Serie B

Iachini vuole un Bari coraggioso

Davide Lattanzi

«Venezia forte, dai miei pretendo personalità altrimenti andiamo incontro a guai seri»

BARI - «Coraggio, personalità e una grande prestazione: se non mettiamo queste doti in campo, a Venezia avremo grandi problemi». Domani al «Penzo» (alle 16,15) il Bari comincia il personale tour delle big. I veneti (quarti in campionato) subito, quindi la Sampdoria che di grande porta nome e tradizione (sebbene in classifica sia appaiata ai biancorossi) per proseguire contro Modena (ottavo), Cremonese (seconda), Como (terzo). Insomma, quattro dei prossimi cinque incontri saranno contro compagini in lotta per la promozione diretta o in piena zona playoff. Il lusso di fermarsi non è concesso. E non soltanto per tenere viva una fiammella playoff (distanti due lunghezze) che questo complesso ha fatto poco per alimentare. L’attualità impone di raccogliere punti per scacciare lo spettro dalla zona playout (il margine è di cinque gradini): in un’annata così poco appassionante, nonché scandita da malumori e contestazioni, ci manca persino di soffrire per tenersi stretta la serie B.

La domanda, però, è scontata. Come riuscirà il Bari timido e modesto delle ultime gare a fronteggiare le compagini più ambiziose della cadetteria? Giuseppe Iachini ne ha viste tante nella sua lunga carriera. Il tecnico marchigiano certo non trema di fronte ad un calendario in salita e al cospetto di un Venezia che sfoggia il secondo miglior attacco del torneo (cinquanta reti all’attivo), nonché il re dei marcatori: Joel Pohjanpalo, autore di 15 centri. E forse proprio la dedizione al lavoro ed il tono rassicurante del mister ascolano sono le ancora a cui aggrapparsi per cercare un’impresa. «Dobbiamo essere super organizzati contro una squadra molto forte che, peraltro, poggia su un’intesa costruita in due anni», afferma con decisione Iachini. «Da quando sono arrivato a Bari ho ripetuto spesso lo stesso concetto: l’unica arma che abbiamo per invertire la tendenza è il lavoro. Non abbiamo tempo o opportunità per troppi esperimenti, così come il margine d’errore è ridotto. Perciò, la ricetta è sempre la stessa: battere a più non posso sui concetti, provare e riprovare, memorizzare e studiare passando dal campo al video e viceversa. Rispetto ai primi giorni con lil gruppo, comincio a vedere una crescita su diversi aspetti. Poi è scontato che la fase offensiva in particolare necessiti di una memoria più allenata per mettere in pratica determinate idee. Il possesso palla va snellito, bisogna riconoscere le situazioni e i movimenti da compiere, gli automatismi vanno implementati per essere più pericolosi e incisivi. In particolare contro questo Venezia, è necessario un atteggiamento consono ad un avversario di valore. Se non saremo perfetti, andremo incontro ad inevitabili sofferenza. Ma se invece avremo la giusta applicazione ed una buona dose di sfrontatezza, allora potremo giocarcela senza alcun timore reverenziale».

Già, l’aspetto caratteriale è spesso oggetto di processi su un complesso incapace di trovare continuità di rendimento e soprattutto in evidente difficoltà nel proporsi. Al punto che il canovaccio resti sempre nelle mani del solo Sibilli: l’attaccante napoletano è indiscutibilmente l’elemento più determinante, ma davvero si può dipendere esclusivamente dai suoi bagliori? «Non deve essere così: la squadra per prima non si aspetta questo spartito», replica Iachini. «La partecipazione di tutti è fondamentale, non possiamo dipendere da alcun calciatore sebbene importante come ad esempio in questo momento si sta dimostrando Sibilli. In generale, non possiamo nascondere di avere una certe sofferenza sul piano psicologico: sfrontatezza e coraggio sono determinanti, soprattutto quando si duella con grandi squadre. Sta a me tirare fuori il meglio dai ragazzi, anche sotto tale profilo: voglio assolutamente vedere dei passi avanti. Durante la settimana la squadra mostra di apprendere e riuscire a riproporre quanto studiamo, perciò voglio che il lavoro quotidiano sia riproposto in partita. Bisogna insistere non soltanto sugli aspetti tecnico-tattici, ma anche sulla mentalità: la strada per le vittorie è nell’avere un’identità precisa che poi metti in pratica fino a farla prevalere su quella avversaria».

Dal tema dei due attaccanti puri (Nasti e Puscas) al recupero di Maita, dal probabile forfait di Menez ai progressi di Maiello: tanti sarebbero i temi di formazione, ma la traccia di Iachini è chiara. «Fino alla sosta si ragiona a braccio: chi sta meglio e offre determinate garanzie va in campo», il chiarimento dell’allenatore dei Galletti. «In questo frangente meriti o gerarchie sono relativi. Durante la pausa di metà marzo magari avremo modo di approfondire altri concetti e le valutazioni cambieranno. Le due punte? È un’idea che mi è sempre piaciuta e ho spesso attuato nella mia carriera: nulla osta che si possa realizzare: di certo non rinunceremo a tre uomini dalle doti offensive, al di là del modulo di partenza. Su Menez non siamo molto ottimisti, Maiello deve compiere un percorso graduale, valutando le condizioni giuste per dargli un po’ di minuti, mentre Maita è recuperato: spesso abbiamo avuto assenze in queste cinque gare e non si è potuto dare continuità di formazione. Ma è inutile recriminare: servono punti e subito».

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