serie b
Calcio, Mignani fiuta la trappola: «Bari, occhi aperti»
Il tecnico biancorosso: «Non dobbiamo farci condizionare da ciò che succede in casa Brescia»
BARI - «Con il Brescia sarà una partita a sé: commetteremmo il più grave degli errori se pensassimo a ciò che accade in casa altrui. Raccogliere punti deve essere il nostro unico obiettivo». Tiene alta la guardia, Michele Mignani. Sulla carta, per il Bari terzo in classifica, sembra più che abbordabile l’incontro con i lombardi penultimi, in crisi nera di risultati e travolti dai continui ribaltoni in panchina stabiliti dal presidente Massimo Cellino. Ma in una serie B così imprevedibile, non esistono gare scontate. Soprattutto quando l’avversario di turno è una sorta di rebus. «Ci aspetta un match difficile da preparare. Il Brescia ha appena cambiato allenatore, non sappiamo come si proporrà. È un incontro sui generis nel quale bisognerà essere pronti a tutto. La formazione lombarda non viene da periodo positivo, ma possiede valori indubbi. E se la società continua a prendere provvedimenti, significa che non vuole mollare la presa. In tale contesto, non possiamo assolutamente fermarci a valutare quanto succede nel Brescia. Dobbiamo fare punti e nulla deve distrarci: dobbiamo focalizzarci sulle nostre necessità e basta».
I NUMERI - Nel carrozzone di testa, i Galletti continuano a vantare il migliore attacco, ma sono tra le compagini che subiscono di più (27 reti): quasi un paradosso per un allenatore dedito alla cura dell’equilibrio. «I numeri sono insindacabili», riflette Mignani. «Ma se devo guardare il campo, mi viene da pensare che in generale non subiamo molto: se mi soffermo agli ultimi impegni casalinghi con Cosenza e Cagliari, fatico a trovare parate determinanti di Caprile. La realtà è un’altra: spesso subiamo gol evitabili, pur concedendo relativamente poco all’avversario di turno. Incassare reti su palla in movimento, fa più male rispetto alle situazioni da calcio piazzato che possono essere influenzate da diversi fattori: fortunatamente, su azione non abbiamo preso molti gol, mentre da palla ferma ne è arrivato qualcuno di troppo. Ciò significa che con il lavoro dobbiamo migliorare le situazioni che si ripetono. D’altra parte, siamo una squadra esperta che anche in retroguardia conta su elementi navigati: pertanto, non mi sento di imputare tali circostanze a leggerezze. Piuttosto, può essersi verificato qualche piccolo calo di concentrazione. L’auspicio è ridurre il margine di errore e al contempo proseguire a segnare, perché è evidente che proponiamo tanto».
CALCI PIAZZATI - E per non arrestare la vena realizzativa, sarebbe utile sfruttare meglio le chance da calcio piazzato o da punizione diretta in porta: fondamentali di cui il Bari ha goduto pochissimo. «Alcune carenze in tali specialità ci sono», ammette Mignani. «Quando si calciano punizioni o corner, secondo me la differenza viene proprio dal modo in cui parte il suggerimento. Probabilmente, su questo particolare, qualcosina ci manca. Così come abbiamo sfruttato poco le punizioni dirette in porta. Gente come Scheidler, Esposito o Botta possiede le doti per segnare in questa maniera: l’opportunità di tirare da posizione favorevole può non capitare spesso in partita, pertanto, a maggior ragione, va capitalizzata».
Uno dei principali dubbi di formazione riguarderà la scelta del trequartista. Con Folorunsho ancora indisponibile, potrebbe profilarsi un ballottaggio tra Botta e Benali, ma non vanno esclusi altri papabili. «Innanzitutto, la consolazione è avere l’opportunità di scegliere», risponde Mignani. «Da quando sono a Bari c’è sempre stata abbondanza di uomini in ogni reparto: nel corso dell’attuale stagione, soltanto nei match con Palermo e Perugia si è verificata una riduzione delle scelte in alcuni settori, ma si trattava di situazioni particolari, con il mercato aperto. Ora abbiamo di nuovo una rosa ampia: la difficoltà degli impegni si eleverà e, in questo particolare periodo, anche la loro frequenza, visto che andiamo incontro a tre turni in una settimana. Io, però, ragionerò considerando una gara per volta: non preparerò una partita in funzione della successiva. Ma una cosa è certa: ci sarà la possibilità di attuare delle rotazioni. Benali è arrivato in buone condizioni, è un calciatore di grande intelligenza e sarà opposto al suo recente passato: immagino che avrà motivazioni speciali, ma un allenatore deve valutare tutto, senza farsi condizionare dalle situazioni personali dei calciatori. Botta è un fantasista ed è scontato che debba tentare determinare negli ultimi metri. A me piace la sua attitudine a cercare spazio e abbassarsi, quando gli avversari chiudono i varchi. In queste situazioni, se lui arretra, tocca alle mezzali alzarsi e coprire spazi in avanti per raccogliere i suoi suggerimenti. Quando non può essere decisivo, va benissimo che nuova palla e cerchi soluzioni per gli altri».
BABY - L’ultima riflessione è su Morachioli: il 22enne arrivato dal Renate ha rubato l’occhio con il Cagliari, ma quale collocazione potrà avere nel 4-3-1-2 di Mignani? «Gregorio - risponde il tecnico ligure - è un esterno offensivo che abbiamo seguito e ci ha colpito per le sue qualità, ma non dobbiamo dargli responsabilità eccessive o pensare che in un momento sia diventato Robben o Ribéry. Alla sua età, può e deve ampliare il suo bagaglio. Così come sì può anche cambiare anche assetto tattico, senza, tuttavia, dimenticare che se finora abbiamo fatto bene in un modo, non possiamo snaturarci per un solo giocatore».