conti in rosso
La Brindisi Multiservizi chiude il 2024 con una perdita di 2,5 milioni
Palladino: «Colpa di inefficienze, sprechi ed eccessivo subappalto»
Il bilancio del 2024 della Brindisi Multiservizi si è chiuso con una perdita di quasi 2,5 milioni di euro. Una cifra ben superiore rispetto a quanto previsto dai revisori, dato che pochi mesi fa questi scrivevano che «dalle sommarie informazioni acquisite per le vie brevi direttamente dal nuovo amministratore unico della Bms, a causa dei noti e cronici problemi economici/finanziari la società conseguirà una ulteriore perdita di circa 1,5 milioni di euro».
L’amministratrice unica, Rossana Palladino, nella sua relazione sulla gestione del 2024 spiega che «il negativo risultato dell’esercizio deriva dalla riduzione degli importi contrattuali relativi al Contratto di servizio con il Comune di Brindisi quantificati per il biennio 2023-2024, applicati in proroga nell’anno 2024, agli stessi patti e condizioni di quelli del contratto scaduto il 31 dicembre del 2023, al fine di garantire la continuità dei servizi. Alla chiusura dell’esercizio 2024 risulta un aumento dei debiti verso l’ente controllante rispetto al 2023, rappresentato prevalentemente dal debito per il servizio di gestione della sosta, pari a 2.970.133 euro. Il progressivo decremento, negli anni, del valore della produzione, che passa da 5.782.303 euro a euro 5.410.975, la revoca di affidamenti prima in capo alla partecipata (servizio di manutenzione semaforica e della pubblica illuminazione), una riduzione degli affidamenti extra contratto che rispetto all’anno 2023 sono diminuiti per 125.000 euro, ma al contempo una serie di errori di gestione, di inefficienze, di sprechi, un eccessivo ricorso al subappalto, scelte non virtuose con riferimento alla gestione del personale hanno contribuito a determinare la situazione di squilibrio economico, finanziario e patrimoniale esposta dai saldi di bilancio al 31 dicembre 2024».
Palladino passa in rassegna una serie di questioni controverse legate alla gestione degli ammortamenti. In merito alla loro rideterminazione, l’amministratrice unica scrive che «si è rilevato all’interno del libro cespiti la presenza di un software denominato “Catasto segnaletica” acquistato dalla società nel 2012 per un valore di 331.620 euro, mai utilizzato dalla società, ma soprattutto non è in suo possesso né risulta mai ammortizzato». E ancora: «Nell’analisi di bilancio che nel corso degli ultimi mesi è stata condotta per la messa in atto della procedura di composizione negoziata, è stata rilevata altresì la mancata contabilizzazione dell’Imposta unica municipalizzata che, a far tempo dal dicembre 2018 (anno in cui la società diventa proprietaria dell’immobile) a tutto il 2024 risultava pagata per il solo anno 2019». Queste e altre situazioni generano «una perdita ulteriore che va a gravare sull’esercizio per 1.212.480 euro, che di fatto costituisce un unicum irripetibile - spiega Palladino - derivante da un’operazione straordinaria legata a un adeguamento della relazione di bilancio ai principi contabili di correttezza e veridicità, operazione tuttavia imprescindibile in pendenza della composizione negoziata della crisi di impresa che vedrà l’intervento di un attestatore che dovrà certificare il risultato della procedura, nonché ai fini dell’eventuale ripiano delle perdite che il consiglio comunale dovrà andare a delibera in tutta sicurezza».