SERIE A
Lecce calcio, il ds Trinchera soddisfatto: «Il Lecce ha un’identità, siamo solidi. Ora servono più gol»
La pausa del torneo di serie A in concomitanza con gli impegni delle nazionali dà la possibilità di fare il punto della situazione in casa Lecce con il direttore sportivo
La pausa del torneo di serie A in concomitanza con gli impegni delle nazionali dà la possibilità di fare il punto della situazione in casa Lecce con il direttore sportivo Stefano Trinchera.
Cosa ha espresso sino a questo momento nel suo complesso e in chiave-Lecce il campionato?
«Ha confermato di essere estremamente complicato ed altamente competitivo, proprio come ce lo aspettavamo, stanti le risorse messe in campo da tutti i club. In questo contesto, dopo le prime giornate, noi abbiamo trovato una quadratura ed una identità che hanno dato al collettivo maggiore consapevolezza nei propri mezzi. Ma sono passate in archivio appena undici giornate ed il cammino è ancora molto lungo e ricco di insidie».
C’è qualcosa che l’ha soddisfatta di più della squadra? E quali criticità sono emerse?
«L’aspetto più importante è costituito dalla solidità e dalla compattezza che stiamo dimostrando da diverse settimane. Abbiamo concesso pochissimo agli avversari, anche a quelli più quotati. Questo fatto è fondamentale per reggere la forza d’urto di un torneo del livello della serie A. Non parlerei, invece, di vere e proprie criticità, ma è innegabile che i numeri indichino che bisogna migliorare la fase offensiva, nella quale dobbiamo riuscire ad essere più qualitativi ed a volte più coraggiosi nelle giocate».
Tra quelle disputate, c’è una partita che le piacerebbe rigiocare?
«Quella contro il Cagliari, in quanto sono convinto che tra noi ed i sardi non ci sia la differenza che è sembrata emergere nel corso del match che abbiamo perso al “Via del Mare”. Va detto, però, che la sfida contro i rossoblu è comunque servita, in quanto nei giorni seguenti è stata effettuata una attenta analisi che ci ha permesso di ripartire con lo slancio giusto».
Quale è stata, invece, la vostra gara da «incorniciare» del primo scorcio di stagione?
«Dobbiamo ancora giocarla. Il Lecce non può e non deve accontentarsi perché per avere concrete chance di raggiungere l’obiettivo al quale ambisce deve puntare a migliorarsi sempre. Ne abbiamo le potenzialità. Piuttosto, c’è un match il cui esito ha lasciato tanto amaro in bocca ed è quello con il Napoli. Contro i partenopei i ragazzi hanno offerto una grande prestazione senza muovere però la classifica, come avrebbero meritato. Un vero peccato».
Wladimiro Falcone è stato costantemente tra i migliori. Da direttore sportivo del Cosenza lei lo ha voluto nella formazione calabrese. In seguito, una volta tornato nella società salentina, con Pantaleo Corvino lo avete portato in giallorosso. Una delle vostre scelte più azzeccate?
«Il portiere romano è cresciuto in maniera impressionante. Già a Cosenza era un estremo difensore affidabile, ma a Lecce ha compiuto il definitivo salto di qualità. Abbiamo avuto ragione a ritenere che valesse la serie A. Per noi è un grande valore aggiunto».
Il nome nuovo di questa prima fase del vostro campionato è quello di Tiago Gabriel. Dal portoghese vi aspettavate in società delle performance di questo livello?
«Eravamo convinti che potesse comportarsi molto bene. Lo si era intuito già nella scorsa stagione, a Torino, nel confronto con la Juventus, quando è entrato dopo pochi minuti ed ha evidenziato tanta personalità. È ambizioso. Ci tiene a crescere ed a migliorare. Si applica molto ed è maturo. In uno dei primi incontri avuti da mister Di Francesco con l’area tecnica abbiamo sottolineato come, a nostro parere, il ragazzo avesse i mezzi per essere protagonista».
Il centravanti Nikola Stulic non ha ancora segnato. Le sue difficoltà erano previste?
«È impossibile ipotizzare quanto tempo impiegherà un calciatore che viene da un altro contesto calcistico a calarsi nella massima serie italiana. Il serbo era abituato ad un torneo del tutto differente. Si applica tanto per il collettivo, mettendosi al servizio della squadra. A volte forse dovrebbe essere più egoista, ma ha le caratteristiche che servono al Lecce, non solo per legare la manovra, ma anche per andare a rete. Lasciamolo continuare a lavorare come sta facendo. Si sbloccherà».
Tra dicembre e gennaio dovrete rinunciare ad alcuni titolari che saranno chiamati dalle rispettive nazionali per cimentarsi in Coppa d’Africa. Il centrale difensivo Jamil Siebert, che ha steccato contro l’Atalanta in campionato ed il Milan in Coppa Italia, sarà all’altezza di sostituire Kialoda Gaspar?
«In Italia c’è l’assurda tendenza a bocciare o, peggio, a bollare come brocco chi non si esprime subito al top. Bisogna essere più accorti nelle valutazioni. Siebert è forte. Ha fatto parte della nazionale under 21 della Germania, scuola calcistica che è tra le più in vista del panorama calcistico internazionale. Il ragazzo ha potenzialità di primo piano e noi crediamo fermamente in lui».
Cosa si aspetta dal Lecce da qui alla conclusione del girone di andata?
«Non serve guardare tanto lontano. Abbiamo bisogno di continuare nel nostro percorso, di crescere ancora e costantemente. Il Lecce deve migliorare allenamento dopo allenamento, partita dopo partita. Per noi ogni singola sfida è una opportunità attraverso la quale cercare di mettere un altro mattoncino nella costruzione della salvezza. Quindi, limitiamoci a concentrarci sulla prossima sfida, quella contro la Lazio, che sarà senza dubbio molto “tosta”, ma nella quale proveremo a meritare di muovere la graduatoria».
Quale formazione vede favorita per la vittoria dello scudetto? Quali team hanno maggiori probabilità di qualificarsi in Champions?
«Nelle alte sfere della classifica ci sono più squadre in pochi punti. Dovendo fare un nome per il titolo, indico l’Inter, che ha una rosa ampia e completa per tenere botta su tutti i fronti nei quali è impegnata. Il Napoli campione in carica, in questo senso, è stato molto sfortunato in quanto bersagliato da gravi infortuni. Ma non mollerà sino alla fine e proverà a confermarsi. Né possono essere tralasciate la Roma, il Milan, la Juventus ed il Bologna. Sono tutte lì. La lotta per lo scudetto e per le altre tre “poltrone” che portano in Champions sarà a lungo apertissima ed incerta, il che renderà più avvincente il campionato».