Serie B
Bari, la lunga notte dei pensieri: il «buio» in Toscana non è un dramma. Ma la forza del Pisa non sia solo un comodo alibi
Moreno Longo, sangue barese ma sostanza piemontese. Non è un avventuriero, anzi. Meno di 50 anni, ma col «pelo» per saper gestire i momenti dolorosi. E sì, perché lo schiaffo di Pisa non è una bocciatura... ma dà un fastidio pazzesco
BARI - «Halma», direbbe Massimiliano Allegri dopo una notte così. L’allenatore più massacrato del mondo. Pare che a Torino i tifosi juventini, in caso di pioggia, pensassero che fosse colpa sua. Lui che è sempre stato un fenomeno a farsi scivolare le cose addosso. Da buon toscano, già. Moreno Longo, sangue barese ma sostanza piemontese. Non è un avventuriero, anzi. Meno di 50 anni, ma col «pelo» per saper gestire i momenti dolorosi. E sì, perché lo schiaffo di Pisa non è una bocciatura... ma dà un fastidio pazzesco.
Il problema è che, nel calcio, c’è la maledetta abitudine di indire sedute di «Cassazione» a ogni partita. La voglia matta di sparare sentenze. E di attribuire «patenti». Che siano assolutorie o di condanna, ha poca importanza. Nulla di più sbagliato, follia. Altrimenti succede che a una squadra capace di mettere insieme quattordici (!) risultati utili capiti di dover schivare addirittura schizzi di fango. Dall’esaltazione (un errore clamoroso) alle depressione (un suicidio bello e buono). Prima si pensava alla tre davanti, oggi si è quasi portati a pensare che sia stata tutta una mesa in scena. E invece, no. Non funziona così. A Pisa s’è visto poco o nulla, partita mediocre, prestazione molle, avversario più dominante dei reali valori in campo. Tappe di un percorso, questa è la verità. Quando non sei costruito per vincere capitano anche notti così. In cui ti senti piccolo piccolo e chi ti sta davanti assomiglia a un supereroe. La realtà è che cambia pochissimo. Non eri «Tarzan» fino a venerdì pomeriggio, non sei una banda di scappati di casa oggi. Un venerdì amarissimo, questo sì. Innegabile.
A voler eccedere in realismo verrebbe da dire che certe «botte» possono risultare fiananche salutari. A riportare tutti con i piedi per terra, per esempio. A dare una bella rinfrescata di memoria, anche. Ricordando da dove si è partiti e il senso di un percorso che non può non essere graduale. Il Bari è inferiore al Pisa, questa è la scoperta dell’acqua calda e dobbiamo dircelo fino alla noia. Lo si è capito benissimo sul prato dell’«Arena Garibaldi», per giunta con argomenti inattaccabili. Dalla tecnica alla fisicità, passando per una panchina ben più performante. C’è un però, questo sì e va rimarcato. Chi l’ha detto che una squadra più forte debba quasi prenderti quasi a pallonate? In serie B è rarità. Allora serve onestà intellettuale e, soprattutto, lucidità. Complimenti a Inzaghi e i suoi ragazzi con quel calcio fisico e verticale che sta facendo la differenza in un campionato così povero che, pensando a dieci anni fa, ti scappa la lacrimuccia. Il resto (non) l’ha fatto il Bari che aveva tutto per giocare una partita diversa. Anche alla pari, perché no? Poi puoi perdere a Pisa, non sarebbe uno scandalo. Ma così lascia un po’ di amaro in bocca. Avversario forte, non ingiocabile. Ed è questo il tasto su cui batterà certamente Longo. Vero, la strada è lunga e questi sono incidenti di percorso. I limiti, già. Ci sono e non vanno anestetizzati. Quando non funziona nulla... non può essere solo perché giochi contro la seconda in classifica. Poco fruttifere le scelte dell’allenatore, scadente l’interpretazione. Anche sul piano individuale troppe cose da matita blù. Vicari, Sibilli, Falletti, Favasuli, Dorval, Favilli, Novakovich, Lasagna. E non solo loro. Troppe prestazioni vuote. Gente impalpabile. E allora ha ragione Max, «halma». Una lezione, nulla di più. E subito (il Sudtirol) l’occasione per ripartire. Lasciando, possibilmente, da parte la «Cassazione». È una partita di calcio, non l’occasione per scoprire tutta la verità.