SERIE B

Il Lecce in formato serie A: a Monza con la faccia da leader

Fabio Casilli

Calabresi: «Siamo stati perfetti nella gestione. L'attaccante più difficile da marcare? Dany Mota»

LECCE - «L’attaccante più difficile da marcare quest’anno? Sicuramente Dany Mota». Il difensore giallorosso Arturo Calabresi, 26 anni da compiere il prossimo 17 marzo, tra i migliori in campo domenica a Monza, ha però preso le misure all’esperto portoghese e alla fine è arrivata la meritata vittoria. «Anche in questo caso Dany Mota ha dimostrato le sue qualità - ha spiegato Calabresi - ma noi siamo stati bravi a contenerlo, a chiudere gli spazi in cui lui si esalta. Ha sicuramente numeri di categoria superiore». Il successo in terra brianzola contro la corazzata di Berlusconi e Galliani ha dato una carica in più ai giallorossi. «Penso che sia stata una delle prestazioni migliori da parte di tutti noi - ha sottolineato il difensore romano - soprattutto dal punto di vista caratteriale e di costanza nel corso della gara, di lettura della partita: abbiamo capito quando c’era da accelerare e quando da gestire. Sotto questo punto di vista siamo stati perfetti».

Domenica Calabresi ha giocato da titolare, sostituito da Gendrey solo nei minuti finali. «Sono molto contento del fatto che io stia trovando più spazio rispetto al girone d’andata - ha rivelato - Mi agevola il fatto di essere utile in più ruoli e questo mi rende anche orgoglioso. Io ho sempre fatto del lavoro quotidiano la mia forza, ed anche quando giocavo meno, cercavo di fare il massimo per trasmettere qualcosa ai miei compagni ed a me stesso». Al termine della gara col Monza sono arrivati i complimenti di mister Baroni. «Per me è stato molto emozionante sentire quelle parole del mister - ha replicato Calabresi - perché, al di là poi del risultato sportivo, vivo la mia professione con la passione di trasmettere quello che vivo io e sento quando gioco. Mi rende felice che questo si percepisca anche da fuori, oltre che dentro di me. Ringrazio il mister e ringrazio tutte le persone che colgono questo».

Già domani è di scena al Via del Mare il match con l’ostico Ascoli, che i giallorossi dovranno affrontare senza il loro capitano, Lucioni, perché squalificato, al centro della difesa. «Non so come giocheremo la prossima senza di lui, queste sono scelte che spettano all’allenatore - ha aggiunto Calabresi - Di certo io mi renderò disponibile anche qualora servisse giocare lì, al centro, ma le soluzioni sono tante e non so quale il mister adotterà. Ciò che è certo è che un calendario così tirato ci costringe a stringere i denti e a pensare ad andare avanti, gara dopo gara. Non c’è molto tempo dopo una partita, sia essa una sconfitta o una vittoria. Così, dopo esserci messi alle spalle la sconfitta con il Cittadella, dovremo fare lo stesso anche con la vittoria sul Monza». Basta non guardare troppo la classifica: «È normale che la guardiamo - ha ammesso il difensore - Sarebbe stupido dire che non la guardo, lo faccio eccome e sono orgoglioso di vederci lì. Con la stessa determinazione, che ci ha portato lì, dobbiamo continuare a giocare per restarci». Il ruolo di jolly difensivo si addice a Calabresi. «Per me è veramente molto importante dividermi in due o tre ruoli - h confermato lui stesso - Questo è un fattore che mi ha aiutato molto nella mia carriera. Ma ormai sono tre anni che mi alleno quotidianamente come terzino destro, quindi nella mia testa è scattato per forza qualcosa in tal senso. Quando gioco da centrale è normale sia per me più dispendioso. Questo non significa che non possa farlo».

E lo scorso 20 gennaio, in Coppa Italia, Calabresi si è tolto pure la soddisfazione di segnare alla squadra della sua città, la Roma, lasciando senza parole il padre Paolo, famoso attore e conduttore tv. «Quel gol è stato un’emozione grandissima per tutti noi - ha confidato Arturo - Mi hanno detto che papà, dopo il mio gol e fino al novantesimo, è rimasto in silenzio. È molto contento per me, per la rivincita che mi sto prendendo con la maglia del Lecce. E credo che per un figlio - ha concluso - non ci sia gioia più grande di sentire l’orgoglio di un genitore».

Privacy Policy Cookie Policy