Serie B
Tabanelli, la pedina fissa sullo scacchiere Lecce
Liverani gli dà fiducia e fin qui non ha deluso
LECCE - Da «oggetto misterioso», com’è stato considerato dagli addetti ai lavori nella scorsa stagione, da quando è arrivato nel mercato di gennaio sino alla conclusione del torneo di C, a grande protagonista, come sta accadendo da alcune gare, da quando Fabio Liverani gli sta dando spazio con continuità. Questa è la metamorfosi subita dal centrocampista Andrea Tabanelli, che è una delle più belle realtà del Lecce in questa fase della stagione.
Ad inizio carriera, il classe ‘90 di Ravenna veniva considerato da molti una grande promessa del calcio italiano. «Andrea ha sempre avuto numeri di prim’ordine – dice Nicola Campedelli, che lo ha allenato nel 2010/2011, quando aveva 20 anni, e nel 2012/2013, stagione nella quale ha disputato 30 gare nella serie cadetta, con il Cesena, club nel cui settore giovanile è cresciuto – L’ho diretto la prima volta quando ero sulla panchina del Bellaria, in C2. Poi l’ho avuto nuovamente in rosa quando ho guidato l’undici cesenate, in B. Ha qualità tecniche notevoli e possiede una straordinaria capacità di coordinarsi. Quando avanza con la palla, in velocità, dà spesso l’impressione di doverla perdere da un momento all’altro ed invece riesce a tenerla incollata al piede».
Nel Cesena, Campedelli ha quasi sempre preferito il giovane Tabanelli a calciatori più affermati. «Qualcuno all’epoca storceva il naso per questo, ma ci ho visto giusto se poi, a metà del 2013/2014, lo ha voluto il Cagliari, in A – sottolinea il trainer di Gatteo – In seguito, per Andrea è stato un susseguirsi di infortuni che gli hanno tarpato le ali».
Nel Lecce, da gennaio a maggio 2018 non ha convinto. Ora si sta rivelando prezioso nello scacchiere di Liverani. «Quando è approdato nel Salento, era reduce da un lungo periodo nel quale aveva giocato poco – nota Campedelli – Non era semplice, per lui, inserirsi in un complesso che, per di più, stava facendo benissimo. A torneo terminato, però, evidentemente il tecnico romano ed i dirigenti della società giallorossa sono stati bravi a toccare le corde giuste per stimolarlo. Ma determinante è stato senz’altro il fatto che finalmente è al top dal punto di vista fisico. Sono contento che stia mettendo in mostra il proprio valore in una piazza blasonata. Lo merita perché, oltre ad essere bravo tecnicamente, è un ragazzo solare, che sa stare in gruppo. A 28 anni magari si regalerà quelle soddisfazioni che la sorte gli ha negato in precedenza».