Serie A

Il Lecce ricarica le batterie e prepara l’assalto al Toro

Antonio Calò

Conticchio: «Invertire il trend al Via del Mare: si può»

«All’Olimpico, nella gara persa per 2-0 contro la Lazio, non si è visto all’opera il Lecce solido ammirato nei match che hanno preceduto la sosta del campionato. Ma è fisiologico che, nell’arco di una stagione, si registrino dei passaggi a vuoto, soprattutto per una formazione che deve lottare per la salvezza. A Roma, tra l’altro, pur non esprimendosi al meglio, i giallorossi hanno comunque tenuto aperta la partita sino agli ultimi minuti di recupero. Sono convinto che basterà poco per ritrovare la “quadra” nella fase di non possesso. Il vero nodo da sciogliere, per il complesso salentino, è quello di produrre di più in avanti, in termini di occasioni create e soprattutto di gol. Qualcuno in più servirebbe perché, in caso contrario, non si ottengono successi e solo le vittorie permettono di compiere un balzo in avanti sostanzioso in graduatoria».

È questa l’opinione di Alessandro Conticchio, grande ex del Lecce, con la cui maglia ha militato dal 1997/1998 al 2002/2003 (quattro tornei di A ed uno di B concluso con la promozione, 114 presenze e 10 gol in massima serie, 34 e 3 reti tra i cadetti, 15 ed un «centro» in Coppa Italia) amatissimo dai tifosi.

Nella sua carriera, il «sindaco» (com’è stato soprannominato dai tifosi in seguito ad uno storico gol firmato in un derby disputato contro il Bari), dopo le stagioni vissute nel Salento, ha militato nel Torino (dal 2002/2003 al 2004/2005, con 95 presenze e 10 gol), la compagine che l’undici allenato da Eusebio Di Francesco affronterà domenica, alle 12,30, al «Via del Mare».

«Quella tra giallorossi e granata si preannuncia come una sfida molto delicata per entrambe le squadre - sottolinea Conticchio - La sconfitta per 5-1 subita lunedì dall’undici diretto da Baroni, tra le mura amiche, contro il Como, ha complicato di parecchio il quadro. Conosco bene la “piazza” e so che i supporter del “Toro”, da tempo critici con il presidente Cairo, al quale chiedono di passare la mano, mal sopportano simili figuracce, per di più nel loro stadio. Dire che in questa settimana il clima intorno alla squadra non sarà dei migliori è poco. “Sberle” come quelle rimediate contro i lariani possono lasciare il segno a livello mentale. Proprio per questo motivo, quindi, domenica, per il Lecce sarebbe importante riuscire a mettere subito in difficoltà gli avversari, onde sfruttare le loro fragilità derivanti da questa situazione. In caso contrario, Zapata e compagni potrebbero fare valere i mezzi tecnici a loro disposizione, che non sono certo da compagine di bassa classifica».

Il Lecce non ha ancora vinto in casa ed ha conquistato più punti in trasferta che sul proprio terreno: «Questo è inspiegabile. Ai miei tempi costruivamo la salvezza soprattutto al “Via del Mare”, dove il pubblico, con il proprio tifo, garantiva una marcia in più, una carica enorme. Considerato che anche in queste stagioni il club salentino può contare sempre su 25/27.000 spettatori, non capisco come mai i risultati interni non arrivino. Suppongo sia solo un caso e che presto il trend verrà invertito. L’altra ipotesi è che in campo avverso Ramadani e compagni abbiano maggiori spazi a propria disposizione e questa circostanza sia congeniale alle caratteristiche dei singoli calciatori e del collettivo».

Tra Lecce e Torino, l’ex centrocampista ipotizza un incontro parecchio «bloccato»: «La posta in palio è pesante per entrambe le formazioni, che avrebbero bisogno del bottino pieno, ma al contempo non possono permettersi di perdere. Pertanto, soprattutto all’inizio, saranno accorte. Si studieranno. Poi magari un episodio cambierà il corso della contesa, mutando le strategie, tanto che nella ripresa la gara potrebbe essere più vivace».

La bagarre di coda coinvolge numerosi sodalizi, racchiusi nel giro di pochi punti: «È presto per azzardare delle ipotesi su come si dipanerà la lotta per restare in massima serie. Da quota 11, alla quale ci sono Cagliari e Parma, in giù figurano sette schieramenti, tra i quali la Fiorentina. Per caratura dell’organico e potenzialità della “piazza” sono portato a pensare che la “Viola” si tirerà fuori dai guai considerato il valore tecnico disposizione, ma nella storia del campionato ci sono anche esempi di squadre di spicco che, partite male, non sono riuscite a raddrizzare l’annata. Né si può escludere che squadre come la Cremonese, che hanno iniziato con il vento in poppa, vengano risucchiate in basso. Per avere le idee più chiare sui nomi delle formazioni che saranno coinvolte sino in fondo nella battaglia-permanenza bisognerà attendere almeno altri dieci turni».

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