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Bari, la carica del Cobra Tovalieri: «I playoff, una lotteria. Ma è un traguardo minimo»

pierpaolo paterno

L’ex attaccante biancorosso, il “cobra” , affonda il dente facendo fuoriuscire pregi e veleni di un Bari ancora alla ricerca di un trend da squadra importante.

BARI - Dal pareggio insapore contro la Salernitana alla doppia trasferta del 30 marzo e 6 aprile rispettivamente contro Carrarese e Catanzaro. A fare da ponte la sosta del prossimo fine settimana per gli impegni della Nazionale azzurra nei quarti di Nations League contro la Germania. Il presente e l’immediato futuro del Bari si collocano a metà strada fra la realtà di una classifica orientata a conservare una poltrona nel salone playoff e l’intenzione di recuperare lo stato fisico e mentale di un gruppo attanagliato da infortuni e ricadute varie. Oltre che da alcune lacune di tenuta rese manifeste nei tre quarti di stagione ormai alle spalle. Una su tutte: quattordicesimo attacco del campionato, un dato misero. Il tempo per rimediare si assottiglia. Le parole ed i propositi lasciano il tempo che trovano, dovendo cedere il passo alla concretezza dei fatti. Se possibile, diversi da quanto (non) fatto vedere nei 95’ giocati l’altro giorno contro i granata di Breda penultimi della classe.

Pensiero logico fondato sulla ragionevolezza di dati oggettivi. Ad analizzarli l’ex attaccante biancorosso, Sandro Tovalieri. Il morso del “cobra” affonda il dente facendo fuoriuscire pregi e veleni di un Bari ancora alla ricerca di un trend da squadra importante.

Tovalieri, l’ultimo Bari arranca.

«Primo tempo buono. Secondo al di sotto delle aspettative. Non ci sono state grandi occasioni da gol. Un peccato non aver vinto. Si poteva sfruttare la concomitante sconfitta del Palermo. Sono gare da vincere, soprattutto in casa, mentre restano punti persi che alla lunga possono costare caro».

L’unico spettacolo si è visto sugli spalti, con oltre 25mila spettatori. Per il resto, ragioniamo del nulla.

«Il gemellaggio tra Bari e Salernitana è sempre una festa. Al di là di questo, l’affluenza al San Nicola è sempre notevole considerando che parliamo di B. Ci si aspettava un campionato diverso. I troppi pareggi ti fanno perdere tante opportunità. Servono a poco e niente».

Al termine della partita i biancorossi sono stati subissati di fischi. I tifosi non hanno per niente gradito lo spirito arrendevole della squadra.

«Il secondo tempo non è stato un bel vedere. Sembra che le due squadre si siano accontentate della divisione della posta. Ci sono rimasto male perché dopo il pareggio e la prova contro il Sassuolo, pensavo che il Bari avesse intrapreso la strada giusta. Invece, la squadra quest’anno ci ha abituato ad alti e bassi. Bisogna farne di necessità virtù».

Uno sguardo ai numeri del campionato biancorosso: sedici pareggi in trenta partite, record della B condiviso col Catanzaro. Solo otto le vittorie e sei le sconfitte. Difficile pensare in grande con questo profilo.

«In B, i tanti pareggi ti portano via punti importanti. Soprattutto nei secondi tempi, i biancorossi ne hanno persi tantissimi. Ora occorrono risultati importanti, quantomeno per rimanere agganciati alla zona playoff. Manca poco alla fine. Il rush è importante e non si può sbagliare. È normale che la gente sia delusa. Nonostante la contestazione alla proprietà, l’amore per la squadra non muore mai».

L’unica nota positiva è l’aggancio all’ottavo posto. È un Bari pronto per i playoff?

«Se la giocherà sino alla fine. Se vedo le altre squadre, tipo il Palermo che ha speso tanti soldi, molte fanno fatica. Non è facile. Già dalla prossima, si spera di fare dei colpi fuori casa. I playoff sono una lotteria. Tutto può accadere. Conta anche la fortuna. Per paradosso, il Bari gioca meglio contro le squadre di vertice e incappa in risultati negativi con avversari inferiori. La rosa è buona, non da lottare per la A ma per una posizione migliore nella griglia playoff. Se non si raggiungesse l’obiettivo, sarebbe una grandissima delusione per la piazza. L’altro aspetto positivo di sabato scorso è stato il tributo a Joao Paulo, con il quale ho giocato per una stagione dopo il suo infortunio. Comunque, bellissimo».

Longo insiste a dire che in fatto di atteggiamento il Bari ha sempre dato tutto. Contro la Salernitana, però, non si è notato tutto questo coraggio.

«Il Bari avrebbe meritato di vincere più partite. Gli sbalzi di concentrazione, però, condizionano. Se non si mette il mordente giusto, dopo vai in affanno. Non credo che Longo sia contento di questi alti e bassi. I mezzi passi falsi compromettono la situazione».

Capitolo tandem d’attacco nel 3-5-2. Tra Lasagna, Bonfanti, Novakovich e Favilli, quale la coppia migliore?

«Non saprei. Il parco attaccanti è importante. Manca uno alla Pohjanpalo. Lasagna non è una prima punta, dovrebbe essere affiancato da un centravanti vero. Per raggiungere certi obiettivi mancano i gol del bomber rapinatore dell’area di rigore».

Per la prestazione opaca di sabato scorso, Longo si è appellato alla condizione approssimativa legata ai tempi di recupero da infortunio dei vari giocatori. Un’attenuante ragionevole?

«La rosa del Bari è importante. Ce ne sono di giocatori bravi e di categoria. Fare appello agli infortuni, mi sembra un po’ riduttivo come alibi. La panchina non è corta, ma forse manca un po’ di qualità. L’allenatore difende la sua squadra, ed è giusto che lo faccia. Sono sicuro che nello spogliatoio dica altro. È un allenatore di polso. Mi lascia spiazzato che restino fuori elementi di qualità e fantasia come Falletti e Pereiro. Non conoscono la loro condizione fisica, ma non ti aspetti che siano esclusi del tutto dal progetto tattico».

La sosta del prossimo fine settimana potrebbe agevolare il ritrovamento della migliore condizione fisica e mentale?

«Come logica ci sta. La sosta serve per recuperare giocatori acciaccati e per ricaricare le batterie. Difficile pensare ad un radicale cambiamento, anche se il Bari ha le carte in regola per raggiungere almeno i playoff. Una piazza così non può rimanerne fuori».

Il Bari giocherà cinque volte fuori casa e solo tre in casa. Che rush finale si aspetta?

«Fuori casa sono arrivate le prestazioni migliori. Il Bari è più una squadra formato trasferta. Ne arrivano due insidiose a Carrara e Catanzaro, contro avversari a caccia di linfa per la salvezza e i playoff. Per ambire in alto, servono minimo quattro punti».

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