La curiosità
San Nicola, la «mano destra» vola negli Stati Uniti d’America
La preziosa reliquia sarà esposta in diverse città a partire da Chicago. Proviene dalla chiesa ortodossa di San Giorgio a Bucarest
BARI - «La mano destra di San Nicola»: viaggio religioso - diplomatico, siamo nell'ambito della Chiesa ortodossa, della reliquia custodita e venerata nella nuova chiesa di San Giorgio di Bucarest, capitale della Romania. Il pezzo dello scheletro che si presume appartenga ai resti del Patrono di Bari è stato spedito negli Stati Uniti, per dare la possibilità ai fedeli d'Oltreoceano di pregare una delle figure della Chiesa più conosciute al mondo. Con la mano, custodita in una preziosa cassetta d'argento, una reliquia attribuita a San Costantino Brancoveanu (1654 – 1714), principe della Valacchia martirizzato dai turchi.
Le due reliquie da oggi, 26 settembre, e per due settimane saranno esposte nelle chiese ortodosse romene di Chicago (Cattedrale Ortodossa Romena dei Sacri Imperatori), Sacramento, Seattle, Upland e Hayward. Il «tour» è stato promosso e accompagnato dalla benedizione, si legge sui media dell'Est, da Daniele, Patriarca della Chiesa ortodossa romena.
Ma torniamo a San Nicola (250 – 326). Vescovo di Myra (oggi Demre, in Turchia), visse e morì in Asia Minore. Oltre sette secoli dopo la sua morte, nel 1087 un manipolo di marinai baresi trafugò gran parte delle ossa del Santo, che erano custodite da monaci locali, a tre chilometri da Andriake, il porto di Myra e le portò a Bari, dove ancora oggi l'«impresa» viene festeggiata con la Sagra di Maggio. Nel giro di due anni i baresi, guidati dall'Abate Elia, edificarono la Basilica di Bari Vecchia che custodisce in cripta quei resti, dai quali ogni anno viene estratta la «Sacra Manna» (liquido che si ritiene miracoloso), resti venerati dai fedeli di mezzo mondo sia cattolici sia ortodossi. In base a questo evento, San Nicola, protettore fra l'altro dei naviganti, fu elevato al «rango» di Patrono di Bari.
Negli anni, gli studiosi hanno stabilito che a Bari è custodito circa il 70% dei resti umani attribuiti a San Nicola. Nel 1100 un colpo di mano analogo a quello dei baresi fu compiuto dai veneziani, che da allora custodiscono e venerano nella chiesa di San Niccolò al Lido il secondo «lotto» più consistente di quei resti umani.
E veniamo alla mano destra del Santo. Secondo la tradizione, fu fatta prelevare dalla cripta, nel 1599, dall'allora Arcivescovo di Bari-Canosa, Giulio Cesare Riccardi (era pontefice Clemente VIII, il papa che presiedette al rogo con il quale fu giustiziato per eresia Giordano Bruno) e donata al condottiero della Valacchia (regione della Romania) Michele il Coraggioso (1558 – 1601), sovrano che prima salì al potere con l'aiuto dell'Impero Ottomano e poi unificò i Principati del Danubio (Valacchia, Moldavia e Transilvania) sotto l'egida del Sacro Romano Impero impersonato da Rodolfo d'Asburgo. L'anno del «dono barese» a Michele il Coraggioso coincide con l'ingresso trionfale del condottiero ad Alba Iulia, capitale della Transilvania, dopo l'unificazione. Peccato però che due anni dopo proprio gli Asburgo decisero di farlo assassinare da propri sicari nel corso di un assedio (a Kanischa). L'imperatore infatti fu informato dalle sue spie che il condottiero aveva scritto alcune lettere al Sultano ottomano (nemico giurato dell'Impero), missive nelle quali si intravedeva un eventuale nuovo «cambio di casacca» di Michele il Coraggioso e quindi un atto di infedeltà all'Impero cristiano.
Si narra che il Vescovo Nicola di Myra, nel corso delle dispute teologiche al Concilio di Nicea (sempre nel territorio dell'odierna Turchia, il primo ecumenico della Cristianità) inflisse uno schiaffo al presbitero e teologo Ario, considerato eretico. Se l'episodio avvenne, sarebbe interessante se la sberla fu data con la mano destra o con la sinistra. Comunque da quel consesso (oltre 300 i partecipanti con la supervisione dell'imperatore Costantino I) fu formulata la preghiera del «Credo» che ancor oggi viene recitata nella liturgia cristiana.
Dispute a parte, altre reliquie Nicolaiane «minori» si trovano nelle chiese, dedicate entrambe a San Nicolò, di Rimini e Tortorici (Messina) in Italia, e poi in vari Paesi del mondo, fra i quali la Russia.
Proprio al Patriarcato di Mosca, quando i rapporti con Italia e Santa Sede non erano ancora stati rovinati dal presidente Vladimir Putin (la situazione è precipitata dopo l'invasione dell'Ucraina iniziata 214 giorni fa), da maggio a luglio 2017 papa Francesco concesse il prestito di una costola, prelevata dalla cripta della Basilica di Bari Vecchia ed esposta alla venerazione dei fedeli dell'Est (oltre due milioni di persone) a Mosca e a San Pietroburgo. La reliquia fu poi rimpatriata a Bari e riposta di nuovo nel sepolcro della cripta della Basilica, luogo nel quale ancora oggi vengono celebrati riti sia di culto cattolico sia ortodosso. Nel segno di un ecumenismo che si spera di rilanciare, in questi mesi così foschi. Forse anche le reliquie possono unire i popoli nella speranza di una nuova pace.