L'omaggio

Carabiniere ucciso a Francavilla F.na, il ricordo della moglie di Legrottaglie: «Grande affetto ci tiene in piedi»

Le parole toccanti di Eugenia Pastore in occasione di una commemorazione: «La sua memoria può essere viva, concreta e piena di significato»

È difficile dire cosa stiamo vivendo, ma una cosa la sento forte: non ci sentiamo mai soli. Nemmeno per un attimo. E questo, in un dolore così profondo, è qualcosa che non riesco a spiegare con precisione, ma che ci tiene in piedi. Con costanza c'è qualcuno che ci scrive, che ci chiama, che condivide un ricordo di Carlo, un pensiero, anche solo un abbraccio silenzioso. Davvero da tutta Italia». Lo ha detto Eugenia Pastore, moglie del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, ucciso a 59 anni, a pochi giorni dalla pensione, il 12 giugno scorso a Francavilla Fontana durante un conflitto a fuoco con due ladri in fuga. Oltre alla moglie, ha lasciato le due figlie 15enni.

Pastore ha rilasciato alcune dichiarazioni in occasione di una iniziativa in memoria di suo marito, stasera a Francavilla Fontana. «All’inizio - ha ricordato - è stato come un vortice. La notizia, l’assenza, la cerimonia, il Presidente della Repubblica accanto a noi. Ma poi sono iniziate a nascere le iniziative. A Ostuni, a Francavilla Fontana, e non solo. Ci sono persone che hanno sentito il bisogno di fare qualcosa. Per ricordarlo, per raccontarlo, per dare un senso a ciò che è successo. E in quei gesti, piccoli o grandi che siano, c'è sempre un’umanità profonda. È come se Carlo avesse lasciato qualcosa in ognuno, anche in chi non lo ha mai conosciuto. E non è una cosa da poco, per chi ha perso un marito, un padre, un figlio, un fratello. È qualcosa che ci scalda, che ci fa sentire che Carlo è ancora tra le persone, che non è stato dimenticato».

«Questa vicinanza - ha evidenziato - la stiamo vivendo con grande emozione, ma anche con rispetto. In tutta Italia c'è chi lo ricorda, chi ci invita, chi sente che la sua memoria deve essere condivisa, protetta e tramandata. Parteciperemo a queste iniziative, lo faremo come famiglia, perché sentiamo che il suo esempio va custodito, ma anche condiviso. Carlo non era un uomo da palcoscenici, lo dico sempre, ma aveva una coerenza silenziosa che oggi risuona in tante persone. Ed è questo che ci commuove di più».
«Per me, per le nostre figlie e per tutta la famiglia - ha concluso - tutto questo è un sostegno immenso. È una dimostrazione che la memoria può essere viva, concreta e piena di significato. C'è una comunità viva che continua a camminare con noi».

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