Il caso

Muore dopo un’odissea tra gli ospedali: a Brindisi aperta un’inchiesta per omicidio colposo

Stefania De Cristofaro

La denuncia della famiglia di una sessantenne fa scattare gli accertamenti della Procura. Si attende l’esito dell’autopsia

BRINDISI - Inchiesta per omicidio colposo dopo la denuncia del figlio di una donna di 60 anni, residente in un comune della provincia, deceduta nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi il 28 novembre scorso.

Il fascicolo è stato aperto dal pm Luca Miceli ed è al momento senza indagati, essendo necessario ricostruire tutte le fasi del ricovero della paziente, avvenuto agli inizi di settembre, per un dolore ai reni, comprese quelle del trasferimento al Policlinico di Bari, in seguito alla dilatazione della aorta.

Intanto, il pubblico ministero ha conferito incarico al medico legale Alberto Tortorella per l’autopsia, chiedendo di accertare la “causa del decesso”, di valutare le condotte del personale medico, per verificare se ci siano state o meno “eventuali responsabilità” e di evidenziare “ogni altro elemento utile” alle indagini. Il medico legale, inoltre, è stato autorizzato ad acquisire copia della documentazione relativa ai ricoveri. Le conclusioni dovranno essere presentate fra 60 giorni.

Attendono risposte i figli e il marito della donna, rappresentati dagli avvocati Vincenzo Farina, Karin Pantaleo e Renato Basile, così come il fratello e le sorelle, rappresentati dall’avvocato Giuseppe Vecchio. Vogliono capire cosa sia successo. L’avvocato Basile ha nominato come consulente di parte, il medico legale Alessandro Bocchini.

Nella denuncia presentata ai carabinieri della stazione Centro di Brindisi, il 29 novembre, il figlio ha ricostruito gli ultimi tre mesi di vita della madre. Arrivata al pronto soccorso dell’ospedale Perrino, lamentando un dolore ai reni, alla donna è stata diagnosticata una infezione al rene sinistro e per questo i medici avevano informato la famiglia della necessità di inserire uno stent. Dagli accertamenti eseguiti è emersa la dilatazione della aorta, con conseguente trasferimento al policlinico Giovanni XIII di Bari. Dimessa il 26 settembre, la donna è tornata a casa per seguire la terapia che le era stata prescritta, per poi essere sottoposta a controlli.

Stando a quanto riferito nella denuncia, a distanza di una settimana, è stata portata con urgenza al pronto soccorso dell’ospedale di Brindisi e ricoverata nel reparto di Nefrologia, dove ha iniziato la dialisi perché anche il rene destro non funzionava in maniera corretta. A causa di problemi di pressione, la 60enne è stata trasferita in terapia intensiva, poi di nuovo in nefrologia.

La seconda settimana di novembre, la paziente è stata sottoposta a intervento per creare un accesso venoso alla clavicola per permettere di continuare a fare la dialisi. Ma aveva conati di vomito, stando a quanto raccontato dal figlio. Dopo la Tac e la colonscopia, sarebbe emersa un’infezione da “Clostridium”. Il 21 novembre, nuovi esami, tra i quali una radiografia all’addome. Il quadro clinico è peggiorato in breve tempo, tanto che il giorno dopo c’è stato il trasferimento in Rianimazione dove a distanza di otto giorni la donna è morta.

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