Il caso
Raggira un anziano e mette le mani sui suoi beni: tre anni e mezzo alla domestica, dovrà restituire tutto
Ceglie, nei guai anche i suoi due figli che insieme a una terza persona andranno a processo per ricettazione
CEGLIE MESSAPICA - Prima una serie di versamenti in denaro per 100mila euro, poi la nomina come erede universale e infine donazioni di beni del valore di 250mila euro.
Per il tribunale di Brindisi, una donna di 59 anni, residente a Ceglie Messapica, avrebbe abusato dell’infermità psichica del 65enne di cui era collaboratrice domestica: l’imputata è stata condanna a tre anni e sei mesi di reclusione, con l’accusa di circonvenzione di incapace.
La sentenza è stata pronunciata dal giudice Federico Sergi, a conclusione del processo scaturito dall’inchiesta partita dalla denuncia presentata dall’avvocato Aldo Gianfreda, per conto del 65enne di Ceglie Messapica, dopo una segnalazione della banca.
Il tribunale ha condannato la donna al risarcimento dei danni, da quantificare in sede civile, e al pagamento di centomila euro a titolo di provvisionale, oltre alle spese relative alla costituzione in giudizio come parte civile. Le motivazioni saranno depositate fra 90 giorni.
Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna della 59enne, difesa dall’avvocato Franco Larocca a un anno e quattro mesi 4 di reclusione.
Secondo l’accusa, così come è stata contestata nel capo d’imputazione, «al fine di procurare a sé e ai suoi due figli», entrambi maggiorenni, un profitto, «abusando di una grave sindrome ansioso depressiva del 65enne, lo induceva a consegnarle nell’arco temporale compreso tra maggio e dicembre 2017, la somma di centomila euro». Sempre secondo l’accusa, l’avrebbe nominata con atto pubblico datato 19 luglio 2017, erede universale. Il 65enne, inoltre, sarebbe stato indotto a effettuare, il 27 luglio dello stesso anno, donazioni in favore dei figli della donna. Gli atti di liberalità erano relativi a immobili del valore di 250mila euro, con effetti giuridici pregiudizievoli per il 65enne.
I due figli della donna, assieme a un terza persona, sono stati rinviati al giudizio del tribunale con l’accusa di ricettazione relativamente agli immobili donati e poi «trasferiti per il mero valore catastale». Il processo nei confronti dei tre imputati inizierà il prossimo 8 ottobre, davanti al giudice Leonardo Convertini.