Musei

Si chiude un anno record per il MArTA di Taranto: «boom» di visitatori

Alessandro Salvatore

La direttrice Stella Falzone: «Sfioriamo 93 mila presenze. Risultato ottenuto grazie al rafforzamento dei servizi culturali»

TARANTO - «Il 2024 è al momento l’anno dei record per il Museo archeologico nazionale di Taranto». La nota della direttrice del MArTA Stella Falzone sottolinea il «primato delle presenze» dell’anno in conclusione, che sfiora «quota 93mila visitatori», che sono stati attratti dal contenitore culturale che attraverso 6500 anni di storia di quella che, duemila anni fa, era una delle prestigiose colonie della Magna Grecia. Oltre alla bellezza culturale jonica espressione da decine di migliaia di reperti, a rendere maggiormente attrattivo l’ex convento dei frati alcantarini di fine ‘900, è stato il rafforzamento dei servizi culturali, grazie all’implementazione della pianta organica, sancita dal Ministero della Cultura, specificatamente di «nuovi archeologi, architetti e una nuova restauratrice. Grazie all’innesto di nuovo personale e ad una ampliata offerta espositiva», il MArTA ha registrato nel 2024 un primato nelle presenze e nelle manifestazioni promosse. Numeri che sono iniezione di entusiasmo in vista di un 2025 che viene annunciato «pieno di grandi novità». Al momento nessuna anticipazione, ma lo staff del MArTA diretto da Stella Falzone, l’archeologa che da un anno dirige il museo tarantino, «è al lavoro da tempo sul fronte scientifico ma anche su quello del rilancio dell’intera collezione e di ampliamento dell’offerta espositiva».

Il MArTA ripartirà con il suo scrigno attrattivo dal nuovo anno, con la programmazione dell’1 gennaio che prevede l’apertura al pubblico dalle ore 10 alle 14 e dalle 16 alle 20. «Si tratta del contributo del Museo MArTA al progetto di rinascita di tutto il territorio pugliese e tarantino in particolare, - afferma la direttrice del Museo archeologico nazionale di Taranto, Stella Falzone - ma anche di un segnale benaugurante rispetto all’offerta culturale che saremo in grado di proporre con sempre maggiore interazione con il mondo scientifico e accademico, le scuole e, come accade ormai da circa un anno, con tutti i territori di provenienza dei reperti che fanno parte delle nostre collezioni». Le esposizioni temporanee in corso confermano quanto detto dalla direttrice non a caso al pian terreno e al primo piano del MArTA nuovi contributi alla lettura storico-archeologica del territorio rendono ancora più interessante l’esperienza della visita. «L’idea è quella di fornire sempre nuovi spunti di conoscenza, meraviglia e fruizione - afferma la direttrice Stella Falzone -. In questo solco si inserisce la Temporary Art nell’area di ingresso, ma anche l’importante ritorno a Taranto (a cento anni dalla sua scoperta ad opera di Luigi Viola) della tavola bronzea originale della Lex Municipii Tarentini. Un ritorno, seppur temporaneo poiché in prestito dal Museo archeologico nazionale di Napoli, della lastra superstite dello Statuto Municipale, databile al I sec. a.C., voluto dallo stesso MArTA e dal Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica e al Dipartimento Jonico dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro». La tavola bronzea sarà esposta al primo piano del MArTA fino al 28 febbraio 2025. E temporanea è anche l’esposizione nell’area mostre del Museo di Taranto del tesoretto monetale di Nociglia, rinvenuto proprio nel comune salentino, sotto un cumulo di pietre poste in un vigneto, nel gennaio del 1937. Si tratta di «58 monete d’argento che grazie alla varietà iconografica e alle leggende incise, fanno compiere un viaggio nel tempo fino alla guerra sociale tra Roma e le popolazioni italiche del Sud Italia». Il primo gennaio il MArTA offre, dunque, la possibilità di aprire l’anno in bellezza apprezzando da vicino anche tutti i reperti inseriti nell’esposizione permanente del Museo che abbraccia un’epopea storico-culturale che si sviluppa territorio, sviluppandosi dal secondo al primo piano per fasce cronologiche: periodo preistorico e protostorico, periodo greco (inclusi i rapporti con il mondo indigeno preromano), periodo romano, periodo tardoantico e altomedievale.

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