Il caso

Maltrattamenti in famiglia a Fasano: la Cassazione conferma la condanna a 4 anni e mezzo

Mimmo Mongelli

All’epoca a mettere in moto la macchina investigativa furono le denunce della moglie - oggi ex - del 46enne

La condanna a suo carico, che gli è stata comminata per maltrattamenti in famiglia, è diventata definitiva. Un 43enne fasanese è stato raggiunto nei giorni scorsi da un ordine di carcerazione.

Deve scontare una condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione. Condanna che gli è stata inflitta per maltrattamenti alla ex moglie. Maltrattamenti che - hanno sentenziato in via definitiva i giudici - in più di un frangente sono avvenuti alla presenza della figlia minorenne della coppia.

Si tratta di fatti datati nel tempo - i maltrattamenti sono iniziati nel 2013 e sono andati avanti sino al 2020 - ma alla fine per il 43enne fasanese il momento di saldare il proprio conto con la giustizia è arrivato.

È sempre così: per arrivare a una verità processuale ci vuole tempo e, spesso, quando è il momento per l’imputato di scontare la pena, nel frattempo ha cambiato vita.

A notificare all’uomo il provvedimento restrittivo sono stati nei giorni scorsi i carabinieri della stazione di Fasano.

Dopo essere stato prelevato dalla sua abitazione, il 43enne è stato condotto in caserma, dove sono state sbrigate tutte le formalità burocratiche che sono di prassi in questi casi, e a seguire è stato condotto nella casa circondariale di Brindisi, dove sconterà la condanna che, dopo la pronuncia della Cassazione, è diventata definitiva.

All’epoca a mettere in moto la macchina investigativa furono le denunce della moglie - oggi ex - del 46enne fasanese.

La donna si recò in caserma e chiese di parlare con il comandante della stazione dei carabinieri.

Al maresciallo raccontò l’inferno in cui viveva da anni. Messa a verbale la querela, gli investigatori avviarono, su delega del pubblico ministero a cui venne assegnato il fascicolo, gli accertamenti del caso.

A conclusione delle indagini il magistrato inquirente chiese e ottenne il rinvio a giudizio del 43enne.

Condannato in primo grado e in appello, dopo la pronuncia della Cassazione, per il l’aggressore fasanese si sono aperte le porte del carcere.

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