Serie A
Liverani e la voglia matta di sgambetti: «Il Lecce sa come arginare le corazzate»
Stasera la Lazio. E all’amico Inzaghi: «Non ci accontenteremo di poco»
LECCE - «Ci serve un risultato positivo che ci dia autostima ed entusiasmo». Indica l’obiettivo, Liverani, nell’analizzare la sfida che, questa sera, alle 19.30, al «Via del Mare», vedrà il Lecce opposto alla Lazio. A Sassuolo, i salentini hanno dato segnali incoraggianti, ma hanno perso e per sperare di restare in A, invece, hanno bisogno di punti preziosi per la classifica e per il morale.
Le cifre testimoniano il divario enorme esistente tra giallorossi e biancocelesti. La formazione capitolina è seconda, con 68 punti. Con 66 gol messi a segno, l’attacco capitolino è il più prolifico del torneo dopo quello dell’Atalanta e può contare su quell’Immobile che è il capocannoniere del campionato con 29 reti all’attivo e che tornerà in campo dopo avere saltato per squalifica il match con il Milan. Il Lecce è terz’ultimo ed ha 25 lunghezze, 43 meno dei rivali. Con 70 gol al passivo, è la formazione più perforata della A.
Sulla carta, l’incontro non dovrebbe avere storia, ma all’andata l’undici salentino ha creato più di un grattacapo al team romano ed è lecito chiedersi come sarebbe finita la sfida, vinta dagli uomini di Inzaghi per 4-2, se, come da regolamento, fosse stato fatto ripetere il rigore calciato da Babacar. «I ragazzi hanno le qualità per mettere in difficoltà anche ad una corazzata come la Lazio – rimarca Liverani - Dobbiamo mettere in mostra personalità, gamba, cattiveria. A noi non basta poco per ottenere tanto».
Risultati alla mano, con le ovvie differenze dovute ad organici di caratura diametralmente opposta, il Lecce e la Lazio sono due tra i complessi maggiormente danneggiati dal lockdown in quanto, dopo la ripresa, stanno stentando a mettere in mostra il proprio volto migliore. «Entrambe le squadre vengono da una sconfitta ed avrebbero bisogno di voltare pagina – nota il trainer giallorosso - ma dobbiamo pensare a noi stessi, a dare il massimo».
L’importanza di muovere la classifica fa passare in secondo piano il fatto che Liverani affronti l’amico ed ex compagno di squadra Simone Inzaghi ed una delle formazioni nelle quali ha militato da calciatore. Per il Lecce, strappare anche un solo punto alla Lazio potrebbe significare fare scoccare quella scintilla della quale ha bisogno per giocarsi al meglio le proprie carte nella volata finale, lottando sino agli ultimi 90’: «Senza nulla togliere al passato in biancoceleste, che per me è stato importante, conterà solo il presente. Ci serve un risultato positivo. I biancocelesti lottano per lo scudetto, ma noi all’andata abbiamo disputato un buon incontro».
Sono tornati a lavorare in gruppo Majer, Dell’Orco, Meccariello e Deiola. «Sul loro utilizzo – taglia corto Liverani - c’è da verificare che minutaggio abbiano».
Le scelte sugli uomini da schierare e sul modulo, come sempre da quando si gioca a ritmi serrati, saranno fatte in extremis. Se il tecnico opterà per la più collaudata difesa a quattro, probabilmente toccherà ancora a Donati, Lucioni, Paz e Calderoni, a meno che Liverani non preferisca utilizzare Donati da centrale al posto dell’argentino, ed impiegare Rispoli a destra.
A centrocampo, stante l’assenza per squalifica di Tachtsidis, il ruolo di play lo ricoprirà Petriccione, ai cui lati potrebbero esserci Barak e Mancosu, mentre Saponara, Farias e Falco si contenderanno i due posti da trequartisti, alle spalle di Babacar. Ma il trainer romano potrebbe anche preferire una squadra un tantino più abbottonata, inserendo Shakhov come uno dei due ispiratori dietro l’unica punta centrale.
L’eventuale retroguardia a cinque, invece, sarebbe obbligata, con Rispoli a destra e Donati a fungere da terzo centrale. In un simile caso, in quattro si giocherebbero i due posti avanzati.