Il talk

L’impegno civile di progettare città: gli ospiti di «è Taranto» accendono i riflettori su architettura, impresa e paesaggio

Alessandra Macchitella

Il capoluogo jonico non è solo un luogo da abitare ma un progetto da costruire

Come cambia una città quando si modifica il modo di progettarla? Chi la guida, chi la tutela, chi la immagina? Il talk «Architettura e Sviluppo», organizzato nell’ambito della mostra «è Taranto» promossa dalla Gazzetta del Mezzogiorno, nasce proprio per affrontare queste domande. Un incontro che, nella Biblioteca Comunale «Pietro Acclavio», ieri ha trasformato l’architettura in un atto civile, un esercizio di responsabilità collettiva.

A moderare il confronto è stata Maristella Massari, capo iniziative speciali de La Gazzetta del Mezzogiorno, che ha guidato gli interventi con un filo rosso chiaro: Taranto non è solo un luogo da abitare, ma un progetto da costruire.

«L’architettura è politica – ha ricordato – perché racconta come scegliamo di vivere insieme. Taranto sta attraversando una fase complessa, ma profondamente generativa».

Sul presente e sul futuro urbano della città è intervenuta Fiorella Occhinegro, vicepresidente della Fondazione Taranto 25 e architetta, che ha evidenziato il ruolo crescente della società civile nei processi di trasformazione.

«Il nostro lavoro – ha spiegato – passa da sport, cultura e autoimprenditorialità, con ricadute reali sulla città. Il rilancio della Città Vecchia resta centrale, per questo la nostra sede “Salto di Quota“, è nel cuore del centro storico. Volevamo cambiare la narrazione di Taranto. Oggi quella narrazione la stiamo scrivendo insieme. Crediamo nella rigenerazione urbana, ma deve essere capace di proteggere l’identità dei luoghi. Il rischio di gentrificazione è concreto: perdere gli abitanti significherebbe perdere l’anima della Città Vecchia».

Occhinegro ha ricordato la nascita della Fondazione nel 2020, con 25 sognatori protagonisti, ai progetti oggi in corso, tra cui il sostegno a start up con oltre 124mila dollari in prodotti Google. Sulla struttura profonda della città è intervenuto Antonio Zunno, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per Brindisi, Lecce e Taranto: «Taranto è una città fatta di stratificazioni, con le epoche che l’hanno trasformata. La riqualificazione non può che partire dal suo nucleo originario, la città storica. Ma è fondamentale anche il ruolo delle nuove infrastrutture, dai progetti legati ai Giochi del Mediterraneo ai finanziamenti nazionali. La qualità architettonica passa da concorsi di progettazione che coinvolgano professionisti capaci di proporre soluzioni contemporanee».

Il tema della rigenerazione come motore economico è stato affrontato da Vito Messi, presidente ANCE Taranto. «Siamo in una fase cruciale – ha detto – il bonus edilizio è ormai alle spalle e i grandi finanziamenti pubblici si chiuderanno nel 2026. Le imprese devono reinventarsi: la rigenerazione urbana e degli immobili esistenti è l’unica strada per garantire continuità e competitività. Bisogna creare le condizioni perché investire su Taranto sia conveniente, così da costruire città più vivibili e sostenibili».

A chiudere l’incontro è stato Giuseppe Sportelli, Chief Operating Office Kikau Store, che ha riportato l’attenzione sulla relazione tra architettura, impresa e paesaggio. «Il titolo del talk mette insieme due parole sinergiche, architettura e paesaggio. L’architettura è attività d’impresa: riguarda non solo gli immobili, ma tutto ciò che è sottosuolo e fuorisuolo. Il paesaggio è un capitale, può generare sviluppo economico e sociale. L’impresa deve partecipare tramite l’architettura al raggiungimento delle proprie idee. Sul paesaggio si può creare sviluppo non solo imprenditoriale ma anche come parte sociale».

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