Il caso

Mesagne, «guerra» tra gangster con polemica: l’associazione organizzatrice si scusa

Fabiana Agnello

«Ci scusiamo per le scelte, ma non c’era alcuna volontà di richiamare atteggiamenti mafiosi»

«Desideriamo porgere pubblicamente le nostre scuse per l’utilizzo del termine “picciotti” all’interno di un’intervista rilasciata a un quotidiano locale. Si è trattato di una scelta comunicativa infelice, priva di intenzioni offensive o riferimenti al passato criminale della città, ma che comprendiamo possa essere stata interpretata in modo inappropriato».

Dopo le sollecitazioni dell’ex sindaco di Mesagne Toni Matarrelli, l’Asd «Work Team Softair» si scusa e aggiunge: «Con lo stesso spirito di rispetto - scrive l’associazione in una nota - intende rivolgere le proprie scuse ufficiali al Comune di Mesagne, che ha concesso con fiducia il patrocinio e l’utilizzo degli spazi del Castello Normanno-Svevo. Comprendiamo che alcune scelte grafiche o linguistiche possano aver generato un fraintendimento, e rinnoviamo il nostro impegno a operare in piena coerenza con i valori di legalità».

La vicenda risale allo scorso fine settimana, dopo un articolo pubblicato dalla Gazzetta che ha raccolto polemiche e indignazioni della comunità mesagnese circa la grafica di un evento sportivo di softair - patrocinato dall’amministrazione comunale - organizzato dal sodalizio che promuove la pratica sportiva che simula i combattimenti.

Matarrelli aveva espresso il proprio disappunto su Facebook: «Ogni riferimento a simboli negativi è assolutamente contrario alla nostra cultura e quindi costituisce un grave errore per il quale sollecitiamo gli organizzatori a porgere sincere scuse alla nostra comunità». Posizione, tra l’altro, condivisa da don Pietro De Punzio, parroco della chiesa Mater Domini.

Il manifesto dell’iniziativa raffigurava gangster e mitragliatrici e i partecipanti alla competizione si erano radunati nel Castello di Mesagne indossando coppola e bretelle.

L’associazione ha precisato: «L’obiettivo era semplicemente quello di richiamare un linguaggio cinematografico e folkloristico, senza alcun intento di mancare di rispetto alla comunità mesagnese o al percorso di legalità che la rappresenta. L’ambientazione scelta per l’evento - ispirata all’immaginario cinematografico dei gangster dell’epoca del proibizionismo - ha esclusivamente finalità scenografiche e narrative, come accade in moltissime discipline sportive e ricreative che traggono spunto da contesti storici o cinematografici».

Insomma, un’idea diversa dalle grafiche che girano in Italia sulle competizioni di softair e che ritraggono soprattutto soldati in scenari di guerra. E la «Work Team Softair» sottolinea ancora: «Desideriamo dichiarare con fermezza che la nostra associazione ripudia in modo assoluto la mafia e qualsiasi atteggiamento mafioso, in ogni sua forma e manifestazione».

E aggiunge: «È importante sottolineare che l’iniziativa ha anche una finalità benefica: parte del ricavato dell’evento sarà destinato a una donazione in favore del Canile Comunale di Mesagne, a sostegno delle attività di cura e assistenza degli animali ospitati».

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