arte e scienza
Politecnico di Bari, i vecchi spinterometri diventano opere d’arte tra i pennelli di Made514
L'artista Made514, uno dei nomi più importanti del writing italiano, ha rielaborato in chiave artistica i dispositivi per generare scariche elettriche nell’aria
BARI - Tecnologia e creatività, scienza e arte. Il Politecnico di Bari scommette «sull’Umanesimo Scientifico» come nuovo approccio alla conoscenza e all’alta formazione. «Attraverso l’arte - spiega il rettore Francesco Cupertino - vogliamo comunicare al territorio la nostra capacità di mettere insieme le conoscenze tecnico-scientifiche con quelle umanistiche. Questa contaminazione tra i saperi sarà la chiave del successo per i professionisti del futuro. Nei prossimi anni avremo bisogno di competenze inedite, molto ibride, per governare la complessità delle nuove tecnologie».
A Bari, durante un evento live in piazza del Ferrarese, l’artista Made514, uno dei nomi più importanti del writing italiano, ha rielaborato in chiave artistica oggetti tecnico-scientifici come gli spinterometri, dispositivi per generare scariche elettriche nell’aria. L’iniziativa è stata presentata come un evento rivolto alla città, utile a favorire un rapporto trasversale di apertura dell’accademia verso il territorio, attraverso la sperimentazione di nuovi registri espressivi all’insegna delle contaminazioni tra scienze dure e scienze umane, per favorire la divulgazione scientifica dei contenuti della ricerca.
«Il Politecnico di Bari ha assunto, già da anni, il ruolo di motore di sviluppo della città, del territorio e dei suoi spazi, dando un importante contributo nelle politiche di programmazione urbanistica e di sviluppo per un “Umanesimo Scientifico”. Il nostro Ateneo - spiega la prof.ssa Mariangela Turchiarulo, delegata alla comunicazione istituzionale del Poliba - vuole trasformare la città di Bari in un laboratorio urbano, uno spazio condiviso e inclusivo, animato da una comunità allargata, partecipe e consapevole nel quale la formazione, la cultura e le arti si incontrano favorendo le contaminazioni tra le scienze».
Lo urban artist padovano e direttore artistico di «In My Name. Above the show», ha spiegato l’evento creativo: «Ho realizzato un live painting, un progetto durante il quale sono intervenuto pittoricamente sulla superficie di due oggetti molto particolari, gli spinterometri degli anni ‘70 del Politecnico. L’intento è stato quello di rievocare la tensione che li percorreva. Mi piace che il mio coinvolgimento sia un atto performativo e anche simbolico per le relazioni tra ambiti della ricerca umana così diversi ma anche così simili».
Le vecchie attrezzature scientifiche, sfere cave in alluminio-rame di circa 1,5 metri di diametro, occupavano il centro dell’ampia sala-laboratorio dell’Alta Tensione (in disuso già negli anni ‘90) afferente all’attuale Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione. Servivano per la misurazione di tensioni impulsive, come quella dei fulmini (misurando fino a 1 milione di volts) o di tensioni alternative della rete elettrica. Non più riutilizzabili, sono state protagoniste di un intervento artistico il cui scopo è stato sia rigenerare oggetti altrimenti da smaltire sia reimmaginare gli spazi del Poliba. E se il proposito finale era proprio quello di produrre un’installazione permanente per la comunità accademica, l’opera artistico-scientifica sarà collocata nel nuovo rettorato del Politecnico come già mostrano i primi rendering progettuali.
A tale reinterpretazione si è dedicato Made514 (alias Alberto Capozzi) che sviluppa scultura e pittura in nome della sperimentazione di materiali e tecniche. «Si tratta di una connessione significativa tra ricerca accademica e urban art che ha preso forma attraverso il live painting di un grande artista come Made514, offrendo una rappresentazione concreta dello stato attuale dell'urban art» sottolinea Paola Spinuso, ceo di Unlike Unconvetional Events con cui il Poliba ha siglato una partnership per attività di ricerca, sviluppo tecnologico, innovazione e divulgazione scientifica attraverso l’arte contemporanea. Per due anni, la società veneta si farà carico della progettazione e realizzazione di eventi culturali, studi, ricerche, anche attraverso l’attribuzione di tesi di laurea e borse di studio. Il primo evento è la mostra sulla storia ed evoluzione della Urban Art in corso a Monopoli (sino al 3 novembre) negli spazi dell’Ex deposito militare carburanti. Curata da Martina Cavallarin, Antonio Caruso e la direzione artistica di Made514, coinvolge 17 artisti e presenta 155 fra tele e disegni, 2 opere in Virtual Reality, 18 tra sculture e installazioni, 5 video. Altre attività sono previste dalla collaborazione Poliba-Unlike: una masterclass sulla progettazione urbana e le arti contemporanee in programma al Politecnico ad ottobre e un incontro su «In My Name. Above the show» con il personale e gli studenti del Politecnico il 14 ottobre a Monopoli.