Serie A

Lecce forte e maturo, c’è la «mano» di Gotti

Antonio Calò

Contro un avversario forte la squadra ha mostrato coraggio senza mai sbandare

LECCE - Quello visto all’opera allo stadio «Olimpico Grande Torino» contro i granata allenati da Poalo Vanoli è stato un Lecce che ha reso orgogliosi i circa millecinquecento tifosi che hanno gremito il settore ospiti in ogni ordine di posto e tutti i supporter giallorossi che hanno seguito la partita da casa. La prova della formazione diretta da Luca Gotti è stata caratterizzata da solidità, maturità, personalità, intensità e qualità dall’inizio alla fine.

Tenuto conto dell’ottimo momento attraversato dal Torino, che figurava nel quartetto di testa della graduatoria, quasi tutti, in casa Lecce, avrebbero firmato, prima della sfida, per un pareggio. Al termine, invece, il punto raggranellato ha lasciato un po’ d’amaro in bocca in quanto il complesso salentino avrebbe meritato di intascare il bottino pieno.

SOLIDITA' È stata garantita dall’attenzione e dalla concentrazione con la quale tutti i calciatori gettati nella mischia hanno approcciato ed interpretato l’incontro. Quelli schierati dal primo minuto come chi è subentrato in corso d’opera. Reparti corti, compatti, ranghi serrati, predisposizione al sacrificio, capacità di supportare il compagno in difficoltà. Mai il Torino ha dato la sensazione di essere in grado di rompere gli argini. Wladimiro Falcone ha vissuto un pomeriggio nel quale non ha dovuto effettuare parate complicate. Ci sono stati senz’altro demeriti dei granata, ma soprattutto tantissimi meriti dei giallorossi.

MATURITA' Il Lecce ha saputo gestire le diverse situazioni che si sono presentate. Lo ha fatto sempre senza alcuna frenesia, con la calma di chi sa cosa deve fare e cosa si deve aspettare, segnale che i temi tecnico-tattici della contesa erano stati “letti” alla perfezione in sede di preparazione della stessa. Nonostante ci sia stato pochissimo tempo per farlo a ranghi completi a causa dell’assenza, per dieci giorni, dei nove elementi chiamati dalle rispettive nazionali.

PERSONALITA' La gestione delle due fasi, quella di non possesso e quella di possesso, è stata fatta da squadra consapevole, conscia dei propri mezzi. Un aspetto affatto scontato se si tiene conto che nell’undici di partenza figuravano cinque nuovi acquisti: Frederic Guilbert e Kialonda Gaspar in difesa, Balthazar Pierret in mediana, Tete Morente e Ante Rebic nel terzetto che ha agito alle spalle del centravanti Nikola Krstovic. Un sesto elemento, Medon Berisha, non era certo uno dei titolari della scorsa stagione. Ma è piaciuto tantissimo anche l’atteggiamento che hanno avuto i calciatori entrati durante i 90’, che sono stati capaci di calarsi subito nella parte e di essere funzionali al contesto della sfida.

INTENSITA' Il Lecce non ha avuto fasi di stanca. Tutti hanno corso nella maniera giusta. I salentini hanno saputo essere armonici sia quando hanno dovuto difendere che quando hanno attaccato. Gli ingranaggi sono sembrati ben oliati ed hanno “girato” senza soluzione di continuità.

QUALITA’ – La si è notata nel gioco d’assieme ed in alcuni singoli. Su tutti in quel Rebic che ha regalato sessanta minuti importanti, facendo intravedere quanto sia in grado di dare al Lecce con la sua classe di attaccante che ha calcato palcoscenici di rilievo. Il croato dà l’impressione di avere affrontato l’avventura nel Salento con grandissime motivazioni. Potrebbe rivelarsi un punto di riferimento di spicco del gruppo, in campo come nello spogliatoio, come lo sono stati nel recente passato Samuel Umtiti e Marin Pongracic, pur agendo in un ruolo differente.

PECCHE Quando si gioca bene come ha fatto il Lecce a Torino bisogna mettere in cassaforte l’intera posta in palio. Il che non è accaduto. Evidentemente è mancato qualcosa. Un pizzico di cinismo. Una maggiore precisione. L’abilità e la lucidità di fare la scelta giusta nel momento decisivo.

La cosa certa è che il gol non è arrivato e che i giallorossi sono stati costretti ad accontentarsi di un solo punto nonostante abbiano creato i presupposti per incassarne tre.

Una sola rete segnata in quattro giornate, del resto, dimostra che in fase realizzativa occorre compiere un salto di qualità, ma è anche il caso di rammentare che il cammino è ancora lungo e che è lecito supporre che una squadra tanto rinnovata abbia ampi margini di miglioramento, gli stessi che presumibilmente hanno quei calciatori che stanno facendo i conti da poco tempo con un calcio del tutto differente da quello al quale erano abituati.

Insomma, come predicano il presidente Saverio Sticchi Damiani, il responsabile dell’area tecnica Pantaleo Corvino ed il direttore sportivo Stefano Trinchera sin dal primo giorno, bisogna avere pazienza e lasciare lavorare serenamente il mister Luca Gotti ed il suo staff. A tal proposito, il club ha annunciato Raffaele Clemente, in qualità di collaboratore tecnico di mister Luca Gotti.

Vanno messe in preventivo altre difficoltà e passaggi a vuoto, ma i primi frutti dell’impegno sin qui profuso si sono visti senza dubbio con il Cagliari, al «Via del Mare», e con il Torino, in campo avverso.

RIPRESA Il Lecce tornerà ad allenarsi oggi in vista del match interno con il Parma, previsto per sabato, alle 20,45. Contro la formazione ducale sarà nuovamente disponibile l’esterno alto Patrick Dorgu, che ha scontato il turno di squalifica comminatogli dal giudice sportivo dopo l’espulsione subita al 45’ della partita con il Cagliari. Andranno valutate le condizioni di Lameck Banda, che ha saltato la trasferta di Torino a causa del trauma contusivo riportato nella gara disputata con la sua nazionale, lo Zambia, con la Costa d’Avorio. Come si è appurato a Torino, però, a Gotti non mancano certo le alternative.

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