Serie A
L’ex team manager Ezio Candido: «Lecce competitivo che sfida con la Roma»
«Sarà una partita molto complicata - avverte Candido, in vista della gara di domani sera, alle 18, al Via del Mare - perché la Juventus in questo momento sembrerebbe fuori gioco, il Milan lo vedo in grandissima difficoltà»
LECCE - «Con la Roma sarà una gara complicata, ma il Lecce ha trovato il giusto equilibrio in campo». È fiducioso il doppio ex Ezio Candido, che fece parte della rosa della Roma, agli inizi degli anni ‘70 con uno come Helenio Herrera sulla panchina capitolina. Poi il ritorno, da giocatore, al suo Lecce, dove anni dopo ha anche ricoperto il ruolo di team manager sotto la gestione della famiglia Semeraro.
«Sarà una partita molto complicata - avverte Candido, in vista della gara di domani sera, alle 18, al Via del Mare - perché la Juventus in questo momento sembrerebbe fuori gioco, il Milan lo vedo in grandissima difficoltà. Quindi, la caccia al secondo, terzo e quarto posto diventa fondamentale per società come Roma, Lazio e la stessa Inter, che un minimo di vantaggio ce l’ha, perché dà la possibilità di andare in Champions League, dove ormai si è capito girano i veri denari del mondo del calcio. Quindi non credo che la Roma, che deve comunque giocare giovedì prossimo col Salisburgo (in Europa League, ndr), venga a Lecce, facendo turnover. Credo, invece, che arrivi qui cercando disperatamente di fare la partita e portare a casa i tre punti. Questo, per certi versi, potrebbe favorirci, perché potremmo giocare di rimessa. Però sicuramente sarà una partita complicata».
Il Lecce è in ripresa: dopo le due sconfitte a Verona e in casa con la Salernitana, ha fatto una bella partita contro la Cremonese.
«Sì, il Lecce ha fatto una bella partita a Cremona. Lì la Roma ci ha indirettamente fatto un favore, perché abbiamo incontrato una Cremonese che aveva speso molte energie nella vittoriosa partita di Coppa Italia. Quindi c’è stato questo combinato disposto: da una parte, una squadra stanca e, dall’altra, un Lecce in grande spolvero. Credo che abbiano trovato un buon equilibrio in campo, penso che sarà una bella partita».
Il Lecce dovrebbe avere il dente avvelenato per il torto subito nella gara dell'andata, quando Hjulmand fu espulso ingiustamente dopo appena 20 minuti.
«No, quando si incontra una squadra di un certo prestigio, la partita si carica da sola, non c’è bisogno di particolari spinte emotive. La cosa che non vorrei vedere è una sorta di esaltazione da risultati positivi. È vero che abbiamo tanti punti di vantaggio, ma il campionato è ancora lunghissimo. Facciamo bene a stare con i piedi per terra per provare a fare quanti più punti possibili per evitare la bagarre finale».
C’è un giocatore della Roma che bisogna temere in particolare o il gruppo?
«Non mi sembra che la Roma giochi particolarmente bene, ma ha sicuramente tre giocatori dalla cintola in su, che sono Pellegrini, Dybala e Abraham, che sono obiettivamente sono fuori concorso per la serie A. Non è tanto per il gioco di insieme quanto il fatto che loro giocano per far arrivare la palla a Dybala e Dybala si deve inventare qualcosa».
Né si può pensare che la cessione di Zaniolo l’abbia in qualche modo indebolita.
«No, da un certo momento credo abbia dato più fastidio rispetto al fatto di rendersi utile all’interno del gruppo. Spesso quando si toglie il tappo da una bottiglia in ebollizione è meglio».
Il gioco di Mourinho non è bello da vedere, ma è molto concreto: porta risultati.
«Non dimentichiamo che ha vinto un triplete con l’Inter, reinventando il catenaccio e chiedendo sacrifici pazzeschi ai vari Eto’o e compagni. Io ricordo alcune frasi che diceva - ma, in realtà, quelle frasi prima di lui, 52 anni fa, le diceva Helenio Herrera, non si è inventato niente. È un grande personaggio del calcio, ma non si è mai contraddistinto per un gioco spumeggiante».
Ha citato il mago Herrera e la domanda è d’obbligo: che ricordi ha del suo periodo alla Roma?
«I ricordi sono ormai di 52 anni fa, ma sono bellissimi. Quella formazione era piena di giocatori straordinari come Del Sol, Amarildo, Cordova, Zigoni, il portiere Ginulfi, Bet e Santarini. Era veramente una squadra straordinaria per quel periodo storico del calcio, che non è neanche lontanamente paragonabile a quello di oggi».
In questo momento chi è l’uomo in più o qual è il reparto meglio organizzato nel Lecce?
«Io credo che con l’equilibrio dell’interditore Blin e di Gonzalez e Hjulmand hanno quadrato il cerchio a centrocampo. Perché Blin toglie un po’ di rogne a Hjulmand e credo che sia lì la chiave di lettura. Poi sicuramente tra Umtiti e Baschirotto c’è una coppia di difensori centrali che il Lecce non aveva davvero da tanto tempo».