Brindisi, omicidio Irene Margherito: la ricostruzione dei fatti passa dai messaggi su WhatsApp
Perizia su 5 smartphone per capire chi e per quale motivo abbia chiesto l’incontro sulla complanare della statale 7 Brindisi-Mesagne e perché Sardella si sia presentato armato
BRINDISI - Perizia su cinque smartphone per capire chi, quando e per quale motivo abbia chiesto l’incontro sulla complanare della statale 7 Brindisi-Mesagne e perché Adamo Sardella si sia presentato armato di pistola. Quell’incontro, per Irene Margherito, 47 anni, si è trasformato in un appuntamento con la morte nel pomeriggio del 26 maggio scorso: dopo pranzo, nei pressi del parcheggio di una ditta vicino alla Cittadella della Ricerca, è stata colpita alla testa da un proiettile calibro 7,65, sparato dal cognato. È morta il giorno dopo in ospedale.
La pm Paola Palumbo, titolare del fascicolo d’inchiesta sull’omicidio della brindisina, ha conferito l’incarico per acquisire i contenuti di cinque smartphone ritenuti utili ai fini delle indagini per accertare se ci sia stata premeditazione. Dovranno essere analizzati il telefonino di Sardella, 55 anni, in carcere per l’omicidio, quello in uso alla figlia dell’indagato, quello che aveva la 47enne così come gli smartphone del figlio e del compagno della donna. Tutti e tre sono estranei all’inchiesta. Sardella, infatti, difeso dall’avvocato Vito Epifani del foro di Lecce, resta l’unico indagato. La gip del tribunale di Brindisi, Stefania De Angelis, nell’ordinanza di custodia cautelare con cui ha convalidato l’arresto ha contestato l’aggravante dei futili motivi, condividendo la ricostruzione presentata dalla pm, tenuto conto degli indizi raccolti dagli agenti del commissariato di Mesagne e da quelli della Squadra mobile di Brindisi.
Saranno determinanti i messaggi sulla chat WhatsApp, sia quelli di testo che i file audio, ed eventuali contatti e post pubblicati sui social network per completare il puzzle dell’inchiesta. Da accertare anche in che modo Sardella abbia avuto la disponibilità della pistola, risultata di fabbricazione spagnola.
L’omicidio, stando a quanto emerso, si inserirebbe in un vortice di attriti interno alla famiglia in cui due fratelli avevano sposato due sorelle. Irene Margherito aveva sposato il fratello di Sardella, era rimasta vedova nel 2011 e solo di recente aveva iniziato una relazione. La donna era anche la sorella della moglie di Sardella.
I litigi, secondo alcune testimonianze, andavano avanti da anni ed erano diventati sempre più frequenti negli ultimi tempi, acuiti dalla nuova relazione. Sardella, così come si vede dalle immagini registrate dalle telecamere presenti nella zona in cui è avvenuto l’omicidio, dopo aver sparato il primo colpo che ha mandato in frantumi il finestrino dell’auto, raggiungendo alla testa la cognata, non si è fermato. Si è allungato nell’abitacolo. Secondo l’accusa voleva uccidere anche il compagno della donna che, a sua volta, si è presentato all’appuntamento armato di katana e nel tentativo di bloccare Sardella, lo ha bloccato usando il fodero.