L'intervista

Cavasin spinge il Bari: «Squadra da playoff, poi giochi apertissimi»

Pierpaolo Paterno

Doppio ex di Bari e Sampdoria, Alberto Cavasin passa al setaccio la situazione della squadra in cui ha giocato e di quella che ha allenato

BARI - Dal blitz di Mantova alla prossima sfida di domenica prossima contro la Sampdoria. Il cammino del Bari imbocca la strada che conduce al termine della regular season. A meno undici dal gong, i biancorossi preparano il rush finale con l’intento - avversari permettendo - di centrare un posto nella griglia playoff. Cinque le gare interne contro Sampdoria, Salernitana, Palermo, Modena e Pisa. Sei gli impegni lontano da casa contro Sassuolo, Carrarese, Catanzaro, Sudtirol, Cosenza e Cittadella. Percorso lastricato di insidie e disseminato di trappole. Per uscirne indenni servirà il miglior Bari. E soprattutto, la disponibilità degli effettivi in organico per consentire a Longo di usufruire del maggior numero di alternative possibili. Tattiche e tecniche. A cominciare dal reparto difensivo, quello attualmente più risicato in fatto di uomini. Contro la Sampdoria mancherà lo squalificato Obaretin, ma si spera nei rientri di Vicari e Simic. A centrocampo, dovrebbe rientrare Lella (fermato sabato dall’influenza). In attacco, Novakovich scalda i motori dopo settimane di stop dall’infortunio di gennaio contro la Reggiana. Doppio ex di Bari e Sampdoria, Alberto Cavasin passa al setaccio la situazione della squadra in cui ha giocato e di quella che ha allenato.

Cavasin, le è piaciuta la squadra di Longo nella vittoriosa trasferta di sabato a Mantova?

«C’è un potenziale per entrare nei playoff e giocarsela tutta. La squadra è in un processo di miglioramento. Si può creare il giusto entusiasmo».

Il Mantova si è dato da fare sul piano dell’agonismo, ma ha dimostrato gravi lacune tecniche. Quanto valgono questi tre punti per il Bari?

«È una vittoria importante che dimostra la crescita e la personalità di una squadra in fase di evoluzione. Il Bari aveva bisogno di questo risultato per credere nel lavoro fatto da Longo. Un successo utile alla squadra e all’ambiente. Sappiamo quanto la tifoseria biancorossa sia legata alla squadra. Il fatto che a Mantova fossero in mille attesta la fiducia della gente che, evidentemente, crede e spera che qualcosa di buono si possa raggiungere».

La partenza ad una punta con Bellomo a supporto di Bonfanti. Poi, il cambio in corsa con Lasagna e Favilli. Due facce tattiche della stessa medaglia?

«Conosco bene Bellomo. Un giocatore offensivo, utilizzabile anche come attaccante. Il cambio sia stato un messaggio per far capire ai ragazzi che si potesse vincere».

Dal primo all’ottavo posto, le posizioni sono ben delineate. Sassuolo e Pisa sembrano destinate e salire. Lo Spezia ha un margine di otto punti sul Catanzaro quarto. Il Bari è sempre settimo ed è difficile prevederne una scalata di gradini verso l’alto. È d’accordo?

«No, perché dalla Juve Stabia sesta ci sono solo due punti di svantaggio. Il campionato è ancora lungo. Manca una marea di punti da assegnare. Il disavanzo dalla Juve Stabia è recuperale. I giochi sono tutti aperti e il Bari può salire anche di due posti. La situazione è senz’altro migliorabile. Servirebbe un filotto vincente di tre partite. Poi, ai playoff tutto può succedere».

In tempi non sospetti, lei ha sempre sostenuto che la squadra fosse da playoff. Con gli innesti di Maggiore, Bonfanti e Pereiro sostiene che la tesi sia più solida?

«Sono giocatori che ampliano la rosa e alla lunga avere soluzioni importanti in panchina diventa fondamentale. È cresciuto anche il tasso tecnico e di esperienza. Vedo un serbatoio di benzina importante per gli spareggi promozione».

I tre arrivi di gennaio sono già andati a segno, pur giocando spezzoni di partite perché non al top della condizione. Magalini ha scelto bene, bravo Longo oppure è solo un caso?

«La dirigenza ha operato con saggezza. Il fatto che siano andati a segno indica che si sono inseriti nel gruppo. Ingresso più positivo di così non poteva esserci».

Da allenatore, come farebbe giocare Falletti, Pereiro e Bellomo?

«Li vorremmo far giocare tutti e sempre. Per includerli nel progetto tattico serve equilibrio tattico, costruendo dietro i margini per non pagare in fase difensiva. Conta la qualità dei giocatori che ruota attorno a questi elementi. Se attacchi, occorre qualcuno che difenda con attenzione».

In difesa la coperta sembra corta. Si spera nei rientri di Vicari e Simic, anche perché contro la Sampdoria sarà squalificato Obaretin.

«Per questo, bisogna fare molta attenzione nell’esporsi troppo in fase offensiva”.

Ha allenato la Samp nel 2011, non evitando la retrocessione in B.

«Non riuscii a risolvere la situazione difficile. La squadra era ultima e subentrai a Di Carlo. Nella mia carriera sono retrocesso poche volte. Quella di Genova resta una sofferenza. Furono tre mesi di insuccesso, non vissuti benissimo».

Domanda all’ex centrocampista. Il gol del Bari a Mantova è stato confezionato da Maita, Benali e Maggiore. Quanto possono contare le reti dei centrocampisti in generale e in questo Bari in particolare?

«Tanto, soprattutto se le punte non segnano molto. I gol dei centrocampisti possono fare la differenza alla lunga. Non devono mai mancare. Posto che il compito di finalizzare spetta agli attaccanti. Nei gol dei centrocampisti c’è il merito di Longo».

Proprio insieme al Mantova e al Sudtirol, la Sampdoria ha appena 29 punti ed è al limite della zona playout. Una squadra che, nonostante i rinforzi di gennaio, stenta a rialzarsi. L’ultimo pareggio contro il Sassuolo può essere un segnale di ripresa della squadra di Semplici?

«Certo. Sono arrivati nomi importanti. Il pareggio con la capolista incoraggia l’ambiente che difficilmente digerisce la delicata situazione di classifica».

La sfida di venerdì sera contro il Sassuolo ha lasciato parecchi strascichi in casa blucerchiata. A Bari mancheranno gli squalificati Riccio e l’ex Sibilli.

«Sono due giocatori di peso nel quadro complessivo. Il Bari ha un piccolo vantaggio, ma i sostituti sono all’altezza».

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