Il caso
Fasano, giallo al mercato ortofrutticolo: «Badge tarocco ai camionisti»
Il sospetto dei gestori della struttura: qualcuno intasca indebitamente i pedaggi
Il sospetto che ci fosse qualcosa di anomalo, gli amministratori della società che gestisce il mercato ortofrutticolo all’ingrosso di contrada Sant’Angelo lo avevano da tempo. La scorsa settimana hanno avuto la conferma: usando un badge taroccato, un (presunto) infedele dipendente faceva uscire i camion dal mercato mettendosi in tasca il pedaggio pagato dai conducenti dei mezzi.
Premessa doverosa: sull’accaduto non c’è nessuna notizia ufficiale. L’indagine interna del consiglio di amministrazione della società consortile è partita nel momento in cui gli amministratori del mercato si sono resi conto che c’era stato un calo, stabile nel tempo, degli ingressi nella struttura di mezzi pesanti. L’anomalia stava nel fatto che ai minori incassi di pedaggi faceva da contraltare un flusso di accessi al mercato che sembrava sempre uguale. Hanno così deciso di vederci chiaro. Hanno iniziato a monitorare, attraverso le telecamere dell’impianto di videosorveglianza della struttura, quello che accadeva all’ingresso del mercato. L’attenzione si è concentrata soprattutto sulle prime ore del giorno. Quando hanno avuto contezza che in effetti c’era qualcosa di strano, hanno organizzato l’«imboscata», chiedendo anche l’intervento dei carabinieri. Stando a quello che è stato possibile sapere, uno dei dirigenti del mercato si è piazzato negli uffici e, attraverso le telecamere, ha seguito attimo per attimo quello che succedeva all’ingresso-uscita del mercato. Così facendo ha ricostruito quello che stava accadendo e, d’intesa con gli altri componenti del consiglio di amministrazione della società, ha organizzato la «trappola». Nel momento in cui i vertici della struttura di contrada Sant’Angelo sono entrati in azione avrebbero riscontrato che un camion era uscito transitando dalla barriera con un badge risultato falso. Il pedaggio sarebbe stato incassato da un dipendente (presunto) infedele. Quando è scattato il blitz sul posto, è arrivata anche una pattuglia dei carabinieri, il cui intervento era stato richiesto dai vertici della società che gestisce il mercato. Se quanto raccontato dovesse trovare conferme ufficiali, verrebbe contestato il reato di truffa. Una fattispecie per cui il Codice prevede che si proceda a querela di parte. Un’eventuale indagine, dunque, partirà solo nel momento in cui i vertici del mercato avranno formalizzato la denuncia. Sempre ammesso che non lo abbiano già fatto.