Il caso
«Qui il minor numero di posti letto», a Brindisi Cgil e Uil manifestano al Perrino
I sindacati chiedono stabilizzazioni e assunzioni del personale sanitario
BRINDISI - Ieri mattina le sigle sindacali Cgil e Uil hanno protestato davanti all’ingresso dell’ospedale Perrino per chiedere la stabilizzazione del personale sanitario precario e nuove assunzioni nei nosocomi della provincia.
«La situazione sanitaria nella provincia di Brindisi ha raggiunto livelli di criticità insostenibili. Da anni - lamentano i rappresentanti dei due sindacati - denunciamo una carenza di personale medico, infermieristico e degli operatori socio-sanitari nell'ospedale Perrino e nelle altre strutture dell’Asl di Brindisi. Questo grave problema è peggiorato in modo intollerabile e continua ad aggravarsi, compromettendo il diritto alla salute dei cittadini».
La provincia di Brindisi sconta un gap importante in termini di organici rispetto agli altri territori pugliesi. «Mentre altrove si sono avviate le stabilizzazioni del personale sanitario, qui - osservano - nulla è stato ancora fatto. A peggiorare ulteriormente la situazione, le imminenti scadenze di molti contratti di lavoro a tempo determinato, in particolare tra infermieri e oss. Molti di questi contratti termineranno alla fine di settembre e non vi è ancora alcuna certezza su una loro proroga. A fronte di questa emergenza, non solo non si programmano nuove assunzioni ma non si permette nemmeno di sostituire il personale precario in uscita. Questa carenza di personale sta determinando un sovraccarico di lavoro insostenibile per gli operatori sanitari rimasti, portando a un progressivo abbandono del servizio pubblico a favore di altre realtà ospedaliere o del settore privato».
Le conseguenze per i cittadini sono drammatiche: liste d'attesa interminabili, pronto soccorso in perenne crisi e, in alcuni casi, l'impossibilità di garantire i livelli essenziali di assistenza.
Oltre alla questione del personale, «la situazione è ulteriormente aggravata dal mancato completamento del piano di riordino ospedaliero e della rete territoriale di strutture sanitarie, che ha lasciato la provincia di Brindisi con il minor numero di posti letto per abitante rispetto a qualsiasi altra provincia pugliese e con la completa assenza di assistenza sanitaria in diversi comuni». Nonostante le promesse, «molti reparti previsti non sono mai stati aperti, diversi reparti di eccellenza sono stati chiusi o drasticamente ridimensionati e non si ha contezza di quali saranno le case di comunità e gli ospedali di comunità di cui tanto si parla».
Il problema, concludono, «è anche di natura economica e politica: il riparto dei fondi sanitari regionali penalizza costantemente la provincia di Brindisi, aggravando ulteriormente una situazione già critica. La carenza di investimenti rende impossibile affrontare adeguatamente le emergenze sanitarie, portando alla chiusura di reparti e all'accorpamento di strutture».