il caso
Brindisi, omicidio Margherito: «Usò una pistola del 1915 per uccidere la cognata, Sardella sparò per vendetta»
Adamo Sardella, brindisino, 57 anni ha ucciso l’ex cognata, Irene Margherito, 47 anni. E con quella stessa pistola, Sardella avrebbe voluto uccidere il nuovo compagno della donna
BRINDISI - Aveva la disponibilità di una pistola risalente alla prima Guerra mondiale, una semiautomatica calibro 7,65 browning, modello Ruby Victoria: Adamo Sardella, brindisino, 57 anni, ristretto in carcere dal 26 maggio 2024, con quell’arma prodotta in epoca antecedente al 1920, detenuta illegalmente nella sua abitazione, ha ucciso l’ex cognata, Irene Margherito, 47 anni, morta il 27 maggio dell’anno scorso nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Perrino di Brindisi per le gravissime lesioni alla testa causate da un proiettile. E con quella stessa pistola, Sardella avrebbe voluto uccidere il nuovo compagno della donna, Cosimo Franco Acquaviva, per «punire» entrambi dopo un diverbio avvenuto con il nipote (figlio della ex cognata) e la sua famiglia.
Il movente, rispetto al quale la pm Paola Palumbo ha confermato l’aggravante dei futili motivi contestata inizialmente, avrebbe potuto portare a una seconda vittima. Un secondo omicidio che non c’è stato solo perché l’arma si è inceppata, stando alla ricostruzione dei fatti, così come è stata contestata nell’avviso di conclusione delle indagini.
L’azione di fuoco, dalle dichiarazioni raccolte dagli agenti del commissariato di Mesagne e della Squadra mobile di Brindisi, si inserirebbe in un vortice di attriti interno alla famiglia. Irene Margherito aveva sposato il fratello di Sardella, era vedova dal 2011 e solo di recente aveva iniziato una relazione. La donna era anche la sorella della moglie di Sardella.
L’incontro finito in tragedia tra Sardella e la coppia avvenne sulla complanare che costeggia la statale 7, nei pressi di un’area di sosta di pertinenza di una ditta, nel primo pomeriggio del 26 maggio dello scorso anno. Sardella si presentò con il nipote che era alla guida dell’auto. Per il ragazzo, la pm ha chiesto l’archiviazione per il porto d’arma essendo risultato estraneo ai fatti.
Sardella, dopo aver «puntato la pistola in direzione dell’auto» a bordo della quale c’erano la donna e il compagno, avrebbe fatto fuoco più volte «in direzione del passeggero anteriore».
Un proiettile raggiunse al cranio Irene Margherito che sedeva al lato passeggero. Sardella, a quel punto, dopo aver sparato e infranto il vetro del passeggero anteriore, avrebbe «allungato l’arma all’interno dell’abitacolo in direzione del conducente» e avrebbe cercato di fare ancora fuoco, «non riuscendovi a causa dell’inceppamento dell’arma». Subito dopo avrebbe ingaggiato una colluttazione con il nuovo compagno della ex cognata e avrebbe puntato nuovamente l’arma.
Il difensore dell’indagato, l’avvocato Vito Epifani, ha chiesto la duplicazione delle copie forensi estratte in sede di accertamento tecnico sui cinque telefonini cellulari sequestrati.