Dallo spogliatoio

Calcio Lecce, dopo la vittoria contro l'Empoli, mister Gotti se la gode: «Risposte forti»

Antonio Calo’

«Bene l’atteggiamento. Siamo sulla strada giusta. Ho visto una squadra solida che ha saputo variare modo di giocare»

LECCE - È soddisfatto, ma misurato come sempre, il trainer Luca Gotti, al termine del match vinto di misura dal Lecce ai danni dell’Empoli. «C’è stato l’atteggiamento giusto - sottolinea l’allenatore della compagine salentina - In simili sfide bisogna sempre cercare di conquistare il bottino pieno ma, allo stesso tempo, si deve evitare di perdere, in quanto la posta in palio pesa tantissimo. I ragazzi sono stati attenti, concentrati. Mi hanno dato le risposte che chiedevo loro e sono state positive. Ho visto all’opera un Lecce solido, maturo, che ha fatto leva sulle proprie caratteristiche migliori, a volte gestendo a volte verticalizzando nel tentativo di affondare i colpi nella metà campo dei toscani».

Il tecnico si è arrabbiato molto in avvio di match quando gli ospiti hanno sbloccato il risultato con Cerri. Il gol poi è stato annullato dall’arbitro Mariani, dopo l’intervento dalla sala Var, perché viziato da un fallo del portiere Caprile, che ha avviato l’azione dopo avere recuperato con le mani la sfera fuori dalla propria area di rigore. «Proprio così - rimarca Gotti - Nell’episodio in questione c’è stata una gravissima leggerezza. Probabilmente stavamo pensando ancora al fatto che il direttore di gara non avesse fermato il gioco. Ma non è possibile distrarsi in situazioni del genere. Si rischia di pagare a caro prezzo l’errore». Tutti i numeri dell’incontro, dai tiri alle conclusioni nello specchio della porta, dal possesso palla ai corner battuti sino ai cross effettuati sono favorevoli al Lecce. Il trainer veneto prosegue nella sua analisi: «Nel primo tempo, il vento ha concesso campo ai nostri rivali, ma abbiamo rischiato solo un paio di volte in occasione di calci da fermo. Per il resto, siamo stati bravi a concedere pochissimo ai toscani. Inoltre, non abbiamo mai rinunciato ad andare a crearci le nostre occasioni nella metà campo dell’Empoli».

Decisivi si sono rivelati, nell’azione del gol-partita, Venuti, Pierotti e Sansone, tre degli uomini subentrati nel corso della ripresa. Gotti rivive l’azione: «Il primo ha battuto il fallo laterale che, spizzato da Piccoli, ha mandato la sfera in area. L’argentino è stato bravo a credere nella possibilità di soffiarla al suo avversario diretto, mentre l’ex Bologna ha segnato. Si tratta di una curiosa coincidenza, una di quelle magie che accadono nel calcio. Ho gettato nella mischia in extremis Venuti perché ritenevo che avesse l’esperienza giusta per gestire i momenti decisivi e Pierotti al posto di Oudin perché pensavo che potesse garantirci vivacità in avanti. Ma sono contentissimo della prova offerta dal francese». Poi pone l’accento sulla performance di Pontus Almqvist, che ha dovuto sacrificarsi in un lavoro di copertura: «Le sue caratteristiche migliori sono altre, legate alla fase offensiva, ma gli ho chiesto di rincorrere chi avanzava sulla sua fascia di competenza per mantenere un assetto equilibrato». Si sofferma quindi sul cambio di posizione tra i due centrali difensivi Pongracic e Baschirotto: «Li ho invertiti da un paio di match perché ritengo che in questo modo sia agevolata la fase di costruzione. Nel primo tempo abbiamo ragionato di più mentre, dopo le loro sostituzioni dei nostri rivali, conoscendo le caratteristiche degli uomini che sono subentrati, abbiamo preferito qualche lancio a scavalcare il centrocampo per non rischiare in uscita».

Battendo l’Empoli, il Lecce ha conquistato il settimo punto in quattro gare della sua gestione, compiendo uno scatto importantissimo verso quella permanenza in massima serie alla quale tutto l’ambiente giallorosso guarda. «Quando si arriva in una squadra al posto di un collega a torneo in corso, ogni allenatore ha il proprio modo di approcciarsi. Vanno affrontati aspetti di carattere generale e piccoli dettagli. Nell’intervenire si può solo sperare che la somma delle scelte fatte dia i frutti sperati, che la direzione intrapresa sia quella giusta. Nelle quattro gare archiviate abbiamo messo da parte punti che pesano». La classifica non intende guardarla: «Con 18 lunghezze da assegnare tutto è ancora aperto. Ci dobbiamo limitare a pensare sempre e solo al match seguente sino a quando non ci sarà la matematica certezza di essere salvi».

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