoratori delle fasce di reddito medio-basse hanno riscontrato una forte riduzione del loro reddito disponibile, e anche alcuni lavoratori con redditi più elevati ne risentono. La spesa per i beni di prima necessità, e non solo per i beni di lusso, è stata fortemente compressa a causa dell’impennata delle bollette energetiche, dell’aumento degli affitti, dei tassi di interesse e dell’aumento delle spese alimentari. Anche se l’inflazione ha raggiunto il suo picco, sembra che ci vorrà del tempo per tornare a livelli più sostenibili».
Oltre a un aumento di stipendio, il 28% dei lavoratori pugliesi prevede di ottenere un bonus e il 17% una promozione. In ogni caso, come riporta lo studio, il 50,4% dei lavoratori pugliesi afferma che la retribuzione è il fattore più importante in ambito lavorativo, seguito dall’avere piacere a lavorare nella propria azienda (42,1%) e dalla stabilità (36,1%). Un dato che potrebbe essere correlato sia al tasso di insoddisfazione (57,1%) concernente il salario ricevuto, sia al percepito sull’adeguatezza del proprio stipendio rispetto al lavoro svolto: il 48,1% dei pugliesi pensa di essere pagato meno di quanto meriterebbe.
In Italia, circa la metà dei lavoratori (44,3%) vuole ottenere un aumento di stipendio nei prossimi 12 mesi, sia dal loro attuale datore di lavoro sia cambiando lavoro. In media, si aspettano un aumento del 6%. Questo nonostante lo scorso anno in Italia il 44% dei dipendenti abbia ottenuto un incremento medio pari al 5,5%.