serie b
Bari calcio, è allarme rosso con bocciatura in blocco
Fin troppo facile mettere nel mirino il solo tecnico Fabio Caserta, costantemente sulla graticola e mai davvero confermato con forza dalla coppia di direttori sportivi (Giuseppe Magalini e Valerio Di Cesare) che restano dietro le quinte
13 punti che valgono il sestultimo posto in classifica con una sola lunghezza sulla zona playout, ma con un match in meno rispetto al resto della compagnia. 25 calciatori utilizzati, dieci formazioni differenti su undici impegni in campionato. Sono soltanto alcuni dei numeri più eclatanti che disegnano un Bari senz’anima e senza identità. I biancorossi arrivano alla terza sosta di campionato ancora immersi in un tunnel che non mostra la via d’uscita. La rivoluzione estiva non ha pagato: finora si vede un gruppo che non riesce nemmeno a trarre fiducia da risultati (sette punti nelle ultime tre giornate) o eventi favorevoli (oltre un tempo in superiorità numerica venerdì scorso a La Spezia) per evidenziare cenni di miglioramento.
Tanto forte quanto rischiosa la scelta di azzerare i conti con un passato sì deludente, ma non al punto da non salvare qualche certezza. Fin troppo facile mettere nel mirino il solo tecnico Fabio Caserta, costantemente sulla graticola e mai davvero confermato con forza dalla coppia di direttori sportivi (Giuseppe Magalini e Valerio Di Cesare) che restano dietro le quinte. I numeri, però, non mentono mai. E allora, ecco reparto per reparto, rendimento e score di protagonisti che fin qui (salvo rarissime eccezioni) sono apparsi del tutto fuori contesto.
CEROFOLINI UNICO BALUARDO Il 26enne portiere è l’unica certezza del reparto più preoccupante. Sempre presente nei 990’ disputati, guida la tredicesima difesa della B con 16 gol al passivo. Due i «cleen sheet», almeno una dozzina gli interventi determinanti. Non è un caso che l’ex Frosinone è saldamente in testa alle graduatorie per numero medio di parate a partita. Disastroso il rendimento della batteria di centrali: capitan Vicari è uscito di scena da oltre un mese dopo cinque gettoni, 367’ e prove lontane dai suoi standard. Dimitrios Nikolaou è forse l’emblema del disastro: dieci presenze, 795’, un’espulsione assurda a Reggio Emilia, una valanga di errori da matita blu. Il greco ha rappresentato l’investimento più oneroso del pacchetto arretrato, pur provenendo da un’annata nera a Palermo. Eppure, la sua maglia da titolare è salda, per mancanza di alternative credibili. Andrea Meroni (sei presenze, 516’) da alternativa si è ritrovato intoccabile dopo il guaio occorso a Vicari: coraggio e buona volontà non bastano a sopperire limiti evidenti, soprattutto nell’uno contro. Tre apparizioni e 174’ per Sherrif Kassama, 21 enne prelevato dal Trento che, malgrado l’utilizzo ridotto, ha già palesato gravi incertezze sparse. Ingiudicabili i 9’ del 19enne Kosovaro Indrit Mavraj. Non va molto meglio sui terzini: malgrado qualche amnesia in marcatura, va salvato Lorenzo Dickman, l’altro stakanovista con 990’ in 11 gare e ben tre assist determinanti all’attivo. In piena involuzione Mehdi Dorval (11 presenze, un gol, 847’) che non ha beneficiato nemmeno del passaggio dall’iniziale posizione di terzino a quella più congeniale di laterale. Con l’adozione dell’assetto a tre si è ritrovato protagonista Raffaele Pucino (sei volte in campo, 526’): altro possibile epurato estivo che, invece, prova a tappare falle con mestiere e applicazione. Quattro gettoni (179’), infine, per Riccardo Burgio, mancino dal passo lento e sincopato, pescato dal Potenza.
MEDIANA MOLLE E MONOPASSO Sulla carta, tanta qualità. Al punto da spingere qualcuno a definire il centrocampo del Bari «il più forte della B». All’atto pratico, invece, il dinamismo, la fisicità, la capacità di recupero di Maita e Benali (letteralmente regalati a Benevento ed Entella) non è stata minimamente rimpiazzata. Il più utilizzato è Matthias Verreth, dieci presenze, un gol, un assist, 824’ e la tempra di rialzarsi dopo la tragedia che lo ha colpito in estate con la scomparsa del figlioletto. Ma la tecnica del belga non è supportata da un passo compatibile con il campionato cadetto. Per supplire a tale carenza, sarebbero servite mezzali con un motore da Formula Uno. Encomiabile la propensione al sacrificio di Matthias Braunoder, nove gettoni, un assist, 493’: l’austriaco è l’unico ad avere un ritmo decoroso, ma paga limiti tecnici e fisici. Deludenti i segnali di Ebrima Darboe: l’uomo che avrebbe dovuto conferire peso alla seconda linea, è parso spaesato nelle sei gare (239’) disputate e ora rischia di aver già concluso il suo 2025 dopo la grave lesione al retto femorale. Promettente, ma intermittente e leggerino Riccardo Pagano (otto presenze, 486’), ancora in crisi di identità Giulio Maggiore (sei presenze, 302’): la brillante versione di La Spezia pare davvero un lontano ricordo. Discorso a parte per Gaetano Castrovilli, sceso in campo in tutti gli undici turni (ma con 607’ complessivi) che doveva ritrovare se stesso dopo l’odissea degli ultimi due anni: sprazzi di classe indiscutibile, però, non hanno prodotto sostanza, non a caso zero sono gol e assist. Così, rischia di rivelarsi un lusso poco sostenibile. Appena due scampoli e 18’ per Bellomo: un jolly difficilmente collocabile.
TUTTO SU GYTKJAER E MONCINI Statistica sconsolante: undici gol, il penultimo attacco cadetto (con Sampdoria, Spezia ed Entella), peggio solo il Mantova a quota nove. Il Bari è penultimo anche nella graduatoria dei calciatori mandati in gol: appena cinque (meno solo per il Mantova con tre). Tutto grava sulle spalle di Moncini (cinque centri in undici presenze per 814’ in campo) e Gytkjaer (tre in otto gettoni, 298’): il primo ha portato in cassa otto punti), il secondo cinque: l’intero bottino dei Galletti è griffato dalle due punte che trasformano in oro ogni pallone. Un contributo è venuto pure da Cerri: un gol in cinque spezzoni per soli 9’ complessivi. Dietro la lavagna, invece, l’intera batteria di esterni e trequartisti: non ha inciso Sibilli nelle cinque gare disputate (365’) fino alla squalifica che lo terrà fuori per il resto della stagione, è incappato in una serie di prestazioni insufficienti Partipilo ( sette match, 307’), così come non basta la generosità di Antonucci (otto incontri, 368’) e l’intraprendenza di Rao (sette comparsate, 230’). Tutti non hanno prodotto gol o assist. Resta un’incompiuta anche il «ripescato» (era destinato a partire) Gaston Pereiro (due presneze, appena 22’). Doveva essere l’anno della costruzione per il grande salto. Oggi, si fatica a capire quali siano le certezze. A meno di improvvise «resurrezioni» bisognerà battagliare per non affondare. Perchè sarebbe davvero la fine.