«Ecomondo»
Riciclo, bene l’Italia. Ma il Sud è lento
Vetro, numeri record. Al Nord «resa» di 47 chili per abitante. In Puglia scende a 35,8. E Cisa riceve riconoscimento da Confindustria
RIMINI - Spulciando i numeri, l’Italia è uno dei paesi Ue che può battere i pugni sul tavolo per il riciclo, in modo particolare quello degli imballaggi. Un concetto di cui ne è fermamente convinto il neo ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin che oggi interverrà alla Fiera della green economy «Ecomondo e Key energy» a Rimini dove ha già avuto modo di per ribadire la linea del Governo nei confronti dell’Ueper il regolamento sugli imballaggi, in dirittura d’arrivo, che rischia di mettere in crisi centinaia di imprese.
Tuttavia, se i dati sembrano confortare questa lettura, restano le differenze tra Nord e Sud, in particolar modo sul recupero ad esempio della frazione organica che comporta un costo per le regioni del Meridione (Puglia inclusa). Dall’alluminio, alla plastica, alla carta al vetro: lo abbiamo detto e lo ribadiamo. Raccogliere tanto non serve a nulla, se poi quello che si ritira non viene reimmesso nel ciclo di economia circolare: in caso contrariocomportando così un aggravio di costi per i cittadini, in primis la Tari. E’ di queste ore, ad esempio, l’annuncio del sindaco di Bari, Antonio Decaro, dell’aumento del 12%.
Differenziare e riciclare comportano un risparmio energetico oltre alla riduzione di consumi per l’approvvigionamento delle materie prime vergini, grazie al cosiddetto ciclo «end of waste», cioè quel processo che determina la fine del vita del rifiuto e la sua trasformazione in materia prima «secondaria». Le statistiche - al di là degli annunci e degli spot - confermano che regioni come la Puglia sono lontane dalle performance dei Nord. Sull’organico, come abbiamo riferito ieri, la stessa Utilitalia denuncia (o conferma) l’assenza di impianti di compostaggio, strutture da cui si potrebbe ricavare ad esempio biometano. Invece, tale «ricchezza», viene trasferita negli impianti del Settentrione che, da un lato si fanno pagare fior di quattrini, dall’altro trasformano quel rifiuto in risorsa «per loro».
Idem per il vetro. il «Coreve» (il Consorzio per il recupero del vetro) ha presentato i dati del rapporto 2021, anno in cui sono state differenziate circa 2 milioni e mezzo di tonnellate di vetro (il 75% avviato a riciclo, ma almeno 500mila tonnellate vanno «perse), con un «reso» ad abitante che passa dai 47 chilogrammi ad abitante per il Nord ai 33 del Sud (41 la media nazionale). Nel dettaglio, Puglia e Basilicata registrano rispettivamente una resa ad abitante pari a 35,8 e 37,9 chilogrammi. La Basilicata, insomma, è un tantino più performante con le sue 20mila tonnellate di vetro differenziate rispetto alla Puglia che ne ha raccolte 128mila.
Perchè questo divario? Per Gianni Scotti, presidente Coreve la causa è principale da ricercare «negli investimenti sull’educazione fatta alla popolazione. Evidentemente al Nord si è spegato meglio che al Sud». Ma è anche un problema di infrastrutture storicamente presenti al Nord e al Sud in funzione della produzione. «Se fino a ieri i vini pugliesi venivano inviati al Nord per rssere tagliati, oggi la Puglia ha cantine eccellenti che presentano una produzione propria che incide inevitabilmente sulla geografia degli impianti». Tra alcune best practice, quella del Comune di Martina Franca, destinataria di un co-finaziamento del Coreve di 178mila e 500 euro per un progetto del vale di 630mila euro che prevede lo studio di fattibliità sperimentale sulla tariffazione puntuale del servizio di igiene urbana (Tarip), un sistema che fa pagare il servizio in base alle performance di raccolta.
A proposito di buone performance, va ricordato anche quello delle cassette di plastica. Su circa 85mila tonnellate di cassette di plastica immesse sul mercato, circa il 75% è stato avviato al riciclo, pari a un quantitativo di circa 65 mila tonnellate di imballaggi gestiti in maniera sostenibili (fonte dati, Conip, il Consorzio nazionale imballaggi plastica). Numeri che si traducono in un risparmio di 150mila tonnellate di Co2 risparmiate (l’inquinamento prodotto da 61mila autovetture), 2,3 milioni di Gigajoule di energia (il consumo annuo di 577mila persone) e 600 milioni di litri d’acqua (il contenuto di 243 piscine olimpioniche) e, infine, il risparmio di 135mila tonnellate di materia prima.
Riconoscimento Confindustria a Cisa
Un riconoscimento che premia l’impegno imprenditoriale, ma soprattutto per la ricerca e l’attività di formazione rivolta alle giovani generazioni in questo periodo di transizione energetica. Per ricordare tutto ciò, il presidente di Confindustria Taranto, Salvatore Toma, ha consegnato una targa ad Antonio Albanese, presidente di Cisa Spa, una delle azienda che rappresentano la delegazione appulo-lucana di imprese presenti a Ecomondo da sempre presente alla manifestazioni di Rimini.
Cisa spa è una holding imprenditoriale di Massafra che opera da più di 30 anni nel settore del trattamento dei rifiuti e si occupa occupa di soluzioni innovative per l’ambiente (nonché produzioni di impianti di energia da fonti alternative). Si è distinta per diverse best practice: il fitorimedio bioassistito per la bonifica con la «natura» dei siti inquinati (esperienza positiva parco Cimino di Taranto che ha comportato un azzeramento della presenza delle sostanze inquinanti); il sistema cosiddetto «mangiafanghi» che consente la depurazione delle acque con la produzione di quantità limitate di fanghi (10%); per finire ai progetti di formazione in ambito ambientale coinvolgendo soprattutto i ragazzi: in questi giorni, nel suo stand a Ecomondo ha ospitato studenti provenienti da tutta Italia.